TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 12 settembre 2010

François Fontan (1929-1979)


A tutt'oggi non esiste alcuna opera complessiva sulla vita e l'opera di François Fontan, teorico dell'etnismo e fondatore dell'occitanismo politico. Riprendiamo da Lo lugarn, rivista teorica del Partito della Nazione Occitana (PNO), questa nota biografica.

Eric Possenti

La vita e l'opera di François FONTAN
(1929-1979)


François FONTAN nasce il 7 febbraio 1929 a Parigi ( …) autodidatta, preferisce studiare solo, rigettando "l'irregimentazione liceale" e la mediocrità conformistica della cultura borghese (...). Nell'adolescenza, le sue letture sono numerose e varie. Molto incline al confronto dialettico ed alla discussione politica, il giovane François cerca di collocarsi ideologicamente, ma il suo spirito fondamentalmente libertario che verrà a rinforzare la sua omosessualità dichiarata, gli impedisce di fissarsi in una cornice politica troppo rigida o troppo dogmatica.

Uscito da una famiglia monarchica (…), suo padre è membro dell'azione francese, (…) non sopporta a lungo il conservatorismo di questo ambiente che abbandona senza rimpianti. Si iscrive allora nel 1980 come uditore, all'istituto Nazionale delle Lingue e Civiltà orientali a Parigi, poi all'istituto di studi Politici di Tolosa che è appena stato creato (1948). Fontan, ventenne, scopre e fiancheggia i circoli anarchici, medita sugli scritti di Proudhon così come sui principali testi marxisti e leninisti, e finisce per aderire nel '51 alla Federazione Anarchica. Si colloca nella tendenza Fontenis, marxista libertaria, che diventa maggioritaria al congresso di Bordeaux del 1952. Sottoscrive totalmente la base teorica di questa tendenza, secondo cui non si può affrontare a fondo il problema della lotta di classe senza risolvere prima la questione coloniale.

François Fontan è colpito particolarmente dal sorgere dei movimenti per la liberazione nazionale e la decolonizzazione nel Terzo Mondo. Comprende che il dopoguerra vede avviarsi il crollo dei vecchi imperi, e che è necessario dare di questo vasto processo decisivo della storia contemporanea una spiegazione teorica globale ed adeguata. Tra il 1952 e il 1954, Francesco Fontan integra la sua riflessione con altri elementi che gli serviranno ad affinare ed a completare la sua futura teoria dell'etnismo e del nazionalismo rivoluzionario. Scopre, da una parte, i lavori di Wilhelm Reich, il solo psicanalista che abbia ridefinito veramente, secondo lui, il problema dell'alienazione sessuale nella sua piena dimensione sociale e politica. Trova nel reichismo " una giustificazione teorica dell'anarchismo"

Altra parte, pensa già che solo il dato linguistico determina l'esistenza o l'inesistenza effettiva di una nazione e permette di tracciarne i confini esatti e che la decolonizzazione e la ristrutturazione delle entità politiche nazionali debbano essere effettuate sulla base di questo criterio. Ora, grazie alla conoscenza di Pierre Bec, occitaniste di Carbonne, apprende l'esistenza di una lingua occitana sopravvissuta, bene o male, su un terzo del territorio della Repubblica francese, il sud.



Questa scoperta ha su di lui l'effetto di una bomba: se esiste una lingua d'oc ancora praticata, anche nelle dimensioni ristrette di una parte della popolazione, ciò significa che esiste un nazione occitana caratterizzata in senso etno-linguistico e che questa nazione alienata deve liberarsi dell'occupazione di un etnia straniera, l'etnia francese di lingua d' oil, per costituirsi poi in Stato politico indipendente.

Nel 1953-1954, si mette in contatto con l'Istituto di studi Occitani (IEO) che raggruppa dalla sua creazione nel 1945 un numero importante di occitanisti dediti al rinnovamento culturale e linguistico del Sud della Francia, l'Occitania. Le idee avanzate da Fontan che auspica apertamente la liberazione nazionale di tutte le etnie del globo e, di conseguenza, la secessione pura e semplice dell'Occitania dalla Francia coloniale, incontra immediatamente l'opposizione della maggior parte degli occitanisti culturalisti. Questi ultimi gli rimproverano di volerr politicizzare il dibattito occitano e di fare della situazione occitana un problema politico. François Fontan appare a queste persone come un ideologo pericoloso i cui propositi sovversivi cominciano a sedurre un buon numero di occitanisti avanzati e a farli allontanare dalla via tracciata dall'I.E.O.

Da allora, due sensibilità politiche occitaniste vanno nettamente ad opporsi e ad attraversare tutta la vita dell'ambiente occitanista contemporaneo fino ad oggi: la corrente regionalistico-culturalista, chiamato ancora " autonomista" che chiede semplicemente una larga regionalizzazione culturale, economica, amministrativa, creando le basi politiche di una vera regionalizzazione in seno alla Repubblica francese, e la corrente nazionalista indipendentista che rifiuta ogni forma di potere francese sulla terra occitana colonizzata e spossessata del suo destino storico, difendendo la tesi della separazione politica totale e necessaria dei due popoli.

