TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 6 settembre 2018

Da Bordiga a Chavez, passando per Debord. Eduardo Rothe, il situazionista venuto dal Venezuela



In quindici anni di vita dell'Internazionale situazionista (1957-1972), a fronte di migliaia di situazionisti “autocertificati”, i membri “ufficiali” sono stati poco più di una settantina. Tranne Debord e un'altra decina, di loro non si sa quasi nulla. Ne stiamo ricostruendo le storie. Oggi parliamo di Eduardo Rothe.

Giorgio Amico

Eduardo Rothe, il guerrigliero bordighista diventato ministro (o quasi)


Gli anni '60 sono gli anni d'oro della rivoluzione cubana e del Che, nella storia dell'Internazionale situazionista, diventata dopo il 1962 un movimento integralmente politico, non poteva mancare anche un ex-guerrigliero latino-americano che, dopo mille peripezie e la scoperta del comunismo eretico di Amadeo Bordiga, sbarca in Europa nel '68 per partecipare alla “rivoluzione” del Maggio.

Eduardo Rothe nasce nel 1945 a La Plata in Argentina dove il padre, organizzatore sindacale, si era rifugiato all'indomani della grande lotta dei minatori di El Callao per sfuggire alla repressione che imperversava in Venezuela. Dopo aver girovagato con la famiglia attraverso tutto il continente, Edoardo inizia a militare quindicenne nell'organizzazione giovanile del PC venezuelano e poi nel MIR (Movimento della Sinistra Rivoluzionaria) che agisce in clandestinità. Un'esperienza altamente formativa, Rothe verrà anche arrestato, ma che lo lascia insoddisfatto per i limiti teorici evidenti della sinistra rivoluzionaria filocastrista.

In cerca di più solide basi teoriche, e probabilmente anche di nuove emozioni politiche, egli entra in contatto con Marc Chiric, militante di origine russa della sinistra comunista che nel 1952 aveva abbandonato la Francia per il Venezuela ritenendo imminente lo scoppio della terza guerra mondiale. A Caracas Chiric aveva riunito attorno a sé un piccolo gruppo di studenti ed editava una rivista, Internacionalismo, che tentava una sintesi fra le tesi della sinistra comunista italiana e l'esperienza germano-olandese dei consigli operai. Il gruppo si era costituito nel 1964 in condizioni particolarmente difficili d’illegalità e di repressione feroce e aveva presto avviato un dialogo con realtà rivoluzionarie francesi e italiane.



Nel '68, sull'onda della rivolta studentesca che dopo decenni di controrivoluzione pare riaprire in Europa spazi all'azione delle minoranze rivoluzionarie, Marc Chiric torna a Parigi con una parte dei suoi giovani seguaci. Rothe è uno di questi, ma, affascinato da Debord e dai situazionisti, non segue Chiric nella costruzione di una nuova organizzazione marxista rivoluzionaria, la Corrente Comunista Internazionale, ma, dopo una attiva partecipazione all'azione del CMDO (Consiglio per il mantenimento delle Occupazioni), aderisce all'I.S. e raggiunge la sezione italiana creata a Milano nel gennaio 1969 da Gianfranco Sanguinetti, Claudio Pavan e Paolo Salvadori.

La sua partecipazione ai lavori dell'I.S. è molto intensa. Collabora al dodicesimo e ultimo numero della rivista con l'articolo La conquête de l'espace dans le temps du pouvoir (septembre 1969), poi con Puni Cesoni scrive Il Reichstag brucia? Un pamphlet siglato Gli amici dell'Internazionale che, primo in Italia, denuncia la strage di Piazza Fontana come una provocazione di Stato.

Nell'aprile 70 è escluso dall'I.S., ma continua la sua attività politica in Italia per poi trasferirsi in Portogallo al tempo della rivoluzione dei garofani.

Tornato in Venezuela, dopo aver svolto diverse attività, fra cui l'agronomo e il pescatore, si è dedicato con grande successo al giornalismo televisivo, per finire poi membro dello staff di Andrés Izarra ministro delle Informazioni e della Comunicazione del governo Chavez.