TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 20 giugno 2021

La battaglia di Livorno. Cronache e protagonisti del primo antifascismo (1920-1923)

 


In tempi di revisionismo imperante come gli attuali, segnaliamo con piacere l'uscita di studi come questo di Marco Rossi, già autore fra l'altro di una importante ricerca (“Gli ammutinati delle trincee”) sulla prima guerra mondiale. Ne proponiamo la presentazione editoriale e l'indice.

Il libro verrà presentato venerdì 25 giugno, alle ore 18.00, presso il giardino della Federazione Anarchica Livornese, in Via degli Asili 33. Sarà presente l'autore. 


La battaglia di Livorno
Cronache e protagonisti del primo antifascismo (1920-1923)

Fra il 1920 e il 1923 anche le strade di Livorno videro l’inizio di una lunga guerra civile in cui le differenze ideali tra quanti si affrontarono furono nette e l’ostilità profonda, anticipando quella combattuta un ventennio dopo.

Negli anni precedenti la Marcia su Roma e l’avvento del regime, il fascismo livornese incontrò infatti nei quartieri popolari una decisa opposizione, così come emerge dall’impressionante cronologia dei conflitti in quegli anni.

Oltre a quella degli Arditi del popolo, fu una quotidiana resistenza di uomini e donne, nel segno dell’appartenenza di classe e dello storico sovversivismo, disposte ad impugnare le armi per contrastare lo squadrismo “tricolorato” e la reazione padronale, in difesa delle libertà sociali.
Soltanto nell’agosto 1922, grazie all’intervento dell’esercito e con lo stato d’assedio disposto dal governo, i fascisti e i nazionalisti poterono imporre le dimissioni del sindaco Mondolfi e dell’amministrazione “rossa”, democraticamente eletta.

Il marchese Dino Perrone Compagni che assieme a Costanzo Ciano aveva guidato le squadre fasciste toscane, seminando morte e devastazione, inviò un telegramma al segretario nazionale del Partito fascista per comunicare la “caduta” di Livorno, ammettendo che: «Fra le mie battaglie questa più faticosa».

Indice

7 Per una storia in atto
9 «Ribelle sempre a tirannia»
19 «La nazional canaglia all’opera»
25 «Ostile la città»
31 «La piccola Russia»
39 «Ma nei sobborghi non potete andare»
49 «Vi sono gli arditi»
57 «Armati di ferro e di vendetta»
67 «Con le armi alle armi»
73 «Carne della nostra carne»
79 «In stato d’assedio»
97 «Son l’armata dei diseredati»
107 Cronache della guerra civile
155 Principali organizzazioni sindacali e politiche
157 Sigle utilizzate
Appendice
159 1. Una proposta: Arditi rossi
160 2. La rivolta del maggio 1920
164 3. Ipotesi su una bandiera
167 Indice dei nomi


Marco Rossi
La battaglia di Livorno
Biblioteca Franco Serantini
Pisa, 2021
pp. 178
16.00