Giorgio Amico
Hugo Pratt e la Massoneria
Così sul sito cong-pratt.com interamente dedicato alla vita e all'opera di Hugo Pratt viene presentato “Il desiderio di essere inutile”, splendido libro, arricchito da centinaia di disegni, acquerelli e foto, che raccoglie le interviste fatte al maestro del fumetto dal giornalista e ricercatore Dominique Petitfaux.
Chiunque abbia letto, anche distrattamente ammesso che ciò sia davvero possibile, una storia di Corto Maltese non può non restare affascinato dai continui richiami all'esoterismo, dal vudù alla massoneria. Eppure, come sottolinea Petitfaux, interrogato in merito Pratt restava nel vago o spostava il discorso su temi più generali senza scendere in particolari.
Lo stesso accade in questo libro: quando l'intervistatore gli chiede quale rapporto egli abbia con l'esoterismo. Hugo Pratt risponde così:
“Non ho abbandonato questo tipo di studi. Frequento dei circoli di iniziati e mi capita anche di tenere a battesimo i membri. Ma sarebbe da parte mia indelicato soffermarmi più a lungo su questi argomenti: in breve e semplicemente, dirò che i massoni mi hanno aiutato in alcuni punti quando stavo realizzando Favola di Venezia e che ho tuttora dei legami con loro. D'altronde, non si può dire che la la massoneria sia una società veramente segreta, dato che la maggior parte delle logge deve dichiarare alla polizia i propri membri: si tratta di una società discreta più che segreta”. (Hugo Pratt, Il desiderio di essere inutile, p. 347)
E alla discrezione più che al segreto è dovuta la risposta di Pratt, tanto che siamo facilmente in grado di svelarne il non detto.
Il grande maestro del fumetto, uno dei più grandi in assoluto, era stato iniziato al grado di apprendista il 17 novembre 1976 presso la Loggia “Hermes”, all'Oriente (giusto per usare la terminologia massonica) di Venezia. Loggia facente a sua volta parte della Gran loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, anche conosciuta dal nome della sede come Gran Loggia di Palazzo Vitelleschi. Ne avrebbe fatto parte fino alla morte, avvenuta nel 1995 a 68 anni.
La sua carriera massonica era stata rapida. Il 27 aprile 1977 era stato elevato al grado di Compagno d'Arte e il 26 settembre di quello stesso anno a quello di Maestro. E con questo ultimo passaggio il suo percorso massonico poteva considerarsi concluso almeno per quanto riguardava l'apprendimento dei fondamenti dell'Istituzione.
Ma, a differenza del Grande Oriente d'Italia al cui interno operano diversi Riti a cui l'adesione è facoltativa, la Gran Loggia, erede della Massoneria di Piazza del Gesù nata dalla scissione del 1908, non opera di fatto distinzione fra Ordine e Rito, in questo caso il Rito Scozzese Antico e Accettato. E così l'11 novembre 1989 Hugo Pratt era stato ammesso al quarto grado del RSAA, quello di Maestro segreto, durante una tornata comune a Nizza delle logge di perfezionamento “La Serenissima” della GL degli ALAM e “L'Olivier Secret” della Grande Loge de France.
Sarà solo dopo la sua morte. In un articolo apparso nel 1998 su Officinae, rivista ufficiale della Gran Loggia, che il veneziano Luigi Danesin renderà pubblica l'appartenenza di Pratt alla Massoneria. Danesin ne è un membro influente, tanto che dal 2001 al 2007 sarà al vertice della GL degli ALAM come Gran Maestro dell'Ordine e Sovrano Gran Commendatore del Rito. Proprio lui, grande amico personale di Pratt, lo ha convinto ad aderire e se ne è fatto garante come presentatore.
A rivendicare con orgoglio l'appartenenza alla Massoneria di Hugo Pratt penserà poi nel 2012 con una grande mostra il Museo della Massoneria di Parigi che ne rilegge l'opera alla luce della Tradizione esoterica. Da allora, anche per i lettori più sprovveduti, diventerà chiaro perché il Libero Muratore Hugo Pratt avesse in una famosa tavola ambientata in una logga massonica, guarda caso veneziana, fatto dire al suo alter ego Corto Maltese: “Chi sono io? Sono un libero marinaio”.