Sono rari i corsi d’acqua
ancora naturali sulle Alpi. Salendo ad alta quota, vicino alle
sorgenti, ai nevai, ai ghiacciai superstiti, sotto ai dirupi, si
scopre che l’acqua non scorre più libera. Viene portata via,
immessa nei tubi e utilizzata per fare energia. Questo libro è
un’inchiesta sullo sfruttamento idroelettrico degli ultimi torrenti
alpini e, allo stesso tempo, è il racconto di un lungo viaggio tra
valli sconosciute e a affascinanti.E' l'autrice a spiegarcene il
senso:
“Nelle valli alpine
colpite dallo spopolamento, abbandonate, si alzano voci contrarie,
gruppi e comitati di cittadini che non ci stanno a farsi portare via
l'acqua, anima del paesaggio montano. È stata la loro passione, la
caparbietà nel difendere i più piccoli e inaccessibili corsi
d'acqua, a trascinarmi in questa lunga avventura sulle Alpi, durata
quasi un anno. Ho percorso le rive di più di cinquanta torrenti,
dalla Valle d'Aosta al Friuli Venezia Giulia per concludere il
viaggio ritornando a Ovest, in Liguria. Ho voluto dare voce a tante
piccole grandi battaglie, che quasi mai escono dalla cronaca locale,
e raccontare l'affronto a un ambiente aspro e problematico, fragile e
meraviglioso allo stesso tempo. Ho cercato nelle moltissime persone
che ho incontrato, e in me stessa, la radice di questo folle
attaccamento alla montagna e al suo elemento liquido. E ho concluso
che, forse, chi è affetto da questa forma di umana "idrofilia"
vede, nella semplicità di un torrente, qualcosa che altri non
vedono.”