TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 9 febbraio 2011

Sus la traça di records/Sulla scia dei ricordi



Sus la traça di records / Sulla scia dei ricordi

Domenica 20 febbraio alle ore 16 nel Museo Sòn de Lenga di Espaci Occitan si inaugurerà la mostra Sus la traça di records. Visitabile sino al 20 marzo, la mostra presenta originali e suggestive immagini del fotografo Roberto Beltramo, ispirate dalla genuinità dei versi scritti da Tiziana Raina nella variante occitana elvese. Per l’occasione Rosella Pellerino leggerà alcuni testi dell’autrice.

Nazarena Braidotti scrive della mostra:

“Seguire la traccia, affinare la sensibilità, scrollarsi di dosso gli umori, i rumori e le complessità del contemporaneo per accogliere frammenti di ricordi che adagio si ricompongono: ecco la proposta! Un sentiero di poesie per chi sa l’occitano, un sentiero per tutti: le fotografie. Un regalo che ci fanno Tiziana Raina e Roberto Beltramo: poesia diversa, di parole e di luce, da cui lasciarsi prender per mano e portare a “casa”. Sentieri di semplicità pulita quelli della poesia di Tiziana dove la ”o” occitana, inconsueta all’orecchio dei
più, diventa richiamo irresistibile per chi è nato in quelle valli; dove una “quioco” si scrolla di dosso il silenzio dove l“aiguio” ci porta con sé ad altezze vertiginose per abbracciare nell’insieme tutte le bellezze della Val Maira e far dimenticare la fatica delle giornate, le baite abbandonate, la solitudine. Le immagini di Roberto Beltramo allora intervengono, con la loro bellezza, a scrivere in un linguaggio compreso da tutti la poesia della luce e delle piccole cose che scende diretta dagli occhi al cuore: le camicine bianche appese ad asciugare davanti al camino, l’affondare del corpo nel profumo dei prati in fiore, il limpido riflesso dei ghiacci e il gioco delle nuvole in alto dove gridano le aquile, ma anche l’indicibile gelo delle sedie vuote e il lavoro dei “caviè” cristallizzato nella cera di un museo. Due tracce di poesia dunque, diverse ma preziose entrambe, per questo bisogno di agganciare la nostra vita a quella della nostra terra e dei nostri predecessori: passo dopo passo, seguiamo la scia dei ricordi! E per chi, troppo giovane, non ha costruito ricordi comuni, questa mostra è un bel momento di emozioni, un ritrovare anche solo un frammento di dialogo rimasto lì dall’infanzia, un invito a conservare e trasmettere le proprie radici, il patrimonio linguistico, la bellezza del territorio”.



Per informazioni: Espaci Occitan, via Val Maira 19 – Dronero, tel/fax 0171 904075, segreteria@espacioccitan.org e http://www.espaci-occitan.org/