Un libro ricostruisce
la presenza di Piero Manzoni ad Albisola, a metà del secolo scorso
vivacissimo punto di incontro delle avanguardie artistiche.
Piero Manzoni ad
Albisola
Il volume inaugura una serie speciale della collana Pesci rossi, realizzata in stretta collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, che da sempre svolge e promuove studi sull’artista, nell’anno del cinquantesimo anniversario della morte dell’artista.
Una visione
internazionale. Piero Manzoni e Albisola è il primo di una serie di
pubblicazioni nate da questo sodalizio, coordinate da Rosalia
Pasqualino di Marineo, che intendono approfondire aspetti specifici
della ricerca intorno a Piero Manzoni e il suo tempo, grazie a
materiali e documenti a volte inediti.
Con la sua eccezionale
ricchezza d’immagini e contenuti, il libro documenta la complessità
di rapporti e motivazioni che hanno contribuito in maniera
fondamentale all’evolversi della creatività di uno dei
protagonisti indiscussi della scena artistica della seconda metà del
XX secolo.
Tra gli anni cinquanta e
anni sessanta la cittadina ligure di Albisola, famosa per la
lavorazione della ceramica, divenne un autentico crocevia
catalizzatore d’incontri e sperimentazioni internazionali nel
panorama artistico contemporaneo. Piero Manzoni che sin da bambino vi
trascorreva lunghi periodo estivi con la famiglia, si trovò in un
ambiente ricco di stimoli e ispirazioni.
Attraverso una puntuale
verifica delle fonti bibliografiche, documentarie e testimoniali, è
stato possibile ricostruire storicamente le vicende biografiche e
l’attività espositiva di Manzoni in contesto albisolese (molte
opere cruciali di Manzoni, come ad esempio le Linee, sono state
esposte per la prima volta ad Albisola) e documentare una serie di
importanti relazioni ad esso legate, ritrovando opere e testi
inediti.
Il volume ricostruisce ad
esempio le vicende di alcuni Achrome legati al contesto di Albisola
(tele grinzate, cucite e oggetti), oppure ancora definisce quali tra
le Linee, che Lucio Fontana riteneva l’opera più importante di
Manzoni, fossero presenti nella prima mostra dedicata a questo ciclo,
tenutasi nel 1959 nella cittadina ligure (tra di esse, la Linea m
9,48 acquistata in quest’occasione dallo stesso Fontana).
L’anno successivo
Manzoni presenta ad Albisola anche i suoi Corpi d’aria e la
località ligure è in parte luogo di elaborazione del progetto per
il Placentarium, teatro pneumatico concepito per la rappresentazione
dei Balletti di luce dell’amico artista tedesco Otto Piene.
La nota Merda d’artista
trova altresì la sua prima apparizione pubblica in una mostra
albisolese, nell’estate del 1961. Ad Albisola Manzoni instaura
fecondi rapporti con altri artisti di rilievo internazionale e da qui
scrive lettere interessantissime a colleghi e amici, di grande
importanza per la ricostruzione di rapporti, motivazioni e vicende
fondamentali legate all’attività dell’artista.
(Dalla pagina Facebook di
Ale Hozro)
Francesca Pola
Piero Manzoni e Abisola
Una visione internazionale
Electa, 2013
Piero Manzoni e Abisola
Una visione internazionale
Electa, 2013
euro 22