TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 1 luglio 2014

Pèire Bèc. Ricordo di un grande occitanista.

Ricordo di un grande occitanista.

Giorgio Amico

Pèire Bèc 


E' mancato Pèire (Pierre) Bèc, grande scrittore e linguista occitano. Aveva 92 anni. L' Occitània perde con lui uno studioso di straordinario valore e un militante appassionato.

Agli inizi degli anni '70 intraprese un lavoro scientifico per uniformare l'occitano su basi razionali e sistematiche.

Nato a Parigi nel 1921, di madre creola e di padre occitano, crebbe a Casèras (Comenge). Dal 1943 al 1945 fu prigioniero di guerra in un campo nazista. Dopo la guerra completò i suoi studi linguistici a Parigi specializzandosi in occitano antico e moderno.

Professore all’Università di Poitiers, fu direttore del Centro di Studi Superiori di Civiltà Medievale e presidente dell’Istituto di Studi Occitani (IEO). Negli ultimi anni aveva partecipato all'attività del Consiglio della Lingua Occitana (CLO) e dell’Istituto di Studi Aranesi-Accademia Occitana (IEA).

Tra le sue opere La langue occitane (colleccion Que sais-je?, 1963), Manuel pratique de philologie romane (1970-71), Manuel pratique d’occitan moderne (1973) oltre che racconti e il romanzo Sebastian (1980).