TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 20 aprile 2022

Trattare con Putin?

 


Giorgio Amico

Trattare con Putin?


Qualcuno sostiene che discutere sia sempre utile, che comunque non potrà che uscirne qualcosa di positivo. Cacciari, ad esempio, sostiene che l'Europa ha fallito perché non ha trattato con Putin. Cacciari evidentemente scrive sui giornali, ma non li legge. Altrimenti avrebbe visto che in questi due mesi non c'è stato capo di stato di una qualsiasi media o grande potenza, leader europei compresi, che non abbia cercato un contatto con Putin. Ma per trattare occorre la volontà di entrambi e Putin non ha accettato neppure di trattare sull'evacuazione dei civili da Mariupol. Le tesi russe, espresse ancora ieri dal ministro degli esteri Lavrov, si riassumono in una sola: resa incondizionata. Perchè questo significa porre come condizione della fine della guerra la cessione del Donbass e della Crimea, oltre che la smilitarizzazione e la neutralità dell'Ucraina.

Insomma, quello che Putin vuole è un accordo come quello di Monaco del 1938 che lasciò mano libera a Hitler che infatti ci riprovò immediatamente in Polonia con gli effetti che tutti sanno.

Lo sanno soprattutto i paesi baltici che Stalin si annesse allora assieme a metà della Polonia e i finlandesi, che furono invasi, e che oggi si risentono nel mirino. E persino gli svedesi, da sempre neutrali, ma pericolosamente vicini alla Russia.

L'aggressione all'Ucraina spiega perché i paesi dell'ex Patto di Varsavia o ex parte dell'URSS si siano affrettati dopo il crollo dell'impero sovietico a entrare nella NATO. Avendo pagato sulla loro pelle per decenni il peso dell'oppressione sovietica, conoscevano bene il modo di ragionare dei governanti russi e come questi non avrebbero mai rinunciato ai territori persi e dunque si sono sentiti più sicuri sotto l'ombrello NATO (tanto per usare l'espressione di uno come Berlinguer che la Russia la conosceva bene). L'errore degli Ucraini è di non aver fatto lo stesso e di aver preso per buone le dichiarazioni di Mosca che fino al 2014 riconoscevano l'integrità dello Stato ucraino, Crimea e Donbass compresi. Se l'Ucraina fosse stata nella NATO, come i paesi baltici, questa guerra non ci sarebbe stata, come non ci sarebbe stata nel 2008 l'aggressione russa alla Georgia se anche questa non si fosse fidata del diritto internazionale più che di una copertura militare occidentale.

Quanto all'Europa sicuramente ha sbagliato, ma non nel senso sostenuto da Cacciari o dai "pacifisti" a senso unico dell'ANPI. L'Europa ha sbagliato per quieto vivere e per preservare i suoi interessi commerciali, a non intervenire prima nel 2008 e nel 2014.

Se lo zar Putin fosse stato fermato allora, se non gli fosse stata concessa la certezza dell'impunità, probabilmente la tragedia ucraina sarebbe stata evitata.