TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 1 aprile 2019

Il Movimento della Sinistra Comunista (1954-1965). Una storia di scissioni



Nata per riunire le forze disperse della opposizione di sinistra al PCI, Azione Comunista si trasformò presto in un campo di battaglia politico-ideologica. Tanto da diventare quasi il simbolo di una sinistra incapace di trovare un terreno comune d'azione.

Giorgio Amico

Il Movimento della Sinistra Comunista (1954-1965). Una storia di scissioni

Nel dicembre 1954 due dirigenti comunisti milanesi, Luciano Raimondi e Giulio Seniga, indirizzano ai delegati alla IV Conferenza Nazionela del PCI, previsto a Roma per il gennaio successivo, una lettera aperta di denuncia delle illusioni parlamentari del gruppo dirigente togliattiano, auspicando il rilancio di una politica di classe “dura e intransigente” e il recupero della vecchia guardia operaia e partigiana in via di definitiva marginalizzazione. Obiettivo esplicito della lettera è l'area rappresentata da Pietro Secchia, individuata come alternativa alla linea togliattiana. In realtà, come nota Arturo Peregalli in un suo studio di alcuni anno fa, Secchia esprimeva in realtà una divaricazione della medesima linea togliattiana, diversificandosi solo per la maggiore attenzione prestata al movimento di massa.

A questa lettera seguiranno altre quattro, sempre più critiche, che richiedono la convocazione di un congresso del partito e allargano la discussione alla tattica da seguire in campo sindacale. Finalmente, nel giugno 1956, appare nelle edicole “Azione Comunista”, organo di informazione e collegamento nella prospettiva della costruzione di un vero e proprio movimento politico strutturato. Seniga è già uscito clamorosamente dal partito, di cui dirige una parte dell'apparato di sicurezza, portandosi dietro fondi riservati e documenti compromettenti, mentre Raimondi e altri dirigenti comunisti, fra cui Bruno Fortichiari, sono espulsi come “malviventi”.


Nei suoi primi numeri il giornale mantiene l'originaria caratterizzazione di organo frazionistico interno al PCI, poi in conseguenza dell'esplodere dei fatti ungheresi e polacchi Azione Comunista rompe decisamente con lo stalinismo e prende aperta posizione a sostegno delle insorgenze operaie nell'impero sovietico. È una scelta coraggiosa, ma che costa al gruppo gran parte delle simpatie fino ad allora riscosse nella base operaia comunista, in larga parte ancora stalinista.

Azione Comunista è spinta per reazione ad accentuare le caratteristiche di partito, intavolando trattative con le dissidenze storiche del movimento operaio italiano: trotskisti (Gruppi Comunisti Rivoluzionari), bordighisti (Partito Comunista Internazionalista “Battaglia Comunista”), comunisti libertari (Gruppi Anarchici di Azione Proletaria, poi Federazione Comunista Libertaria).

Nel dicembre 1956, a pochi giorni dalla conclusione dell'VIII Congresso del PCI, a Milano Azione Comunista, Federazione Comunista Libertaria, Gruppi Comunisti Rivoluzionari e Partito Comunista Internazionalista tengono una riunione comune in vista della nascita di un nuovo soggetto politico unitario. In realtà nel maggio 1957 il neocostituito Movimento della Sinistra Comunista vede la partecipazione solo di Azione Comunista di Raimondi, Seniga e Fortichiari e della Federazione Comunista Libertaria di Masini, Cervetto e Parodi, essendosi con motivazioni diverse defilati via via trotskisti e bordighisti.

È un movimento composito che non riuscirà mai a raggiungere una omogeneità ideologica e strategica nonostante la partecipazione di giovani di belle speranze come Danilo Montaldi, proveniente dall'area di Battaglia Comunista, e il futuro politologo Giorgio Galli, allora assai vicino alle posizioni di Seniga. All'interno del Movimento della Sinistra Comunista prendono sempre più piede le posizioni internazionaliste dei “liguri” Cervetto e Parodi passati da un luxemburghismo ancora pieno di echi libertari ad una decisa scelta leninista. Dalle colonne di Azione Comunista si caratterizza sempre di più l'URSS come capitalismo di stato e si afferma la necessità di una netta demarcazione politica ed organizzativa dal PCI strumento cardine della controrivoluzione sotto vesti riformiste.



Tra la fine del 1958 e l'inizio del 1959 Seniga e Masini vengono espulsi come “liquidatori” e i “liguri” che, per un certo periodo si erano resi autonomi dal Centro Nazionale del Movimento proprio in polemica con la linea filo-socialista dei due, acquistano un peso determinante all'interno della direzione del Movimento e del giornale.

La direzione del MSC gravita sempre più su Genova, dove si tiene a dicembre del 1963 il Terzo Convegno Nazionale che decide il trasferimento nel capoluogo ligure della redazione del giornale. Una parte del movimento corrispondente in particolare al nucleo originario proveniente dal PCI e rappresentato da Raimondi, non accetta la leadership della componente "leninista" e si organizza autonomamente su posizioni filocinesi, nonostante i tentativi di Fortichiari di trovare una mediazione.

All'inizio del 1965 la rottura diventa inevitabile. Raimondi proprietario della testata la trasforma nell'organo della Federazione Marxista-Leninista, uno degli innumerevoli partitini maoisti di quegli anni, mentre Cervetto e Parodi danno vita ai Gruppi Leninisti della Sinistra Comunista e al giornale “Lotta Comunista”.

Appunti marxisti n.1 – Giugno 1997