TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 4 novembre 2022

Hegel, un illusionista della parola?

 


Giorgio Amico

Hegel, un illusionista della parola?


In tanti abbiamo studiato Hegel a scuola o all'università, ma in quanti davvero lo abbiamo letto una volta terminati gli studi? Hegel resta nel nostro bagaglio culturale come un ricordo, legato a un momento particolare della nostra vita, ma niente di più. Il filosofo della dialettica e il ricordo svanisce. Per chi ha avuto una militanza politica, che non fosse il Pci, i gruppi m-l o Lotta continua, ma ricordasse ancora qualcosa del pensiero di Marx, il filosofo diventava una sorta di babbo svagato che il figlio discolo e ribelle rimetteva sui piedi trasformando il suo idealismo in un robusto pensiero materialista. Ma anche in questo caso, se pochi fra noi hanno letto gli scritti giovanili in cui Marx faceva i conti con la sua originaria formazione hegeliana, chi è tornato alla fonte verificando quanto Hegel aveva scritto davvero?

Hegel resta, al di là delle formulette che poi in realtà nulla dicono davvero, per noi uno sconosciuto. A conoscerlo meglio prova ora Roberto Massari, che si applica allo studio del filosofo tedesco con lo stesso feroce metodo critico che anni fa dedicò ad una rivisitazione di Lenin che fece scandalo per come smontava miti considerati intangibili.

Altrettanto drastica è la conclusione a cui arriva il suo studio del pensiero hegeliano: un grande niente, avvolto in un vorticoso giro di parole altisonanti ma vuote. Il gioco, insomma, di un illusionista che abilmente ci porta a vedere ciò che non esiste.

Scandaloso? Certo! Sicuramente legioni di non-lettori di Hegel si indigneranno dell'offesa arrecata al Maestro. Ed in effetti, Massari non ci va leggero, ma va detto porta a sostegno della sua critica testimoni del calibro di Schopenhauer, Kierkegaard, Fries, Marx, Brecht, Russell, Popper.

Il libro, pur trattando di temi filosofici, si legge con grande piacere. Insomma, Massari non ripete l'errore di astrattezza che imputa a Hegel e scrive con chiarezza, non per pochi addetti ai lavori, ma per chiunque possa essere interessato alla questione, non risparmiandosi anche in qualche passaggio una punta d'ironia.

Insomma, un libro da leggere. Anche se non ne condividiamo del tutto l'impostazione. Troppo forte resta l'impressione che ci fece ai tempi dell'Università la lettura dell'Estetica per accettare in toto questa radicale demolizione. Ma riconosciamo e apprezziamo il grande coraggio intellettuale di Roberto Massari. “Signori, il tempo della vita è breve. Se vivremo, vivremo per calcare i nostri piedi sui corpi dei re”, così scrive Shakespeare e citazione non fu mai più adatta perché sia Lenin che Hegel restano, nonostante ogni critica, due re del pensiero e solo chi ha animo forte può affrontarli senza timori reverenziali.


Roberto Massari
Hegel: una «mistificazione»
Massari Editore 2022