TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 17 marzo 2022

Chi giustifica e chi no. Quando il silenzio diventa complicità.


"Impegno per lo stop ai combattimenti e ripristino del diritto internazionale" e "battere le ragioni della guerra aperta dalla Russia". Così il capo dello Stato Sergio Mattarella nel giorno in cui l'Italia commemora il 161° anniversario del raggiungimento dell'unità del Paese. "La indivisibilità della condizione umana ci deve spingere oggi, con fermezza, insieme agli altri paesi che condividono i valori democratici, ad arginare e a battere le ragioni della guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell'Europa".(Da La Repubblica di oggi)

"L’invasione russa è il punto di arrivo di tensioni e polemiche, alle volte molto violente, non solo fra Stati Uniti e Federazione russa, ma specificamente fra l’Unione Europea e la Federazione russa, in particolare da quando sono entrati nell’Unione Europea (e nella Nato) i Paesi dell’Est. È essenziale sottolineare inoltre la giustificata preoccupazione della Russia per il proliferare della presenza della Nato nei Paesi dell’Est" (Comunicato del Presidente nazionale dell'ANPI)

Dopo questa dichiarazione del Capo dello Stato, forse è venuto il momento che il presidente nazionale dell'ANPI dichiari pubblicamente che il suo comunicato è stato un errore. Non si può andare in piazza a manifestare per la pace e allo stesso tempo considerare giustificate le ragioni addotte dall'aggressore per scatenate una guerra criminale contro un popolo intero. Mi stupisce e addolora il silenzio di persone che stimo e che sono iscritte e attive nell'ANPI. Possibile che nessuna di queste noti la contraddizione e apra un dibattito interno all'ANPI? O si è davvero perso ogni minimo senso critico e, come ai tempi di Togliatti e Stalin, la linea è ancora quella del "non capisco ma mi adeguo"?

Giorgio Amico