TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 10 aprile 2013

La Massoneria e la nascita del socialismo italiano



Giorgio Amico

La Massoneria e la nascita del socialismo italiano

E' da poco disponibile in libreria “Tra squadra e compasso e Sol dell'avvenire” l'ultimo lavoro di Roberto Novarino, docente di Storia contemporanea presso l'Università di Torino, che ricostruisce le influenze massoniche sulla nascita del socialismo italiano.

Come rileva Gian Mario Cazzaniga nella prefazione (che riportiamo) il volume offre una originale riflessione sulle origini del movimento operaio italiano ricostruendo i rapporti intercorsi tra la massoneria e le organizzazioni socialiste tra il 1864 e il 1892, dall'arrivo in Italia del massone Mikhail Bakunin fino alla fondazione da parte del massone Andrea Costa del Partito Socialista Italiano.

Con questa ricerca Marco Novarino chiarisce con estrema abbondanza di dettagli un aspetto finora largamente trascurato  o trattato con grande superficialità dagli studiosi delle origini del movimento operaio italiano, che nella stragrande maggioranza dei casi si sono limitati ad accennare di sfuggita all'appartenenza massonica di questo o quello esponente socialista quasi si trattasse di un dettaglio insignificante.

Nel suo libro Marco Novarino rovescia questa impostazione e parte dall'appartenenza alla massoneria di personaggi quali Mikhail Bakunin, Giuseppe Garibaldi, Benoit Malon e Andrea Costa per comprendere i motivi ispiratori di scelte finora studiate solo sul piano organizzativo. E lo fa sgombrando il campo fin da subito dall'equivoco che si sia in presenza di una strategia univoca gestita da un organismo centrale nazionale o sovranazionale, tesi cara ai cospirazionisti di ieri e di oggi, perchè in realtà più che di massoneria bisognerebbe parlare di massonerie, vista la complessa articolazione dell'istituzione libero-muratoria nell'Italia di allora. Così come estremamente complesso e articolato sul piano politico, ideologico e organizzativo è il nascente movimento socialista.

In realtà quello che emerge è la radicale differenza di vedute di uomini che pure condividono una comune appartenenza massonica. Da una parte l'approccio strumentale di Bakunin (Novarino parla di “entrismo” bakuniniano) mirante al reclutamento degli ementi più decisi della democrazia radicale e alla costruzione di una “nuova” massoneria in grado di svolgere un ruolo di copertura legale per il suo programma rivoluzionario. Dall'altra la visione gradualista (oggi diremmo “riformista”) di Benoit Malon, contraria ad ogni ipotesi cospiratoria ed insurrezionalista, che nella massoneria intravvedeva una scuola di pensiero portatrice di valori etici e morali a cui ancorare il progetto di emancipazione sociale e politica delle masse proletarie.

Tra questi due estremi si colloca la figura di Giuseppe Garibaldi, Gran Mastro del Grande Oriente di Palermo ed esponente di primo piano dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, che da una militanza massonica di una vita intera (era stato iniziato nel 1844 a Montevideo) deriva una visione del socialismo fondata sul laicismo, la fratellanza dei popoli e un umanitarismo radicale.

In conclusione una ricerca di grande interesse, fondata su materiali per lo più finora trascurati (gazzette, epistolari, carte di polizia, verbali di loggia), che documenta in modo dettagliato l’affiliazione muratoria di molti promotori delle prime associazioni operaie e socialiste offrendo al lettore una proposta originale di rilettura delle origini del movimento operaio e socialista in Italia.

Massoni parigini sulle barricate della Comune



















Gian Mario Cazzaniga

Prefazione a Tra squadra e compasso e Sol dell'avvenire

Marco Novarino ci offre con questo lavoro una riflessione originale sulle origini del movimento operaio italiano, dove vengono analizzate le forme organizzative e i filoni culturali che caratterizzano il passaggio da una cultura democratica repubblicana ad una democratica socialista e dove la presenza di figure massoniche e l'osmosi fra circoli, periodici e logge risultano assai più ampie di quanto non sia apparso finora nella letteratura storiografica.

Già il capitolo iniziale su ruolo e diffusione dell'influenza bakuniniana conferma l'impossibilità di separare nelle culture e nelle reti organizzative del nascente movimento operaio i filoni garibaldini, sansimoniani, umanistico-muratori e anarco-repubblicani che in esse operano. Non a caso il sorgere in Italia di sezioni dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori finirà per apparire opera della corrente anarchica mentre sarà opera in prevalenza di personalità di cultura garibaldina e di affiliazione massonica che cercheranno piuttosto di contrastare la divisione fra Marx e Bakunin.

