Diario della controrivoluzione
Questo libro è un diario pubblico esente da buoni sentimenti, che registra e commenta, giorno dopo giorno, la grande trasformazione del modo di produzione dominante, delle forme di vita, degli stili di pensiero, seguita alla sconfitta dei movimenti rivoluzionari.
L’autore, che di quei movimenti fece parte e insieme a molti altri fu imprigionato, dopo la sconfitta si è dedicato alla filosofia. Ma dal 1988 al 1991 ha osservato la controrivoluzione capitalistica: non una restaurazione dell’ordine antico, ma una rivoluzione al contrario, impetuosa e cruenta. Innovazione del processo lavorativo: flessibilità, part-time, prevalenza di prestazioni linguistiche e cognitive. Innovazione della sfera sentimentale, con il dilagare di paura, cinismo, opportunismo. Innovazioni filosofiche, dal «pensiero debole» a teorie della mente ignare di storia e politica.
L’autore recensisce il libro di memorie del giudice che lo ha condannato, discute della scomparsa dei flipper, beffeggia Habermas e Vattimo, racconta la fine ingloriosa del Pci e del socialismo sovietico, elegge l’esodo a modello politico. E si trattiene volentieri su piccole cose, incidenti quotidiani, programmi televisivi ridicoli o infami, voci dal sen fuggite: come si addice a ogni diario pubblico che si rispetti.
(Dalla presentazione editoriale)
Negli anni del nostro scontento
Diario della controrivoluzione
DeriveApprodi, 2022
€ 20,00