TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 30 gennaio 2011

Guido Seborga, Poesie


Accanto al Seborga romanziere e pittore c'è anche un Seborga poeta capace di grandi slanci, di dipingere con pennellate luminose la solitudine di un uomo che in un mondo di automi sognava di farsi portare dal vento, di navigare per mari lontani.

Guido Seborga


DI STIRPE MARINARA

Questo mio oscuro risentimento
di stirpe marinara
nasce da secoli antichi
Da esso cola la mia collera
Si gonfia la vela sulla mezzana
E l'albero maestro cigola
Eccomi febbrile
Ma se tutto va alla malora
M'inchiodo



TRAMONTANA

Mi trascinavo nei carrugi tristi
Genova nervosa in un ammanco di sole
Le pozze d'acqua nel selciato nero
E il vento di tramontana

Una donna puliva una mela
come fosse una scarpa
Un uomo saliva una scala
e guardava in cielo
Un cane randagio abbaiava ai muri
Un gatto su di una colonna rotta
Disgustato che non ci fosse il sole
E il vento di tramontana

Mai ti dissi
che ero a Genova
Per venire
A trovarti a Levante
Ma ero tornato
Sui miei passi
Troppo sentivo
Che ero spezzato
L'animo malato
Il corpo ostacolato
L'accendisogno scattato
Perchè faticare
Meglio badare
A un me stesso

Impossibile
Il mio carattere
Da combattente suicida
Genova s'accende al neon
Le ombre nei vichi fetidi
Il vecchio rigattiere ridacchia
nella piccola bottega

Ripartire dimenticarti per sempre
Imparerai a tue spese cos'è la vita
La mia sete la mia fame la solitudine
E il vento di tramontana


(Da: Guido Seborga, Sangue e cerebrum, 1980)