TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 9 novembre 2010

Alle origini della poesia ligure: canto genovese di crociata



Giorgio Amico

Alle origini della poesia ligure: canto genovese di crociata


Nel 1095 il Concilio di Clermont bandì la prima crociata per liberare la Terrasanta dai Turchi. Ugo di Chateaunef d’Isère, vescovo di Grenoble e Guglielmo I, vescovo d’Orange furono inviati a Genova a chiedere l'invio di viveri e volontari, per l'armata dei crociati.
Il 24 Luglio 1097, la flotta genovese, composta da dodici galee e da una nave da carico, salpò verso la Terra Santa. I partecipanti erano circa quattromila, la nave ammiraglia era la "Grifona", comandata da Guglielmo Embriaco che, grazie alle sue doti diplomatiche e all'aiuto della Chiesa aveva ottenuto che le altre città rivierasche inviassero volontari da usare come vogatori in cambio di future concessioni sulle terre strappate ai musulmani.
Il 15 luglio 1099 la conquista della Città Santa fu realizzata grazie soprattutto all'uso di grandi torri d'assedio costruite col legname ottenuto dallo smantellamento di alcune navi genovesi.
La politica dell'Embriaco, molto vicino a Goffredo di Buglione, comandante della spedizione, permise a Genova di ottenere importanti concessioni in Oriente e di costruire una rete di colonie, diventando così la prima potenza commerciale del Mediterraneo.
La partecipazione alle crociate segnò in profondità la vita della città in tutti i suoi aspetti. Lo dimostra questo canto del 1269 che rappresenta una delle prime manifestazioni della poesia ligure in volgare.





I Xzeneijzi cum Maria
se fan bonna compagnia
pe trovar ne 'l Sepulchro
Jesu Christo forte et pulchro.

Ne ro mar cuncti navili
sun co' signo de la cruxe
benedicta et suave,
cuncti cantan Agnus Ave.

Delectissima Maria
ke sé mostra delecia
lo to fijo k'à perduo
Juda tristo l'à venduo.

Jerusalem se spracia
ti Xzenejzi se desfacia
per redarte in compagnia
Jesus Kriste, Ave Maria.

Benedicimus et gloriamus
Kriste beate et hostia sancta
cum tuo spiritu, Kriste beate
Ave Maria, Kriste beate.

De majo se canta
de junio se danza
per amor
et per possanza
de Kristo et Maria
pin de cortesia.

(I Genovesi con Maria si fanno buona compagnia per ritrovare nel Sepolcro Gesù Cristo forte e bello. Sul mare tutte le navi portano il segno della croce benedetta e soave, tutti cantano Agnus Ave. Dilettissima Maria che sei nostra delizia il figlio che hai perso Giuda malvagio lo ha venduto. Gerusalemme si squarcia i Genovesi si imbaldanziscono per ridarti Gesù Cristo, Ave Maria. Benediciamo e glorifichiamo Cristo beato e l'ostia santa col tuo spirito, Cristo beato Ave Maria, Cristo beato. In maggio si canta in giugno si danza per amore e per potere di Cristo e Maria pieni di cortesia.)