TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 24 aprile 2022

Che te lo dico a fare

 


Giorgio Amico

Che te lo dico a fare”

“Donnie Brasco” è un film del 1997 che racconta la storia vera di un agente dell' FBI infiltrato nella mafia che poco a poco inizia a parlare e a pensare come un mafioso. Il film, di Mike Newell, si caratterizza per la strepitosa prova di recitazione dei due protagonisti Johnny Depp e Al Pacino. La cosa che resta più impressa è quell'intercalare “Che te lo dico a fare” usato continuamente da Al Pacino.

In inglese la frase suona "Forget about it" che tradotta letteralmente diventa "dimenticati di ciò che ho detto" o in modo più libero “fai conto che non te lo abbia detto”. Da qui la geniale traduzione “Che te lo dico a fare”.

Quando a Donnie Brasco/Johnny Depp viene chiesto di spigare il senso della frase, lui, che ormai ragiona da mafioso, risponde così:

«Ah… “Che te lo dico a fare?” significa… se tu sei d’accordo con qualcuno, uh? gli fai: “Raquel Welch è un gran bel pezzo di fica, che te lo dico a fare?” Invece se non sei d’accordo che una Lincoln è meglio di una Cadillac: “Che te lo dico a fare?”, uh? oppure, se una cosa secondo te è buona, ma tanto buona: “Minchia ‘sti peperoni, che te lo dico a fare?” Ma può anche voler dire: “Va’ al diavolo!”. Tipo… uno fa all’altro: “-Ehi, Buby dice che hai il cazzo piccolo. –Ehi, Buby che te lo dico a fare?” E a volte non significa niente… solamente…: “Che te lo dico a fare?”».

Il che può significare sia l'evidenza di una cosa che ne rende superflua l'enunciazione, sia l'inutilità di discutere di certe cose tanto ognuno resta della propria idea.

Una lezione da ricordare ogni volta che ci si siede alla tastiera.