François Fontan va ad essere l'iniziatore di questo secondo movimento, mentre i regionalisti vanno a raggrupparsi intorno alla persona di Robert Lafont, universitario di rinomanza, che creerà coi suoi compagni di strada il Comitato Occitano di Studi e di Azione (C.O.E.A.), di cui una parte delle idee sarà ripresa dal movimento Volèm Viure Al País (V.V.A.P.). I due movimenti si mostreranno sempre ostili ai nazionalisti, che considereranno come i loro avversari diretti.

Parallelamente, Francçois Fontan annoda delle relazioni con differenti gruppi trotskisti della IV° internazionale. Legge con interesse la rivista "Socialisme ou Barbarie", diretta da Cornelius Castoriadis, e riflette allora sul concetto nuovo di tecno-burocrazia sviluppato da questo. Sebbene i suoi contatti coi trotskisti siano forti, Fontan non aderisce a nessuno movimento specifico. Tuttavia, un dissenso teorico esplode in seno a questa corrente di idee riguardo alla necessità di conservare o meno una classe tecno- burocratica nel processo rivoluzionario di edificazione del socialismo. Fontan si pronuncia in favore della necessità storica di una tappa tecno burocratica, destino ad assicurare una pianificazione più razionale dell'economia che sfoci in una più giusta ripartizione dei mezzi di produzione.

Continua a militare alcuni mesi nel gruppo tolosano della vecchia Federazione Anarchica, diventata la Federazione Comunista Libertaria (F.C.L). Poco a poco, guadagna questo gruppo alle sue idee etniste. Ma il disaccordo su questo punto è troppo forte e il gruppo di Tolosa rompe col Comitato Nazionale del F.C.L. alla fine del 1954, inizio del 1955.

In seguito allo scioglimento del gruppo tolosano, FONTAN va a vivere a Nizza, dove entra in contatto con l'ambiente della " Nuova Sinistra" ed aderisce all'Unione della Sinistra Socialista (U.G.S.) antenato del P.S.U.. È escluso velocemente fin dalla fine dell'anno 1958, a causa di certe delle sue posizioni di sostegno critico al gollismo (...). Decide allora di dedicarsi interamente ala battaglia etnista. Nel 1959 fonda il Partito Nazionalista Occitan (P.N.O.), legalmente dichiarato alla Prefettura delle Alpi Marittime. Il movimento è groppuscolare. François Fontan vive miseramente, grazie ad una piccola rendita che gli manda sua madre. (...) Con lo sviluppo della guerra d'Algeria, il P.N.O. non nasconde il suo sostegno al F.L.N. algerino ed aiuta particolarmente i disertori dell'esercito francese a passare in Italia. Denunciato, Fontasn è condannato per aiuto alla diserzione e incitamento all'insubordinazione (…)



Nel 1961, Fontan pubblica il suo lavoro maggiore, " Etnismo, verso un nazionalismo umanistico" in cui espone le basi del suo progetto etnista. Egli si scontra con l'ostilità generale; screditato dalla maggior parte dei regionalisti culturalisti, minacciato anche fisicamente dall'estremo destra nizzarda. Le autorità cercano di sbarazzarsi di questo personaggio scomodo. A questo scopo, grazie ad un caso montato ad arte, l'omosessualità di Fontan è messa in rilievo ed egli è condannato per oltraggio al pudore. Scontati alcuni mesi di prigione, Fontan nel 1964 lascia il territorio francese, per rifugiarsi in Italia, nelle valli occitane del Piemonte. Di là, segue l'attività del P.N.O. che fa fatica a svilupparsi. Gli effettivi del Partito restano molto ristretti, malgrado un certo ascolto negli ambienti studenteschi e nel movimento del '68. Per i nazionalisti occitani, è l'inizio di un periodo non facile destinato a durare.

Stringendo amicizia colla gente della Val Varaita, Fontan diffonde la coscienza della loro occitanità; fonda il Movimento Autonomista Occitano (M.A.O.), che va ad affermarsi progressivamente (...). Da allora, pure conservando dei legami stretti e regolari col P.N.O., il M.A.O. va a seguire una via specifica, perché il contesto politico dello stato italiano è differente del contesto francese. Le valli occitane d''Italia diventano la regione dove i nazionalisti occitani avranno la più grande eco.

Fontan continua in Italia il suo lavoro di ricerca politica, linguistica e sociologica pubblicando atri testi. Seguendo attentamente la politica internazionale e il dibattito culturale attraverso giornali e riviste come Le Monde, Arguments, Esprit e l’Observateur.
Debilitato dalla sua intensa attività, scoraggiato dalle bassezze di cui è stato da sempre oggetto, François Fontan viene ricoverato all'ospedale di Cuneo nel dicembre 1979 dove, il giorno 19, muore di una congestione cerebrale. I suoi resti riposano nel piccolo cimitero di Frassino-Frayse, dove egli aveva trovato l'aiuto e l'amicizia di una popolazione che lo aveva saputo accogliere.


(Da: Lo lugarn n.92-93, 2007)