TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 27 settembre 2018

ANAMNESI. Beppe Dellepiane e Giuliano Galletta




ANAMNESI
Beppe Dellepiane e Giuliano Galletta
a cura di Sandro Ricaldone

29 settembre/17 ottobre 2018
Da lunedì al sabato
ore 15.00/18.00

Si inaugura sabato 29 settembre (ore 18,30), nello Spazio 21 all'ex ospedale psichiatrico di Quarto (via Giovanni Maggio 4, Genova), nell’ambito della VII edizione della manifestazione  “Quarto Pianeta” dal titolo “Insieme”, organizzata dal Coordinamento per Quarto, la mostra di Beppe Dellepiane e Giuliano Galletta “Anamnesi”, curata da Sandro Ricaldone.

La parola anamnesi, che contiene al suo interno le dimensioni della memoria, della malattia e del sacro, diventa il filo invisibile che unisce il lavoro di due artisti, Beppe Dellepiane e Giuliano Galletta, protagonisti dell'arte genovese degli ultimi cinquant'anni. Non si poteva quindi immaginare uno spazio più appropriato di quello dell’ex ospedale psichiatrico il Quarto per questa mostra che raccoglie una selezione di opere che i due artisti doneranno al Museo dell’Istituto delle materie e delle forme inconsapevoli, creato dal loro amico Claudio Costa.

I vocabolari registrano infatti alla voce anamnesi tre significati diversi. Il primo, reminiscenza, ricordo; è adoperato soprattutto nell’enunciazione di un concetto fondamentale della filosofia di Platone, per cui la conoscenza vera si fonda sull’anamnesi delle idee conosciute dall’anima in una propria esistenza iperuranica anteriormente al suo ingresso nel corpo. Il secondo riguarda la storia clinica di un malato, raccolta dal medico direttamente o indirettamente come elemento fondamentale per la formulazione della diagnosi; il terzo significato concerne invece la liturgia cristiana, e definisce la parte del canone della messa che, immediatamente dopo la consacrazione, ricorda la passione, risurrezione e ascensione di Cristo ed è detta anche memoriale.

    Beppe Dellepiane e Giuliano Galletta (26.09.2018)


Ecco il testo introduttivo di Sandro Ricaldone

La plus ou moins grande qualité plastique n’est jamais que le signe de la plus ou moins grande obsession de l’artiste par son sujet. (1)

Alberto Giacometti

Nel suo Discours aux peintres (2) René Crevel, a dispetto della sua militanza surrealista, esordiva affermando: “Davanti al dipinto più sconvolgente guardatevi dal gridare al miracolo della generazione spontanea. Hanno una radice, si aggrappano al quotidiano questi fugaci convolvoli dell’inconscio che coprono di venature il labirinto esoterico e segnano certe strade nel più inestricabile dei labirinti interiori. Possiamo riconoscere l’onnipotenza di questi fili tesi, senza essere tentati di farne delle linee di frontiera. L’analisi ha per troppo tempo, troppo impunemente, diviso e frammentato. Aveva costruito recinti attorno ai più infimi granuli di stato psichico. Ora, come ha constatato Hegel, lo spirito non è che una riserva di facoltà”.

Nell’osservare le opere degli artisti dovremmo (dobbiamo) dunque, secondo il poeta francese, ricercare questi “fili tesi”, tentare di comprendere come si leghino al quotidiano e al tempo stesso scavalcare le barriere che occultano gli “stati psichici” in rapporto ai quali si sono delineate, ritrovare il percorso che ha presieduto alla loro creazione.

A mostrarci come l’operare stesso dell’artista consista, in ultima analisi, in una ricognizione intesa a mettere in rapporto gli oggetti sensibili con l’esperienza interiore, in un’anamnesi nel senso più esteso del termine, che include i significati di reminiscenza, diagnosi, evocazione del mistero, viene ora una mostra che, per rimanere in argomento, si potrebbe definire sintomatica e che sin dal titolo si rifà a questo intreccio di motivi.

La propensione per l’immagine simbolica, o forse – si può azzardare, utilizzando con un’espressione bretoniana – per l’“objet à fonctionnement symbolique” è da lunghissimo tempo al centro del lavoro di Beppe Dellepiane. La sedia come raffigurazione del corpo umano, come ritratto e autoritratto, la valigia come cavità primordiale e uterina, la bicicletta dorata come animale in corsa, la croce come articolazione e redenzione del mondo, hanno innervato lungo i decenni la sua ricerca, trasferendosi in prosieguo nel disegno della figura distorta della casa-caverna, della scala-ascesi, del carro-corpo. Negli archetipi obliterati da un’ipermodernità standardizzata, negli accumuli di materiali metamorfici, Dellepiane rammemora una matrice ancestrale, un’attrezzeria liturgica di cui valersi in una cerimonia ad un tempo secolarizzata e mistica; impagina un’inquietudine protesa oltre il limite del sogno e dell’ombra.

