TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 2 febbraio 2010

Futurismo a Savona, intervento di Lucio Vasta




A differenza della maggioranza dei blog, Vento largo ha scelto di non ospitare i commenti dei lettori, considerato (da ciò che si vede in casa d'altri) che il più delle volte questi si riducono a semplici adesioni emotive o a manifestazioni viscerali di dissenso. Non ci piace la superficialità nè la banalità, il parlare per parlare. Vogliamo con i nostri post (che spesso richiedono una lettura attenta) suscitare curiosità, stimolare riflessioni. Per questo pubblichiamo con grande piacere questa mail dell'amico Lucio Vasta "Cervellatore", instancabile costruttore di situazioni, pittore, scultore, fotografo, poeta, o (come ama definirsi) "artista generico non a scopo di lucro".

Lucio Vasta

A proposito di "Futurismo a Savona. Omaggio a Stelio Rescio"



Caro Giorgio,

Ho aspettato un po' a risponderti perché volevo prima leggere il tuo libro e aspettare anche che il contenuto decantasse per vedere cosa rimane nella mia testa. Ora proverò ad esporlo. Innanzi tutto nessuna critica anzi, dopo averlo letto resta la necessità di approfondire l'argomento " FUTURISMO", e questo è certamente un merito. Le cose chiare ( magari sbagliate) che mi restano sono diverse, diciamo che è evidente quanto il futurismo fosse un movimento artistico rivoluzionario, teso ad un radicale contrasto con la cultura borghese dominante di fine ottocento. Deve avere avuto un impatto formidabile e non mi pare che sia stato influenzato dal fascismo ma forse è vero il contrario. Certo è che il superamento culturale è artistico e si radicalizza nel mito del dinamismo, delle macchine e dell'industria; ma la differenza con la ... come dire, ...situazione rivoluzionaria e post rivoluzionaria comunista è che nel futurismo sparisce l'uomo come comunità ed il rapporto con il mondo è si rivoluzionario ma estremamente individualista o quanto meno settario. Da cui il gesto dinamico ed il rapporto con il nuovo, ben rappresentato dal mito dello scontro fine a se stesso e della velocità, è un divenire erotico di pulsioni irrefrenabili. Tutto questo ai giorni d'oggi fa forse sorridere e certamente scandalizza la posizione "anti- femmina" ma sforzandosi di riportarsi virtualmente a quei tempi è comprensibile come, in antitesi violenta al mondo di fine ottocento borghese e stucchevole dove la donna era si esaltata ma solo come gradevole contorno, si sia passato al disprezzo della domma enunciato perfino nel manifesto del Figarò. E con questo viene superato anche tutto il realismo di Zola e colleghi.

Interessantissimo il tentativo, anche questo rivoluzionario e distruttivo, del superamento dell'arte, con la produzione in serie industriali: l'arte per ciascuno disponibile facilmente. Quì mi pare di capire si innesta l'asse Torino- -Savona, dove Torino è l'indiscussa capitale industriale e Savona con l'industria artigianale della ceramica di Albissola e con l'industria del fuoco ( siderurgia e vetro). Condizioni ideali che permettono il radicarsi in riviera di uno zoccolo duuro di futuristi e ( mi pare incredibile) futuriste.

Notevole interessante e importantissimo sono l'articolo di Gramsci ed il tuo pezzo conclusivo che ben spiega la convergenza rivoluzionaria di decostruzzione del presente e costruzione di una nuova cività dinamica di massa, ma mi pare di capire che quel che differenzia il risultato auspicato é la necessità per i comunisti ( il proletariato non può fare a meno dell'industria e di tutto il suo corollario anche culturale e artistico), e l'idealità per i futuristi ( l' eroe-dinamico aspira ad un connubio oserei dire una fusione con la macchina e la fabbrica per ottenere un nuovo uomo tutto muscoli acciaio e cuore).


(...)