La bandiera dei
fratelli Arnaud. Storia, conservazione
e restauro di un tessuto seicentesco.
Presentazione del
restauro della bandiera
a cura del conservatore
del museo, Samuele Tourn Boncoeur e delle restauratrici Cinzia Oliva
e Tiziana Assegna
Sabato
19 novembre, alle ore 17:00
presso
la Fondazione Centro Culturale Valdese
Via
Beckwith 3 – Torre Pellice (To)
Il restauro e la
conservazione della seicentesca bandiera di Arnaud sarà il tema
dell'incontro con le restauratrici Cinzia Oliva e Tiziana
Assogna e il conservatore del Museo valdese Samuele Tourn
Boncoeur che si terrà a Torre Pellice sabato 19 novembre
alle 17 alla Fondazione Centro Culturale Valdese.
L'incontro si tiene in
occasione della mostra La collezione di bandiere stendardi e
fazzoletti da collo del Museo valdese (Torre Pellice, Fondazione
Centro Culturale Valdese, Sala Paolo Paschetto, prorogata e
quindi visitabile sino al 27 novembre 2016) che espone una
ricca selezione di tessuti di maggior pregio tra quelli conservati
dal Museo valdese.
Tra questi spiccano un
vessillo che i valdesi donarono a Carlo Alberto per la concessione
delle libertà civili nel febbraio del 1848 e soprattutto una
bandiera antica di grandi dimensioni appartenuta ad Henri Arnaud,
pastore e condottiero dei valdesi durante il Glorioso Rimpatrio del
1689-90, o al fratello Daniel, che la ricevettero durante il loro
incarico di guida dei rifugiati valdesi. Questo prezioso tessuto,
un taffetas in seta gialla ricamato ad intarsio con fiamme
in seta nera, reca al centro lo stemma del duca di Württemberg.
Questa grande bandiera,
uno degli oggetti più preziosi custoditi dal Museo valdese, dopo un
lungo, complesso e accurato lavoro di restauro, è nuovamente esposta
al pubblico dopo molti decenni di permanenza in deposito.
Sabato 19 novembre, alle
ore 17.00, dopo un saluto introduttivo di Davide Rosso, direttore
della Fondazione Centro Culturale valdese, Samuele Tourn Boncoeur
(Conservatore del Museo valdese), Cinzia Oliva e Tiziana Assogna
(Restauratrici) presentano la storia del prezioso manufatto in
seta e il complesso lavoro di restauro eseguito nel 2016 che ha
permesso di poterlo nuovamente ammirare.