Giorgio Amico
Complottismo: il
marxismo degli imbecilli
Quando Shakespeare
nell'Amleto afferma che esistono più cose fra cielo e terra che in
tutti i libri di filosofia, si riferisce chiaramente all'odierno
fenomeno delle scie chimiche. E' chiarissimo, come dubitarne?
Quattrocento anni fa non esistevano ancora i jet? E allora? Questione
di dettagli, prima o poi su facebook il Giacobbo di turno ci offrirà
una approfondita e convincente spiegazione anche di questa apparente
contraddizione.
D'altronde, se la legge
sulle vaccinazioni obbligatorie è funzionale al business delle case
farmaceutiche e i dati sulle violenze sessuali a quello dei Centri
anti violenza o se dietro l'ISIS e Barcellona c'è la CIA (come ci è capitato
ancora oggi di leggere su FB), anche questa nostra teoria di uno Shakespeare
5 Stelle ha una sua dignità innegabile.
Al tempo in cui si
frequentavano i bar (negli anni '60 luogo cardine della sociabilità
maschile), non c'era volta in cui parlando di politica qualcuno non
ti tirasse da parte e, col tono di voce basso di chi sa, ti mettesse
a parte del grande segreto che rendeva tutto intellegibile, semplice
e chiaro. Sempre uguali le modalità: dall'inizio (“ti spiego io
cosa c'è dietro”) alla fine (“anche un cretino può capirlo”).
Insomma: una epifania a misura di imbecille.
Oggi i bar non esistono
più, soppiantati da Facebook che ne riproduce su scala planetaria
banalità e luoghi comuni, dalle donne “tutte puttane” alla
politica “tutti ladri”. E non c'è destra o sinistra che tenga,
il “pensiero” complottista è rigorosamente unico, solo ognuno lo declina
secondo i propri personali fantasmi: la CIA, il Vaticano, i
comunisti, i fascisti, l'Islam, l'Europa, le banche, la Massoneria e
naturalmente i soliti immancabili “perfidi giudei” (il più delle
volte pudicamente chiamati “Israele”).
La destra ovviamente non
ci fa specie, in qualche modo ce l'aspettiamo. D'altronde basta
leggerne i giornali. Il complottismo di sinistra invece ci stupisce
sempre anche se ormai dovremmo essere vaccinati. Come Peppino nei
film di Totò, il cretino di sinistra con una parola (banche,
sistema, capitale) pensa di aver detto tutto. Tanto di cos'altro ci
sarebbe bisogno? E tutto così chiaro, che appunto anche un cretino
lo capisce.
Marx, che con tutti i
suoi limiti e difetti pure un poco di marxismo si intendeva, passò
la vita a farsi beffe di chi riduceva il suo pensiero ad una
formuletta, a chi con uno schemino pensava di risolvere problemi
complicatissimi.
Certo che c'entra il
capitale! In una società dove tutto (compresi i rapporti sociali) è
ridotto a merce e spettacolo, è ovvio che ogni cosa, rivoluzione
compresa, diventi occasione di business per qualcuno (magliette del Che e turismo politico a Cuba tanto per fare due esempi banali). Ma questo in
sé non spiega nulla se non il carattere mercantile della società in cui ci tocca vivere.
Quanto poi alla politica
interna e internazionale, è almeno dal Tucidide (per non scomodare il
solito Machiavelli) della guerra fra Sparta e Atene che tutti
cercano di utilizzare tutti per i propri giochi. Certo, per restare più vicino a noi, il Kaiser
finanzia il rientro di Lenin in Russia e il governo francese l'uscita
de Il Popolo d'Italia di Mussolini, ma di qui a dire che la
rivoluzione russa o il fascismo siano stati il frutto di complotti
orditi altrove ce ne passa.
Insomma, gira gira, è sempre la teoria del Grande Vecchio che ritorna. Il tentativo consolatorio di spiegare l'esistenza del male (che non possiamo o vogliamo accettare) personificandolo in una entità riconoscibile da cui ci si possa difendere. Una volta ci si limitava a tirare in ballo Satana e non c'era bisogno d'altro. Oggi la società è più complessa e dunque anche l'isteria complottarda si fa più complessa e articolata. La caccia alle streghe invece non è cambiata, utilizza tecnologie moderne, ma opera secondo le stesse elementari modalità concettuali. Facebook docet.
A questo punto ci
verrebbe da invitare i “compagni” in servizio permanente
effettivo contro le FODRIA (le vecchie “forze della
reazione in agguato” tanto care alla tradizione stalinista italiana), a
smanettare di meno e a leggere qualche libro di più, se non fosse
che in questo modo si incentiverebbe il business dell'industria
editoriale. Dunque, meglio astenersi. E' così chiaro che anche un
cretino può capirlo.