TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 18 settembre 2017

Sandro Lorenzini, uno sguardo sul mito




Giorgio Amico

Sandro Lorenzini, uno sguardo sul mito

Una pagina di Facebook ci ha riportati al 1986, ad una mostra grandiosa di Sandro Lorenzini sul Priamar, la “fortezza” come la chiamano i savonesi, cuore della città. Luogo di memorie ambivalenti , simbolo del dominio genovese, certo, ma anche glorioso “oppidum alpinum” capace secondo Tito Livio di opporsi ai Romani.

Su queste mura possenti, su questi spalti erbosi, in questi cortili d'ombra, tra la città e il mare, Sandro ha costruito le tappe di un mito, attraverso figure archetipali di grande suggestione.

“Il mito – scrive Eliade – non è il contrario della realtà, è prima di tutto un racconto la cui funzione è ri­velare in che modo qualcosa è avvenuto all'essere”. Una ierofania, la rivelazione del sacro. Per questo all'uomo, anche quello moderno, piacciono i miti. Non perché sono favole, ma perché rispondono ad una domanda di significato. “L'uomo moderno – è la conclusione di Eliade - ama sentir raccontare delle storie e raccontarne, perché è un modo per reinserirsi in un mondo articolato e significante”.

La mostra di Lorenzini, in una città nel pieno di una crisi di identità che oggi appare ancora irrisolta, indicava un percorso di riscoperta, un inizio nuovo. Insomma un segno di speranza.

Così allora vivemmo quell'evento, così oggi lo ricordiamo riproponendone alcune immagini.