TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 16 dicembre 2009

Tre lettere da Oneglia di Benito Mussolini (1908)


Il porto di Oneglia agli inizi del '900

Socialista rivoluzionario, emigrato in Svizzera, rientrato in Italia grazie a un’amnistia, Benito Mussolini soggiornò nel 1908 per qualche mese ad Oneglia dove lavorò come insegnante. L'accoglienza fu ottima, tanto da fargli scrivere anni dopo: “A Oneglia mi ambientai facilmente. Il comune era amministrato da socialisti. Simpatica città dalla gente franca e ospitale!”. Impressione positiva confermata da una lettera di Manlio Serrati al più famoso fratello Giacinto Menotti, allora esponente di punta del PSI, in cui parlando del giovane Mussolini si dice: “Fece a tutti ottima impressione, per cui entrò subito in confidenza con ognuno di noi … mi ha diggià promessa la sua assidua collaborazione all’anemica Lima, e dell’opera sua ne sentiamo più che mai il bisogno, per scuotere l’indolenza dei redattori tutti …”.
Direttore de “La Lima” Mussolini vi pubblicò numerosi articoli tra cui una serie di scritti anticlericali firmati con lo pseudonimo “vero eretico”. Lo scandalo fu grande, tanto da costringerlo ad abbandonare la città rivierasca.

Benito Mussolini

Tre lettere da Oneglia a Giacinto Menotti Serrati

3 marzo 1908

Caro Serrati
sono nel tuo paese d'origine, ad Oneglia, ed ecco come. Tu sai che qui c'è un collegio ed una scuola tecnica privata. Ho concorso e sono stato nominato professore di francese in queste scuole.
Giunto ieri sera, mi sono presentato al collegio perché oltre all'insegnamento, devo o dovrei fare un po' di assistenza interna e dormire in camerata.
Fin qui nulla di straordinario. Però questo collegio che s'intitola pomposamente civico è in realtà clericale. Sopra ogni letto c'è una Madonna, e s'iniziano e si chiudono i pasti col segno della croce. Si dicono le orazioni mattina e sera, si va a messa ed altre simili amenità.
Stupito, mi sono presentato stamani dal censore e gli ho dichiarato che le mie convinzioni mi vietano non solo di partecipare, ma semplicemente di assistere a pratiche religiose qualsiasi e di esser pronto a rinunciare al posto piuttosto che scendere a prostituire le mie idee. Ho domandato il vitto e l'alloggio in contanti.
Il censore ha detto che riferirà al direttore e mi darà una risposta. Intanto mi sono presentato al Compagno Ennio Gandolfo, sindaco; credendo che il comune avesse qualche ingerenza nella scuola tecnica, ma Gandolfo mi ha assicurato che il Comune non c'entra.
Se la direzione del collegio non mi dispenserà dall'assistenza interna, rinuncio all'impiego, magari a costo di lavorare nelle calate del porto di Genova. Ora che sono a Oneglia, avrei caro di conoscere prima di tutto la tua famiglia e i compagni locali.
Fammi tu, che mi conosci, delle "credenziali" e raccomandami. S'iniziano a giorni dei grandissimi lavori e potrei occuparmi come assistente, marcatore o altro.
Spero tuttavia che la direzione accoglierà la mia domanda in omaggio a quella libertà di coscienza che il censore ammette e sostiene.
Se resterò a Oneglia, tornerò a lavorare per il Partito.
Gandolfo mi ha detto che il bisogno non manca. Vi potrei essere utile anche in una prossima possibile candidatura politica.
Scrivimi dunque sollecitamente Collegio Civico Oneglia.
Nell'attesa ricordami agli amici. Fraternamente tuo
Mussolini

Oneglia, 15 marzo 1908

Caro Serrati
tirami le orecchie, ma ascolta le giustificazioni del lungo mio ritardo a risponderti.
Sebbene in questi giorni io abbia lavorato, e lo vedrai dalla "Lima", pure il tempo di scriverti l'avrei avuto, ma ho aspettato di mettermi definitivamente a posto.
La questione col Collegio l'ho risolta e a mio favore. Del resto io avevo posto una specie di aut aut. Dormo fuori e finite le mie ore di scuola che da 20 settimanali sono giunte a 34, sono perfettamente libero.
Passo la sera in compagnia dei tuoi fratelli, dei compagni e ti ricordiamo spesso. Quando non ho nulla da fare, passo il tempo nella farmacia "Imperia" del Compagno Ravotto che fu tuo condiscepolo al Liceo di Mondoví.
Mi trovo bene.
Non ho niente altro da scriverti. L'articolo su Marx sarebbe stato una pillola del genere di quello pubblicato sulla "Lima" e ho voluto risparmiarti una gastrica.
Ti stringo affettuosamente la mano
Tuo Mussolini

23 giugno 1908

Caro Serrati ,
ho saputo da tuo fratello Lucio qui giunto ieri sera che ti è stata proposta la direzione della "Provincia di Mantova" e che l'hai rifiutata per ragioni personali e di Partito,
Credi che io potrei assumermi tale compito? Se sí, proponimi, se no lascia cadere e non farne parola. Nota che sarei disposto ad accettare un mensile di molto minore di quello che ti si offriva e non per crumiraggio (crumiraggio che si risolverebbe a favore del Partito) ma per vedere se mi è possibile d'introdurmi nel giornalismo quotidiano. Tu mi conosci da lungo tempo e sai ciò che valgo.
Mi rimetto nelle tue mani.
Fra l'altro sono nuovamente senza posto. La scuola tecnica privata si chiude ed il Comune proletario che spende migliaia e migliaia di lire per il Liceo che dà come quest'anno otto licenziandi candidati alla scuola di Modena, non trova modo di istituire una scuola tecnica pareggiata comunale nella quale potrei occupare la cattedra di francese. Fra pochi giorni e precisamente al trenta lascio Oneglia per ritornare in Romagna. Da Oneglia porto meco un ricordo lietissimo: è una città in cui sarei restato volentieri: quanto al socialismo locale tu sai che si riduce quasi esclusivamente alla lotta politica elettorale; le organizzazioni economiche ci sono, ma non si sa precisamente dove siano e soprattutto cosa facciano. C'è una Lega dei gialli, che domani parteciperà alla processione di San Giovanni, portando le bandiere e i baldacchini. L'opera poi delle Amministrazioni e in particolar modo quella della Congregazione di Carità, è ostacolata con ogni mezzo dall'ormai famoso Prefetto Rovasenda. La laicizzazione delle scuole femminili della Congregazione di Carità segnerà l'inizio di una grande battaglia.
"Imperia" è ancora molto molto lontana. Non se ne parla piú. Aspetto una tua sollecita risposta, sino al 30 Puoi scrivermi qui al solito indirizzo; dopo a Dovia (Forlí). Ti saluto affettuosamente
Tuo Mussolini