SAN BIAGIO DELLA CIMA
sabato 12 luglio 2014
ore 20.30.
‘Itinerari di
letteratura 2014’ (10a edizione)
’Mandali su da me
alla prima notte di luna...’
Itinerario notturno
sui luoghi di Francesco Biamonti. Ritrovo alla Chiesetta
dell'Annunziata
"Varì lasciò Luvaira che
era tardi.
Prese una mulattiera che
saliva in una gola buia e raggiunse un dosso di pietrischi. Lo agirò
e riprese a salire per le fasce di Aùrno.
«Ne abbiamo fatto del
cammino assieme, - pensava salendo, - ne abbiamo conosciuti nomadi e
viandanti. Eravamo due passeurs onesti, lui di mestiere io a tempo
perso. Non abbiamo mai lasciato nessuno di qua del confine».
Adesso andava su fasce
d'argilla marnosa con ulivi grandi agitati da una brezza ch'era come
un vento. Tra quegli ulivi aveva la sua casa e più in là, protette
dagli ulivi e dalle rocce, le colture floreali.
«Ne abbiamo fatto di cammino insieme, - tornò a dirsi mentalmente. - Lui adesso viaggia per altre terre: del silenzio, della penombra».
«Ne abbiamo fatto di cammino insieme, - tornò a dirsi mentalmente. - Lui adesso viaggia per altre terre: del silenzio, della penombra».
Le colline erano scure, e
scure anche le montagne contro il cielo stellato. Solo la Cimòn
Aurive aveva i crinali verso il mare toccati da barlumi.
S'alzò presto. Ma trovò
la terra indurita dal freddo e preferì il sole prima di mettersi a
innaffiare. Con l'acqua quella terra dura avrebbe morso le radici.
Mentre aspettava, vide
Sabèl venire sul sentiero. Non l'aveva mai vista venire ad Aùrno a
quell'ora. Camminava veloce nei fremiti del mattino, e dietro di lei
il sole entrava nelle cime degli ulivi e le argentava.
- Mi dispiace, - le disse, - sapessi quanto mi dispiace per «barba» Andrea.
- Mi dispiace, - le disse, - sapessi quanto mi dispiace per «barba» Andrea.
- S'è accasciato per
strada, in paese: non ha più detto una parola non mi ha neppure
riconosciuta quando l'ho chiamato.
- L'hai chiamato?
Trovava crudele chiamare
chi se ne andava.
Sabèl tocco le foglie di
una waldorf: le restò sulle dita una sorta di polvere.
- Si coprono di polvere
per non traspirare, - egli disse. -Se continua questo secco non
riusciranno a portare il fiore.
Chinate dall'aria tutte
le mimose si raccoglievano dolcemente nella gran luce.
Gli sembrava che la donna
guardasse il confine, desolato crinale che il sole invetrava. Poi lei
gli prese la mano. Era salita, disse, per parlargli, per chiedere un
consiglio, e non ci riusciva... Ecco, per farla breve: «barba»
Andrea teneva nascosti due clandestini e adesso lei non sapeva cosa
farne. Di abbandonarli non se la sentiva. Erano un bulgaro e una
rumena, una rumena molto bella che le ricordava una ragazza
conosciuta anni prima, quando andava a fare la stagione della mimosa
sulla Corniche d'Or.
- Li fai partire alla
prima notte chiara. Adesso no, adesso è scuro, e se adoperano la
lampada li vedono da lontano.
- E se andassero di
giorno?
- Li prenderebbero di
sicuro.
- Non conosci un passeur?
non possiamo trovare qualcuno?
- Ce n'è, ma sulla
costa, molto infidi. Io non li metterei nelle loro mani. Rischiano
meno a tentare da soli: se li prendono tutt'al più si fanno qualche
mese nel campo di Latina. Ora dove sono?
- Sopra il paese, in un
fienile.
- Nella casetta della
Boeira?
Era una casetta con un
mandorlo sulla porta sempre carico di colombi. Quanta gente vi aveva
nascosto Andrea in tanti anni! Lo ricordavo al lavoro, gli sembrava
di rivederlo: si faceva pagare per strada, non avvertiva quando
passavano il confine, e s'allontanava di colpo: «Ecco, siete in
Francia, andate!» perché non fossero tentati di riprendergli i
soldi.
- A che pensi? - lei
disse imbarazzata.
- Mandali su da me alla
prima notte di luna. Sarà meglio che li accompagni io."
(Da: F. Biamonti, Vento largo)