TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 8 novembre 2019

Beppe Schiavetta, Segni e materia




Beppe Schiavetta
"Segni e Materia"
(pittura/ceramica/ cartoni strappati su tela)
presso la galleria
GULLIarte Corso Italia 201r. A Savona.

Inagugurazione Sabato 9 novembre ore 17.00 
La mostra con ingresso libero è visitabile dal 9 novembre al 1 dicembre 2019
tutti i giorni: 11.00/12.30 - 15.30/19.30 - chiuso il lunedì mattina.


"Segni e materia"


Beppe Schiavetta, nelle sue opere studia uno svelamento degli interspazi tra i piani. Immagina di separare le superfici precedentemente accumulate, zooma i piani e analizza i segni riportando in luce i misteri, i moti e le tensioni tesaurizzate nel tempo, i segni insiti in forme ormai in dissoluzione per effetto dell’ingrandimento.
Indaga il vuoto che accoglie tutto quanto la fantasia di un artista è in grado di elaborare e includere. Se prima era attratto da strutture rigide animate solo da aloni di colori variamente sfumati, l’idea, che muove la sua odierna ricerca sempre pronta a rigenerarsi e a trasformarsi, è quella di esaminare e portare sulla tela un segno in movimento, una animazione misteriosa che rende variabili le forme, che le compone o le distrugge.
Un segno che non rappresenta più una forma statica, ma un segno in movimento carico di indizi, rivelatore di pulsioni istintive che, pur trattenendo e conservandone le tracce, eludono e dissolvono la forma.
Le forme divengono degli aloni inanimati di architetture interiori, dei contenitori vuoti da cui le dinamiche innate sono portate in superficie attraverso delle brevi linee che strisciano e corrono velocemente seguendo il loro impulso primordiale, in lungo e in largo, tracce di un’interiorità nascosta che assume accensioni astratte.
I dipinti attuali appaiono come un frammento di spazio zoomato e ingrandito a dismisura in modo da colmare completamente la superficie del supporto, un piano orizzontale in cui si svolge un movimento frenetico, un moto senza tregua di segni e colori dal significato inafferrabile, una dissipazione che vaga libera nello spazio del supporto e che idealmente, come nei lavori di alcuni anni fa, si propaga nell’ambiente circostante.
Beppe Schiavetta riesce a intrappolare una vibrazione tridimensionale in uno spazio bidimensionale dove le forme sono frantumate dall’energia dei segni che, idealmente travalicano e invadono lo spazio e l’ambiente circostante con un movimento senza tregua in un moto vorticoso dal ritmo inebriante.


Rino Tacchella