Si tratta di un lavoro fondato sullo spoglio di gazzette, epistolari, carte di polizia e sul reperimento di materiali muratori finora poco conosciuti e ancor meno studiati, un lavoro che risulta originale e apprezzabile da un duplice punto di vista: 1. La documentazione dell'affiliazione muratoria di molti promotori delle prime associazioni operaie e socialiste 2. La rilevazione dell'originalità culturale del caso italiano, dove la pluralità di filoni culturali, spesso fra loro intrecciati, mette in discussione una vulgata storiografica, in passato dominante, tesa ad anticipare l'egemonia del filone marxista nelle sue diverse componenti interne.

Per quanto riguarda il primo punto il lavoro offre materiale abbondante e spesso originale, sia valorizzando alcune zone dove l'identità muratoria delle associazioni operaie risulta prevalente, dalla Sicilia alla Lunigiana, dal Ticino alla Romagna, sia offrendo nuovi materiali muratori per le biografie intellettuali di personaggi importanti per la storia del socialismo italiano, da Osvaldo Gnocchi-Viani a Andrea Costa ed a Antonio Labriola, di cui documenta per la prima volta la duplice domanda di affiliazione e le ragioni del rifiuto di essa. Per quanto riguarda il secondo punto Novarino sottolinea l'intreccio di filoni culturali diversi, dal sansimonismo al libero pensiero, che caratterizza il passaggio della democrazia sociale con la sua rete di associazioni mutualistiche da una egemonia mazziniana ad una garibaldina, da cui l'originalità culturale delle prime sezioni italiane dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, in cui è forte la presenza di questi filoni.

Va rilevato come l'autore si sia soffermato, con risultati di tutto rispetto, su alcuni casi territoriali dove l'intreccio fra insediamento muratorio e nascita di prime sezioni socialiste risulta particolarmente forte. Fra queste zone abbiamo il caso della Lunigiana, zona caratterizzata da una anomala attività di logge già negli anni '50, che furono allora alla base di movimenti mazziniani, con una composizione sociale proletaria delle logge dove sono numerose le figure di lavoro manuale: artigiani, cavatori, sterratori, barrocciai, etc. Queste analisi di caso, fondate su carte di polizia, gazzette coeve e carte muratorie del tempo, permettono di rivedere alcune ipotesi storiografiche finora prevalenti, accentuando l'identità culturale muratoria di numerosi fondatori del movimento socialista, rilevandone una identità proletaria più diffusa di quanto non fosse finora conosciuto e ritrovando, accanto a filoni liberali, presenze repubblicane socialisteggianti in tutte le obbedienze massoniche allora in conflitto (Grande Oriente d'Italia, scozzesi di Palermo, scozzesi di Torino), ciò che permette di vedere meglio sia la pluralità culturale delle obbedienze dell'epoca che il tormentato passaggio dal repubblicanesimo risorgimentale alle nascenti organizzazioni del movimento operaio.

Novarino ha poi lavorato su alcune figure del nascente movimento socialista, da Salvatore Ingegnieros-Napolitano a Palermo, dove la presenza di Malon influenzerà il formarsi di una originale cultura socialista libertaria, a Osvaldo Gnocchi-Viani ed Enrico Bignami a Milano-Lodi ed alla sezione italosvizzera del Ceresio, per quest'ultima utilizzando materiali finora sconosciuti, valorizzando lo spoglio della stampa periodica e cercando di vedere le radici filosofiche di questo nuovo gruppo dirigente, dove risulta privilegiata la categoria di umanesimo massonico, con influenze prevalenti di Garibaldi e di Malon.

Novarino ha motivatamente rilevato la centralità di Garibaldi per la nascita del socialismo in Italia, sottolineando l'intreccio in lui di filoni culturali compositi, dal sansimonismo al libero pensiero, filoni che caratterizzano il passaggio delle reti di associazioni mutualistiche, e per altro verso delle residue vendite carbonare, da una egemonia mazziniana ad una garibaldina. A ciò si unisce la già richiamata originalità culturale delle prime sezioni italiane dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori, in cui è forte la presenza di questi filoni ed i cui dirigenti sono in larga parte attivi, quando non egemoni, in logge massoniche dove questa filiera garibaldina viene analizzata nella sua originalità culturale e nel tentativo, che ne motiva anche le oscillazioni, di trovare una "terza via" fra bakuninismo e socialdemocrazia operaia di ispirazione marxista.

Questo lavoro di ampio respiro risulta sostenuto da un ampio utilizzo di fonti primarie, spesso utilizzate per la prima volta, da una preziosa disponibilità di materiali muratori inediti e da una puntale attenzione ai filoni culturali coinvolti, offrendo al lettore una proposta originale di rilettura delle origini del movimento operaio e socialista in Italia.



Marco Novarino
Tra squadra e compasso e Sol dell'avvenire
Fondazione Università Popolare di Torino, 2013
20 euro