(per la rassegna Giallo d’autore)
VALLEGGIA (QUILIANO) –SMS AURORA
INGRESSO GRATUITO
OSCAR NEL 1945 PER LA MIGLIOR COLONNA SONORA (ma le nomination furono 6:miglior film, attore non protagonista, regia, fotografia, effetti speciali).
PREMIO DELLA BIENNALE PER SPECIALI MERITI ARSTISTICI AD INGRID BERGMAN ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1947.
"Alla notizia di un film di Hitchcock che affronta la psicanalisi ci si aspetta qualcosa di completamente folle, di delirante e invece è uno dei film più ragionevoli, con molti dialoghi. Mi sembra proprio che Io ti salverò manchi un po' di fantasia."
Questo è il giudizio molto severo espresso da Francois Truffaut, condiviso da molti critici e persino dal regista stesso della pellicola.
Si tratta tuttavia di giudizi ingenerosi che dimenticano che il film costituisce una tappa necessaria all'interno della filmografia hitchcockiana. È infatti il primo film del regista ad affrontare direttamente il tema della psicanalisi, la prima collaborazione con Ingrid Bergman, una delle attrici hitchcockiane per eccellenza ed infine, il primo contributo di Ben Hecht per la sceneggiatura che ha pochi momenti di "stasi" e che invece è un continuo susseguirsi di misteri ed enigmi.
Inoltre, da non dimenticare è indubbiamente l'apporto artistico di Salvator Dalì che ha ideato le scenografie per l'incubo del personaggio interpretato da Gregory Peck.
Hitchcock ha voluto rompere nettamente con il modo tradizionale in cui il cinema presentava i sogni, con la nebbia che confonde i contorni delle immagini e lo schermo che trema. Come dichiarò successivamente la scelta di Dalì fu determinata dal segno netto e affilato della sua architettura, le ombre lunghe, le distanze che sembrano infinite, le linee che convergono nella prospettiva, i volti senza forma …
Inoltre c’è il tocco visonario dato ad alcune scene (le metaforiche porte che si aprono dopo il primo bacio fra i due portagonisti, le sbarre delle celle che si chiudono dopo l'arresto di Gregory Peck) e dalla scena finale, con la pistola in primo piano che "segue" Ingrid Bergman, per poi girarsi verso lo spettatore e sparare, in una sorta di suicidio della cinepresa (o omicidio dello spettatore?).
Dal punto di vista tecnico il Maestro gira il film in maniera abbastanza convenzionale, eppure, nonostante questo, non mancano alcuni veri e propri colpi di genio.
"Un altro film unico. Si tratta di una pellicola che non ha termini di paragone, nè prima, nè dopo. Il grande regista era in grado di creare visioni assolutamente inimitabili, non importa quale fosse il soggetto. Era tipico di Hitchcock girare "piccoli film" come questo, ed ottenere un risultato semplicemente grandioso. In Hitchcock, c'è un senso dei punti culminanti che afferra e trascina. Seguiamo momento per momento i tentativi di Ingrid Bergman di ricostruire la vita di quest'uomo tormentato, e sentiamo su di noi il tormento dell'uomo.
Il punto culminante del film è potente e perfetto, magistralmente sottolineato dal commento musicale di Rosza, assolutamente esaltante. Il punto culminante, il momento della verità... Hitchcock non lo sbaglia mai!
Bella l'idea che Irene Bignardi esprime nell'intervista: c'è identità tra intrigo poliziesco e intrigo psicoanalitico, i percorsi sono paralleli, e si rinforzano a vicenda. "Fuga verso la Verità": bellissime parole della Bignardi, definiscono benissimo non solo "Io ti salverò", ma tutto il cinema di Hitchcock.
Un grande film, uno dei più memorabili della storia del cinema”(Leonard Maltin)
Tutte le proiezioni della rassegna sono ad ingresso gratuito con tessera ficc gratuita. Ogni visione sarà introdotta da un critico cinematografico che guiderà il dibattito a post-proiezione e che consegnerà materiale analitico sulle pellicole oggetto della rassegna.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Quiliano.
Per maggiori info: www.kinoglaz.org-info@kinoglaz.org-3407178172.