TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 7 febbraio 2015

Valdieri (CN), Il Carnevale Alpino dell’Orso di Segale



Festa di fertilità, rinascita della terra dopo la morte invernale, il carnevale è festa (e rito) antichissimo. Iniziamo a parlarne con la festa dell'Orso di Valdieri.

Il Carnevale Alpino dell’Orso di Segale

Ogni anno, durante il periodo di carnevale, l’Orso di Segale torna a correre per le vie di Valdieri. Spaventa i bambini, fugge dai domatori, importuna le donne, evita l’acquasanta dei frati esorcisti: il suo risveglio dal letargo comunica alla gente che la cattiva stagione sta per finire. Poco alla volta il canto degli uccelli romperà il lungo e freddo silenzio invernale, i colori della terra si sostituiranno al bianco della neve, il giorno tornerà a prevalere sulla notte, la ragione a riaffermarsi sull’irrazionalità. La fuga non dura molto: l’Orso rallenta, è debole... non fa più paura. Come l’inverno.

Ormai la bestia è in scacco: viene catturata e il suo corpo dato alle fiamme in un grande rogo purificatore tra le grida festanti di un paese tornato alla vita.

l’orso di ieri Premesso che le origini della maschera dell’orso di segale si confondono anche nella memoria dei più anziani abitanti di Valdieri, l’unica cosa certa è che durante il Ventennio anche l’innocuo plantigrade impagliato era caduto vittima delle persecuzioni fasciste: evidentemente considerato un tipo losco, l’orso, insieme alle altre maschere carnevalesche, era stato messo implacabilmente al bando con un provvedimento della regia questura di Cuneo del 28 gennaio 1931.

Del Carnevale di Valdieri quale doveva essere all’inizio del Novecento, il folclorista Euclide Milano annota sinteticamente: «Il carnevale a Valdieri era un tempo molto complesso e comprendeva: pubblica gnoccolata - elezione degli Abbà - taglio della testa d’un gallo o di un gatto - testamento del Carnevale - arriva la Quaresima». Delle decapitazioni non è rimasta traccia nelle testimonianze orali giunte fino a noi, così come è andata perduta la figura dell’Abbà. Resiste invece la distribuzione tradizionale di gnocchi di patate e rimangono vestigia della fine cruenta del Carnevale, bruciato sotto forma di covone di paglia dopo la fuga dell’orso vero e proprio, e il personaggio della Quaresima, rappresentata dalla giovane donna che balla con l’orso e lo ammansisce, ponendo un freno alle sue mattane.



Di sicuro, dell’ultimo orso postbellico si sa, grazie alla testimonianza del solito Din del Papa (d’altronde chi meglio dell’orso potrebbe parlare dell’orso?), che veniva vestito in un luogo appartato. Da lì partiva per le sue scorribande per le vie del paese, incatenato dai domatori e seguito dai perulìer o magnìn, gli stagnini, bambini vestiti di stracci e fuliggine, che facevano un gran baccano con le scaréle (strumenti di legno che producono un rumore secco e sgradevole).

In breve si formava un corteo composto dagli abitanti del paese, dai suonatori (agghindati in modo scherzoso: i più arditi addirittura vestiti da donna) e dai frà, i frati in costume, che declamavano pomposamente le epistole. Queste erano versi in rima nel patois locale, il cui contenuto verteva in modo ironico su fatti che riguardavano le persone più in vista del paese, ma colpivano anche chi sapeva distinguersi per avarizia, arroganza, furberia… Si iniziava a preparare le epistole subito dopo l’Epifania, durante le lunghe vejà, le veglie invernali nelle stalle: «qualche volta […] andavano giù sul pesante per cui non mancavano i mugugni». Di casa in casa, un’epistola dopo l’altra, l’orso incatenato, i domatori, i frà e il rumoroso corteo di questuanti facevano incetta di uova, dolci e frittelle di mele (al bignéte).



Talvolta il gioco continuava anche oltre il Carnevale vero e proprio, e i frà andavano a leggere le epistole di stalla in stalla, seguiti dalle fantine, ragazze vestite con costumi vari e mascherate in modo da essere irriconoscibili: scoprire la loro identità era un gioco per gli ospiti della veglia.

Gli scherzi dei frà non risparmiavano nessuno: anche gli abitanti dei paesi vicini erano vittime del loro sarcasmo. Ancora Euclide Milano riporta, tradotti in italiano, alcuni epiteti poco lusinghieri solennemente rivolti dai frà agli abitanti dei dintorni:

«Camuffati da frati eremiti, all’epoca del Carnevale, una comitiva s’aggira per le stalle e le osterie, e due della brigata, scimiottando il canto e le cerimonie del diacono e del suddiacono nella messa solenne, cantano e declamano la Lectio libri epistolarum: “Ho visto Borgo e i suoi avvocati - saccenti/I folli di Roccavione - gozzuti/I ladruncoli di Roaschia - pastori ladri/I mangia nodi di Andonno - fabbricanti di tela/I bugiardi di Valdieri - impostori volubili/I litiganti di Entraque - attaccabrighe/I rozzi di Sant’Anna - grussiers”».

