TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 27 febbraio 2022

Il lupo e l'agnello. Risposta ad un amico che dalla Grecia mi chiede cosa penso della situazione ucraina.

 


Risposta ad un amico che dalla Grecia mi chiede cosa penso della situazione ucraina.

(…) In modo un po disordinato metto giù a grandi linee quello che penso. Innanzitutto penso che un'operazione come quella messa in atto in Ucraina abbia bisogno di tempi molto lunghi di preparazione e che quindi militarmente sia stata pianificata da tempo. Penso che Putin abbia aspettato che tempi militari e tempi politici coincidessero per intervenire in modo definitivo visto che da sempre appoggia e arma i nazionalisti russofili del Donbass e dunque, anche se in modo limitato, interviene e condiziona la politica ucraina. Penso che Putin abbia valutato che  tempi politici e tempi militari coincidessero dopo la ritirata da Kabul e il manifestarsi di un esteso fronte sovranista nella UE. Ha puntato cioè su un presunto indebolimento dell'Occidente, pensando che la risposta sarebbe stata simbolica. Ha sondato il terreno in Siria, in Libia e poche settimane fa in Mali e di fronte alla mancanza di reazioni ha pensato che ci fossero le condizioni per realizzare adesso col minor costo possibile la riannessione dell'Ucraina. perché di questo si tratta, ricostituire l'impero russo nei suoi confini storici, considerati sicuri, rifacendosi non più alla vecchia URSS, ma addirittura all'impero zarista. Per questo trovo razionali le tesi di Lotta comunista che parla di conflitto interimperialistico conseguenza del crollo degli assetti di Yalta e della fine di un mondo bipolare. Per gli stessi motivi considero insostenibile la tesi di chi, come l'ANPI,* vede nella politica dell'Occidente e della NATO la principale se non l'unica causa del conflitto. Vedo anche un parallelismo stretto tra la politica di Putin e quella hitleriana degli anni Trenta basata sulla teoria che dove ci sono tedeschi lì è terra tedesca e che la Germania avesse diritto ad uno spazio vitale fuori delle sue frontiere e che pertanto minacciare questo spazio fosse portare un attacco diretto alla sicurezza tedesca tale da giustificare la guerra. Tesi ribadita apertamente oggi da Putin e sostanzialmente condivisa dall'ANPI quando evidenzia la legittimità delle preoccupazioni russe.

* "L’invasione russa è il punto di arrivo di tensioni e polemiche, alle volte molto violente, non solo fra Stati Uniti e Federazione russa, ma specificamente fra l’Unione Europea e la Federazione russa, in particolare da quando sono entrati nell’Unione Europea (e nella Nato) i Paesi dell’Est. È essenziale sottolineare inoltre la giustificata preoccupazione della Russia per il proliferare della presenza della Nato nei Paesi dell’Est" (Dal documento del Presidente nazionale dell'ANPI)