TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 5 aprile 2010

Casa Jorn, il giardino di Albisola



Parlare di Asger Jorn ad Albisola, significa parlare della casa che egli ha costruito, abitato, e poi lasciato al Comune di Albisola perchè diventasse un centro di accoglienza per gli artisti di tutto il mondo. Dopo un lungo periodo di chiusura e una breve felice parentesi nel 2007-2008, quando grazie a Giuliano Arnaldi e alla Cooperativa degli Accesi, casa Jorn parve rinascere, dal 2009 questo luogo magico è tornato di nuovo invisibile. Quando termineranno i lavori di restauro e quali garanzie effettive ci sono che questo angolo di paradiso non venga definitivamente deturpato? In attesa che l'Amministrazione civica faccia chiarezza in merito, riprendiamo la bella intervista fatta nel 1986 da Sandro Ricaldone a Umberto Gambetta.



Sandro Ricaldone

IL GIARDINO D'ALBISOLA

Intervista a Umberto Gambetta


Del resto io non l'ho neanche conosciuto, Jorn, personalmente, subito. Era mia moglie che si serviva nello stesso negozio di verdure della sua e dopo un po' sono diventate amiche. Così, quando sono andati a Parigi hanno lasciato a noi la figlia. Intanto ci eravamo incontrati. Jorn a quell'epoca (sarà stato il '56-'57) non era considerato dalla gente, era ancora il periodo in cui letteralmente dava via un quadro per un piatto di minestra, poi le cose sono cambiate, è naturale.

L'anno dopo ha comprato quassù. Comprato sì, ma a diecimila lire al mese, quando le aveva... Comunque ha fatto un affare, per un milione ha preso tutto. Era una casa di contadini, "Gambadelegnu" li chiamavano, ridotta però ad un rudere. Jorn mi dice: "Vieni su che andiamo a vedere una casa che ho comprato". Io ho creduto che fosse una casa abbastanza in ordine e invece... Qui attorno era tutto un roveto: io andavo avanti con la falce, a far strada. Qui dove adesso c'è la cucina allora c'era un pozzo e sopra un pavimento di legno. Abbiamo rifatto il pavimento, poi quando si doveva mettere la soletta per il soffitto Jorn è andato a Milano a prendere i soldi che servivano. E' rimasto via undici mesi! Quando è tornato la soletta era già fatta da un pezzo.





L'altra casa, quella più verso Savona, l'abbiamo presa in un secondo tempo. Anche la cisterna non era compresa nel primo lotto, non sapevamo neppure che ci fosse, era tutta coperta dalla vegetazione.

C'e stato parecchio da fare per sistemare tutto: Jorn in particolare ha fatto questa parete grande in cucina, e le due appena fuori, più libere, dove poi ho messo la veranda. Le maschere di ceramica vicino alla porticina che mette da fuori al piano di sopra, le abbiamo murate insieme, ma tante cose le ho messe su io, dove mi pareva meglio: per esempio quello, che è il bozzetto per Aarhus, uno dei lavori in ceramica piu' grandi che esistano, l'avevo messo, prima, su un'altra parete.

Le piastrelle per i vialetti siamo andati a prenderle al fiume, dove le gettavano, rotte; portavo dalla fabbrica degli isolatori di scarto e li usavamo come colonnine, come supporti per le sculture: ce ne sono qui in giro diverse, anche di Farfa, che lui aveva riscoperto, e di Eliseo Salino.

Di qui si può dire che siano passati tutti i più grandi della sua generazione. Jorn voleva che anche dopo che se ne fosse andato rimanesse un punto d'incontro. Aveva pensato che potessero venirci a lavorare degli artisti, anche per questo ha lasciato la proprietà al Comune.

(1986)



Sandro Ricaldone è nato nel 1951 a Genova, dove tuttora risiede. Dall’inizio degli anni ’80 – parallelamente alla proposta di giovani artisti con mostre in Italia ed all’estero – ha avviato una serie di approfondimenti su alcuni gruppi e movimenti attivi nel secondo dopoguerra, da Cobra a Fluxus, soffermandosi in particolare sul Lettrismo ed il Bauhaus Immaginista, pubblicati originariamente su “Ocra”, una rivista non commerciale creata nel 1982. In quest’ambito ha successivamente presentato e organizzato mostre di Isou, Lemaître, Dufrêne, Simondo, Gallizio e varie rassegne, fra cui “Jorn in Italia. Gli anni del Bauhaus Immaginista” (1996).
In tempi più recenti ha contribuito a mostre quali “Fluxus Constellation”, “Sentieri interrotti”, “Il viaggio dell’uomo immobile”, “Attraversare Genova” ed al catalogo della mostra “Aprés la fin de l’art” (Musée d’Art Moderne de Saint-Etiènne, 2002-3). Da molti anni collabora su temi d’arte contemporanea a “Il Secolo XIX”.