TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 11 marzo 2024

Genova nei ricordi di un giovane viaggiatore argentino (1843)

 



Italia, nelle tue città è la tua poesia, non nei tuoi poeti, tu non scrivi; fai poesia.

J.B Alberdi


Juan Bautista Alberdi (Tucumán, 1810-Parigi, 1884) nacque a Tucuman in Argentina. Era figlio di un mercante spagnolo e di una signora, della buona borghesia di Tucumán. Convinto democratico e sostenitore della rivoluzione repubblicana, ebbe una gioventù scapigliata. Abbandonò gli studi universitari nel 1824 per dedicarsi alla musica. Infine studiò legge e nel 1840 si laureò in giurisprudenza a Montevideo. Filosoficamente era autodidatta, ma aveva una buona conoscenza del pensiero liberale. In particolare fu influenzato dalle opere di Rousseau, Bacon, Buffon, Montesquieu, Kant, Adam Smith, Hamilton e Donoso Cortés.

Nel 1843 andò in Europa per conoscere da vicino gli usi e i costumi delle principali nazioni. Tornato in America si stabilì a Valparaíso (Cile) dove esercitò la professione forense. Massone, fu l'ispiratore della Costituzione argentina del 1853.

Entrato nel corpo diplomatico, dopo il 1859 compì alcuni viaggi in Europa per ottenere il riconoscimento della repubblica argentina da parte delle principali potenze europee. Nel corso di queste missioni incontrò l'imperatore Napoleone III, il papa Pio IX e la regina Vittoria di Inghilterra. Svolse attività diplomatica per quattordici anni e nel 1878 fu nominato deputato al Parlamento nazionale. Morì a Parigi nel 1884.

Autore molto prolifico di studi giuridici e di politica internazionale, scrisse anche note di viaggio dove minuziosamente annotò impressioni e ricordi. Un libro, pubblicato a Barcellona nel 2021, ne raccoglie alcune fra le più interessanti.

Un capitolo riguarda Genova dove soggiornò quasi un mese durante il suo primo viaggio in Europa. Un viaggio di formazione compiuto nel 1843 a poco più di trent'anni. Ne riprendiamo la parte più interessante, relativa al viaggio e alle impressioni che la città gli suscitò. Impressioni, come si vedrà, controverse. Lo colpì la maestosità delle vie principali, ma anche la dimensione ridotta dei vicoli. Gli piacquero i caffè che trovò eleganti e colti, vere e proprie sale di lettura. Molto meno lo colpirono le donne che trovò poco eleganti. Da buon americano, democratico e repubblicano, fu stupito dallo sfarzo dei nobili e dall'onnipresenza della Chiesa.


Giorgio Amico