TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 15 febbraio 2011

Da leggere: Ricomporre Ipazia



Un libro scritto da un gruppo di donne che testimonia di un percorso collettivo partito da lontano, dall'esperienza della Biblioteca delle Donne di Savona, per giungere oggi ad interrogarsi sull'attualità del pensiero e della figura di Ipazia, la filosofa alessandrina del V secolo dC. Ne pubblichiamo l'introduzione che chiarisce il senso del lavoro.

Perché parlare di Ipazia oggi?

Maestra, scienziata, filosofa e politica nel difficile contesto di Alessandria d'Egitto tra il IV e il V secolo d.c., in una città letteralmente dilaniata dai conflitti etnici e religiosi, ai tempi della dominazione romana e delle cruenti lotte per la conquista del potere tra i gruppi esistenti di ebrei ed elleni e il cristianesimo delle prime espansioni, seppe imporsi con grande forza e autorevolezza in un mondo comunque dominato dagli uomini, una donna che scelse la libertà e la filosofia pagando con una morte esemplare ed atroce: forse per questo la Storia, scritta dai vincitori-uomini, l'ha rimossa e dimenticata.
Questa splendida figura dell'antichità, ci pone interrogativi e riflessioni innovativi oggi come allora, alla luce del nostro cammino di donne passate attraverso gli anni del femminismo e coscienti di vivere in un presente certamente contradditorio, ma ancora denso di fermenti mai sopiti, desiderose di far emergere i numerosi esempi di donne di valore, madri simboliche di tutte noi.
Parliamo di Ipazia come “Eredi biblioteca delle donne”: perché questo nome?
La biblioteca, simbolo e memoria della storia del femminismo a Savona è ritornata a vivere proprio l'8 marzo 2010, grazie all'ospitalità e all'opera di molte donne e insegnanti del Liceo Scientifico “ O. Grassi” di Savona.
L'eredità che abbiamo ricevuto e che siamo fiere di lasciare come testimonianza alle nuove generazioni è fatta di tante esperienze e riflessioni, di battaglie e di condivisione, ma anche di materiale documentario e librario che si era prodotto negli anni 70 e 80 quando si era formato anche a Savona un nucleo di donne che si rifacevano ad una politica delle donne differente e distinta rispetto alla tradizione emancipazionista dei movimenti femminili di ispirazione liberal-democratica e di sinistra.
Su questa linea di riferimento e sulla scia di riflessioni rispetto al femminismo oggi, ci siamo lasciate subito coinvolgere dal film “Agorà” del regista Amenàbar, recentemente uscito in Italia, che presenta la figura di Ipazia nell'agorà del suo tempo.
Il film, piacevole e abbastanza corretto dal punto di vista della ricostruzione storica, in realtà non pone al centro del discorso la figura della grande filosofa, che pure emerge e domina la scena con la forza della sua autorità, lasciando sullo sfondo il clima di oppressione e intolleranza che la circonda, infatti non affronta fino in fondo i nodi profondi che la storia di Ipazia solleva.
L'uscita del film ha suscitato discussioni e dibattiti sui media e nei contesti culturali, ma in genere è stato approfondito più l'aspetto delle lotte tra poteri politici e religiosi e poco quello della donna così autorevole nella cultura del tempo, in quel mondo patriarcale nel quale ella si muoveva con grande agio .
Ciò è successo anche al Filmstudio di Savona che ha proposto un dibattito molto partecipato e intellettualmente onesto, centrato quasi interamente sul contesto storico del momento e decisamente tutto al maschile.
Abbiamo così pensato di organizzare una serata di approfondimento e dibattito pubblico che fosse al tempo stesso motivo di crescita culturale per noi, ma anche momento politico di apertura all'esterno: una sfida per questi tempi di riflusso, spettacolarizzazione della politica e della cultura e frenetica evasione dalla riflessione critica.
Siamo state stimolate, anche grazie all'interesse e alla disponibilità di Giuliano Arnaldi, a cui va il nostro sentito ringraziamento, che con il MAP (Museo Arti Primarie) si occupa di arti a tutto campo ed è particolarmente sensibile ai temi del ruolo e della visione della donna nelle società primarie: importante è stato il suo contributo nella riuscita della serata.
La nostra visuale nell'approfondimento dell'argomento è quello della differenza sessuale, abbiamo infatti scelto di analizzare, attraverso le scene del film, la donna Ipazia, nelle sue vesti di Maestra, Astronoma e Scienziata, Filosofa e Politica libera e autorevole in tutti i luoghi pubblici, normalmente riservati agli uomini, così come ce la descrivono le fonti dell'epoca, da noi riprese dal libro fondamentale di Gemma Beretta studiosa e filosofa vicina alla “Libreria delle donne” di Milano, “Ipazia d'Alessandria” .
Il lavoro, frutto di elaborazioni comuni, riflette sia l'iter preparatorio, fatto di incontri, letture, visioni del film e discussione sulle scene da evidenziare, sia il pensiero delle relazioni vere e proprie presentate durante la serata.
Il testo presenta, tra un capitolo e l'altro, la breve descrizione delle scene del film che ci sono sembrate significative rispetto ai temi da noi approfonditi: in alcuni casi abbiamo evidenziato le differenze tra l'interpretazione del regista e le fonti storiche documentarie.
Nella stesura scritta poi, si è svolta un' ulteriore ricerca dei temi trattati e della bibliografia di riferimento, in modo da rendere più completo e ampio il lavoro.
Volutamente abbiamo scelto di lasciare il più fedele possibile il resoconto del dibattito al fine di dar conto e valutare il livello di ricezione del messaggio che si è voluto trasmettere.
Ci è sembrato importante, inoltre, lasciare traccia scritta del nostro lavoro affinché ne resti memoria per ulteriori approfondimenti e utilizzi in altri ambiti, anche in vista di progetti richiesti da insegnanti, da svolgere nelle scuole superiori di Savona.


Eredibibliotecadonne
Ricomporre Ipazia
TribaleGlobale, 2011
Euro 10


(Per informazioni e richieste del volume contattare cedoc.sv@gmail.com )