TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 18 settembre 2022

La diplomazia oscura. Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda

 


Un libro di grande interesse documentatissimo, scritto da uno dei massimi esperti del settore (Gianluca Falanga lavora da anni a Berlino come ricercatore negli archivi della Stasi, la polizia segreta della DDR). Particolare attenzione è riservata al ruolo dei servizi segreti dell'EST nel terrorismo palestinese ed italiano, a partire dalla struttura parallela del PCI, dalla ancora non ben chiarita figura di Feltrinelli e dal caso Moro. Di seguito una pagina dall'introduzione.


Nel periodo della Guerra fredda le superpotenze e i bloccchi rivali si diedero battaglia preminentemente in una forma che si usa definire surrogata, impropria non ortodossa, con modalità di conflitto cosiddette low-level, a bassa intensità militare. Ne scaturì «una condizione di belligeranza endemica diffusa e permanente», nella quale, come ha scritto un noto studio americano del terrorismo, Brian Jenkins, la guerra cessava di essere finite, un fatto circoscritto, nettamente delimitato nel tempo e nello spazio. cominciava a sfumare e svanire anche it confine fra guerra e pace.

Le operazioni di guerra non ortodossa furono il vero cavallo di battaglia della Guerra fredda, all'ombra sinistra degli arsenali nucleari l'arma principale dell'anomala terza guerra mondiale non apertamente guerreggiata che per decenni ha lacerato l'umanità. Una contesa totalizzante che coinvolse ogni aspetto della vita politica, sociale e culturale delle nazioni.

La natura clandestina dell'operatività cosiddetta "coperta” unita al principio della «negabilità plausibile» ne rende spesso proibitivo l'esame oggettivo, la sua ricostruzione e valutazione. ll carattere elusivo, criptico, resiste alla verifica, talvolta anche in presenza di documentazione ufficiale che ne attesta la paternità e gli obiettivi proposti.

La disinformazione rientrava a pieno titolo nell'arsenale di guerra non ortodossa, come vi rientravano it sabotaggio, le operazioni di guerra psicologica e it sovvertimento del sistema politico di altri paesi con vari strumenti, non ultimo facendosi levatori di violenza politica eversiva allo scopo di servirsi di conflitti e tensioni esistenti e montanti, radicalismi di diverso segno per tenere sulla corda determinati contesti politici sensibili, disunire l'avversario e compattare it proprio campo.

Molti paesi furono coinvolti nella silenziosa guerra sporca dei Servizi, esposti a varie forme d'intervento occulto e colpiti duramente da questo modo nuovo di condurre la contrapposizione ideologica e politica. Alcuni di loro, per via della loro "criticita", fragilità e delicatezza geopolitica, divennero teatro prediletto delle operazioni clandestine, autentici campi battaglia della guerra surrogata.

In taluni casi l'intervento fu drammatico e pubblicamente riconoscibile: operazioni paramilitari, rovesciamenti governi o installazioni di regimi autoritari, tutte forme estreme dell'operare "coperto". Altrove le interferenze mantennero un più basso profilo, chi agì seppe farlo muovendosi sottotraccia, protetto da una cortina fumogena che resta ancora oggi difficile da squarciare, da diradare.

Quest'ultimo senz'altro il caso dell' Italia, terra di confine d'importanza strategica decisiva, ma dove gli equilibri politici mostravano nell' immediato dopoguerra una forte precarietà. La situazione italiana si presentava nel suo complesso più delicata e insidiosa di quella della Germania occupata e divisa, campo di manovra dello spionaggio internazionale e principale scenario di guerra impropria nel teatro europeo del braccio di ferro fra le superpotenze e i relativi blocchi della Guerra fredda.

In Italia la CIA esordì con la prima covert operation della sua storia, aggiudicandosi una prima battaglia campale nella lunga guerra clandestina: it sostegno alle forze politiche atlantiste e l'impcdimento di una vittoria comunista alle storiche elezioni politiche dell'aprile 1948. Seguirono numerosi altri interventi negli affari politici ed economici della penisola, così numerosi e importanti che, alla fine degli anni Settanta, l'ex capo della CIA William Colby riconobbe: «L'Italia è stata piu grande laboratorio di manipolazione politica dandestina»


Gianluca Falanga
La diplomazia oscura
Servizi segreti e terrorismo nella Guerra fredda
Carocci, 2021