Storie
di militanti o piuttosto di uomini donne passati attraverso gli anni
'70. Libro dopo libro si compone l'autentica dimensione degli anni
mitizzati come “di piombo”. In realtà gli anni in cui una
generazione (la nostra) ha cercato faticosamente di diventare grande.
Pagando di persona prezzi spesso molto pesanti.
Donatella Alfonso
La memoria dei '70
dietro a quel sottile filo di seta nera
Nasce ligure di ponente,
Enza Siccardi. Nasce con un cognome che nella guerra di Liberazione è
qualcosa di potente: è la figlia di Nino Siccardi, u Curtu,
comandante della I Zona Operativa Liguria. Di lui e della madre
Chiara porta con sè l'eredità del rigore e la fede comunista ma
soffre altrettanto quella distanza, quella mancanza di leggerezza che
negli anni ‘50 accompagna il comandante partigiano ormai disilluso.
Non può essere casuale
per la schiva Enza l'incontro, anzi l'abbraccio con i movimenti degli
anni Sessanta e Settanta, dopo la restituzione nel ‘68 della
tessera del Pci. E allora saranno gli anni del femminismo, la vita da
insegnante di lingue pendolare con Torino, la frequentazione dei
compagni di Lotta Continua e di Potere Operaio, ma anche dei luddisti
di Balbi. E l'incontro fondamentale con Gianfranco Faina, il docente
che poi parteciperà alle prime Br e fonderà Azione Rivoluzionaria.
Quasi fatale, il passo.
Quello che porta verso l'antagonismo, la clandestinità. E un mancato
attentato, nel 1976, a cui fa seguito un primo arresto. Poi, quando
tutto sembra dimenticato, la sentenza passata in giudicato e
l'arresto: a scuola, durante le lezioni, con il pensiero del
figlioletto da andare a prendere a scuola. Gli anni nel supercarcere
di Novara, il confronto tra le donne.
Poi, la nuova libertà,
la scelta di svoltare verso una nuova vita: che potrebbe essere
rappresentata, in una grande casa di Cà di Favale, nell'entroterra
chiavarese, dall'allevamento d ei bachi da seta. Fili di seta
leggerissimi e fortissimi, come le proprie passioni. " Sarà un
filo di seta nera", edizioni Anarres, 7 euro: nelle librerie
L'Amico Ritrovato e da Bookowski), è la storia che Enza narra di sè.
Poco raccontata, molto
riflessiva, com'è lei. «Devi farlo, perché se vai al risparmio
energetico non farai nulla - sorride lei, che presenterà il libro
oggi alle 16.30 al Cream Café del Ducale insieme a Paolo Tellarini,
l'amico che l'ha convinta che scrivere (molto bene peraltro, frasi
secche e dure, ma grande gusto della parola) di sè era la cosa
giusta da fare. «E' un racconto con esperienze e con vissuti
pesanti, molto più del mio - dice Enza certo, non è stato facile,
ma queste cose bisogna dirsele». Un percorso che si riapre. Senza
giudizi, solo ricordi.
La Repubblica – 8
aprile 2016