Giuliano Galletta innalza, con l’installazione "Traumdeutung", realizzata per l’occasione, una barriera rutilante fra luce e ombra, palesando – con uno scriptum che diviene azione – di aver compreso “come le parole non siano «meri garbati simboli» ma debbano sapere della cosa che dicono” (4). Qui la situazione, che pure rimanda alla prima indagine freudiana, non è “messa in scena dalla parola, ma è la parola stessa” (5), il luogo in cui ciò che la parola indica e nasconde raggiunge la sua emblematica evidenza.

Anche per Galletta il percorso verso la trasparenza del simbolico ha attraversato una lunga gestazione, condotta lungo i meandri di un pensiero costantemente attratto dal perturbante, dall’associazione tra oggetto usuale e alterazione dello sfondo (si veda a esempio l’immagine del grande materasso innestato di steli di garofani, nell’installazione "Mentre dormivo", 1993), dall’indecidibilità ontologica e dall’orrore quotidiano, enunciato nell’opera-frase "In linea di massima l’essenziale è mostruoso" (2006). 

L’interazione fra i lavori dei due artisti, ospitati nello spazio 21 dell’ex Ospedale Psichiatrico di Quarto, gestito dall’Istituto per le Materie e le Forme inconsapevoli, si presenta come un teatro di immagini dominato dal simbolo e dalla parola, una situazione di totale immanenza che – per ciò stesso, in modo paradossale – apre una prospettiva di lancinante ulteriorità. 

Sandro Ricaldone

Note:
1) ALBERTO GIACOMETTI, "À propos de Jacques Callot", Labyrinthe n. 7, 15 avril 1945, p. 3.
2) RENÉ CREVEL, "Discours aux peintres", revue "Commune", deuxième année, n° 22 (juin 1935). Trad. it. in René Crevel, Scritti d’arte, Medusa, Medusa, Milano 2017, pp. 69 ss.
3) René Crevel, nato a Parigi il 10 agosto 1900, è stato uno scrittore e poeta francese, legato al movimento surrealista. Tra le sue opere principali "Détours" (1925), "La mort difficile" (1926), "Dalí ou l'anti-obscurantisme" (1931), "Le Clavecin de Diderot" (1932), "Les pieds dans le plat" (1933). Muore suicida a Parigi il 18 giugno 1935.
4) L’espressione è ripresa da MASSIMO CACCIARI, "Hamletica", Adelphi, Milano 2009, p. 77.
5) Ibidem, p. 78.



Quarto Pianeta 2018 – INSIEME
VII Edizione
25/30 settembre 2018


Siamo così arrivati alla settima edizione. Noi continuiamo a crederci. In una città divisa e messa alla prova dal crollo del Ponte Morandi proviamo ad andare avanti e fare la nostra piccola parte. Come ci siamo detti nelle scorse edizioni ri-generarsi è possibile. In questa edizione vogliamo mettere l’accento che questo è possibile se lo facciamo INSIEME. La complessità nella quale siamo immersi chiede tale modalità di pensiero e di azione. INSIEME per avere la visione più ampia e inclusiva possibile, INSIEME per mettere a frutto tutte le energie disponibili e necessarie, INSIEME per remare nella stessa direzione e con lo stesso ritmo, per il bene comune.

In programma eventi per tutti, giovani, anziani, operatori socio-sanitari, architetti, artisti, attivisti, politici, sognatori,….Eventi per ascoltare musica, dibattiti, conferenze e presentazione di libri, per ballare, vedere mostre, danza, film e interventi artistici sui muri, per gustare aperitivi e specialità!  Per tutta la durata di Quarto Pianeta sarà aperto LIBRIamoci a Quarto! Tanti libri per chi ama la lettura: dall’arte alla poesia, dalla storia alla gastronomia, dalle fiabe fino ai saggi universitari, donati dalla Casa Editrice De Ferrari di Genova per la raccolta fondi destinati al MUSEO DELLE FORME INCONSAPEVOLI fondato da Claudio Costa a sostegno delle spese di trasferimento nello Spazio 21, le ex cucine dell’ospedale psichiatrico.