L’orso emetteva ringhi minacciosi, faceva i dispetti, insolentiva le donne e ne sceglieva infine una per ballare. Al termine della festa l’orso di segale fuggiva, allontanandosi all’orizzonte nonostante gli sforzi e i richiami del domatore: al suo posto iniziava a bruciare su una catasta di legno un fantoccio (cicho) di paglia di segale.

Ancora oggi, al mattino dell’ultima domenica di Carnevale, sotto i portici del municipio di Entracque, avviene la “gnoccolata”, tradizionale distribuzione di gnocchi di patate a cura della Pro loco. I valdieresi portano con sé le pentole da riempire e tornano a casa per mangiare; i forestieri, invece, consumano gli gnocchi sul posto. Al ritorno nella piazza del municipio, durante il pomeriggio, ci sono i suonatori di musica occitana con ghironde e organetti (semitoun) ad accompagnare la piccola folla riunita per festeggiare il Carnevale. Proprio a questo punto fa irruzione l’orso di segale, sceso dalla montagna per esibirsi - secondo un copione rimasto invariato - con ruggiti, mattane e dispetti. Da circa cinque anni a questa parte l’orso non viene più rivestito con la lunga treccia di segale che si usava una volta, ma indossa un costume su cui la corda di paglia è stata fissata una volta per tutte. Rispetto a un tempo, molto probabilmente oggi l’orso è meno sguaiato e più “politicamente corretto”: i suoi scherzi sono diretti soprattutto a far divertire grandi e piccini, i valdieresi e i visitatori che ogni anno arrivano sempre più numerosi.



Il Carnevale alpino di Valdieri
22 febbraio 2015

Dopo un lungo periodo d'interruzione durato circa quarant'anni, a partire dal 2007, il Carnevale alpino di Valdieri che ha quale protagonista indiscusso l'Orso di paglia di segale è stato riproposto dall'Ecomuseo della Segale, con il sostegno del Parco naturale Alpi Marittime e del Comune di Valdieri, recuperando la memoria di un anziano del luogo che da giovane aveva interpretato più di una volta la mitica figura carnevalesca.

L'edizione 2015 del Carnevale alpino di Valdieri, domenica 22 febbraio non sarà solamente un momento di festa, bensì un'occasione per restituire alla comunità locale le conoscenze acquisite negli ultimi anni di ricerca e per presentare al pubblico il patrimonio storico e culturale della media Valle Gesso.

La manifestazione è preceduta sabato 21 febbraio, da una conferenza sulle feste d'inverno nelle valli occitane alpine: ritualità e simbologia, costumi e personaggi. La presentazione è alle ore 21, presso la sede del Parco, a cura di Rosella Pellerino dell'associazione Espaci occitan nell’ambito del progetto Sportello linguistico Occitano promosso dalla Comunità Montana Alpi del Mare e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del programma degli interventi previsti dalla L. 15/12/99 n. 482 (annualità 2012) coordinato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.

Le animazioni e gli eventi del carnevale alpino cominciano al mattino con la passeggiata Quattro passi nel paese dell’orso e il laboratorio Costruiamo insieme il ciciu dell’Orso di Segale (sessioni di circa un’ora dalle 10 alle 17), iniziative gratuite a cura delle guide naturalistiche dell’associazione Walden.

Per tutta la giornata si potranno visitare la mostra presso la sede del Parco Il Carnevale alpino di Acceglio e il Museo del Territorio e della Resistenza. A pranzo distribuzione di gnocchi a cura della Proloco sotto i portici del Municipio.



Nel pomeriggio canti popolari a cura della corale Ciantur ‘d Vudier, musica occitana con i Jouvarmoni in attesa dell’irruzione dell'orso di segale in piazza inseguito dal domatore. Questa edizione della manifestazione si arricchirà della presenza di un altro orso mitologico quello di Monpantero in Valle Susa.

Seguirà la sfilata nel centro storico con i due orsi e le altre figure tradizionali del carnevale locale: la Quaresima, i Perulier e i Frà. Per i bambini spettacolare ricerca dell'ago nel pagliaio con la distribuzione di premi. Alle 16.30 gli artisti Piero e Sara Benedetto presentano la mostra Il Carnevale alpino di Acceglio allestita a Valdieri nell'ambito delle iniziative dello sportello linguistico occitano della Comunità montana delle Alpi del Mare. Per tutta la giornata nel centro storico saranno presenti bancarelle di prodotti alimentari e artigianali.