TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 18 aprile 2018

Ma quanto erano civili questi Longobardi...

Chi era il guerriero senza un braccio e con un pugnale come protesi? Storia del “Capitan Uncino” longobardo.

Giorgio Amico

Ma quanto erano civili questi Longobardi...

Povegliano Veronese è un paese di circa 7000 abitanti a pochi chilometri da Verona. Nei dintorni del paese nel 1985 è stata ritrovata una vasta necropoli longobarda contenente 164 tombe di quasi un millennio e mezzo fa, scavata in due campagne nel 1986 e nel 1992-93 e finora nota per la cosiddetta tomba del cavallo: una sepoltura rituale contenente un cavallo decapitato tumulato su un fianco con due cani accucciati vicino. Probabilmente la sepoltura di un importante guerriero e grande cacciatore.

Depositati preso l'Università la Sapienza di Roma i reperti di Povegliano godono oggi di nuova fortuna dopo la pubblicazione delle ricerche effettuate su quella che in termini tecnici è chiamata la sepoltura "T US 380", contente i resti di un guerriero di età compresa tra i 40 e 50 anni di cui i ricrcatori utilizzando avanzatissime tecniche in 3D hanno ricostruito anche il volto.

La cosa straordinaria, che ha suscitato l'interesse degli studiosi, è che l'uomo ha vissuto per anni con un coltello come protesi dell’avambraccio destro a causa di un’amputazione dopo una caduta o una ferita in battaglia. Al guerriero longobardo mancano infatti la mano destra, il polso e parte dell’avambraccio, sostituiti da una lama ritrovata disposta orizzontalmente sul bacino. Gli archeologi sono certi che si tratti di una protesi perchè di norma le armi venivano sepolte a fianco del cadavere e per una serie di altri indizi di cui parleremo.

    Tomba del cavallo e dei cani

"Il braccio destro - ha spiegato l'archeologa Ileana Micarelli, era piegato a 90 gradi, con radio e ulna tagliati di netto", segno che "l'amputazione è avvenuta senza anestesia con un colpo unico, inclinato di 31 gradi verso il cntro del corpo".

Al posto della mano del guerriero c'era una fibbia metallica e tracce di materiale organico, pelle o legno, che probabilmente sono dei residui di un sistema per il fissaggio della protesi, costituita da un manicotto su cui era inserita una lama ed era tenuta ancorato al braccio da legacci in cuoio. Tracce di cuoio sono state ritrovate anche tra i denti, a dimostrazione che il guerriero si applicava da solo la protesi-pugnale, con il solo utilizzo della mano sinistra e dei denti.


Quello che ha colpito di più i ricercatori è lo stato di buona salute del corpo. "T US 380", o "Capitan Uncino" come è stato subito definito, rappresenterebbe dunque la testimonianza di una amputazione perfettamente guarita e di pratiche di cura moderne in un’epoca pre-antibiotica. All’epoca non c’erano antibiotici ma il guerriero longobardo non aveva riportato infezioni. Gli studiosi ritengono altamente probabile che l’uomo sia stato curato con prodotti a base di erbe per bloccare l’emorragia e balsami disinfettanti.

“Sopravvivere alla perdita di un avambraccio – scrive la coordinatrice della ricerca - in un’epoca in cui gli antibiotici non sono disponibili, mostra un forte senso di attenzione e cure costanti da parte della comunità: privilegi che si avvicinano all’idea di welfare moderno” Perchè, nota ancora la dottressa Micarelli, T US 380 “era un individuo svantaggiato. Ma è sorprende quanta solidarietà abbia ricevuto”. Un aiuto che gli ha permesso non solo di sopravvivere all'amputazione, ma di continuare la sua vita nonostante la menomazione con un buon grado di autonomia,