TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 19 aprile 2013

A San Biagio della Cima presentazione di "Occhio folle occhio lucido" di Guido Seborga



A San Biagio della Cima presentazione di "Occhio folle occhio lucido" di Guido Seborga





Tutti dovrebbero leggere "Occhio folle occhio lucido" (Spoon River) di Guido Seborga, soprattutto i giovani. L'autore - classe 1909, scrittore e pittore, nato a Torino ma poi residente a Parigi e Bordighera - aveva già capito tutto sulla nostra società molti anni fa. Molto prima di Stephane Hessel e del suo "Indignatevi" scrive Massimo Novelli nella prefazione. Il testo sembra scritto proprio in questi giorni, mentre l'Italia sta vivendo giorni a dir poco travagliati. Seborga esortava a non essere complici di una qualsiasi schiavitù, a "ribellarsi nel presente senza evadere in programmi avveniristici o consolarci con storie mistiche". Concreto e pragmatico dunque. Il tutto nel 1968, all'epoca per l'editore Ceschina.

Una sorta di diario, di autobiografia, un bilancio da tenere sul comodino. Uno di quei libri imprescindibili, un saggio "rivoluzionario", decisamente poco folle e molto lucido. Seborga cita le sue passioni Alvaro, Artaud, Morlotti, Gobettti, Marcuse, Nizan e ricorda Pavese. Folgorante l'attacco: "La vita moderna va tutta accettata oppure tutta rifiutata: questo è il laccio alla gola". Oggi, avremmo tanto bisogno di pensatori e intellettuali come Guido Seborga, che chiude il volume scrivendo "Voglio un corpo nuovo", alludendo alla vulnerabilità del fisico e del cuore. Quello che contava, però, per Seborga era il cervello, mai dominato da nessuno. Un esempio da seguire per diventare cittadini consapevoli.

Presentazione mercoledì 24 aprile, alle ore 17, al Centro Culturale Le Rose di San Biagio della Cima a cura dell'Associazione Amici di Francesco Biamonti. Con Massimo Novelli e Laura Hess, figlia di Guido Seborga.