TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 29 dicembre 2019

"Paradiso e Inferno". La Siena di Ambrogio Lorenzetti




Giorgio Amico

A proposito di "Paradiso vista Inferno" di Chiara Frugoni


Nel Medioevo non esiste l'arte per l'arte. Tutto deve essere finalizzato ad esaltare il potere, quello della Chiesa in particolare, ma anche il potere politico. Un esempio da manuale è rappresentato dagli affreschi realizzati nel 1338-1339 da Ambrogio Lorenzetti nella Sala della Pace del Palazzo Pubblico di Siena, a cui la storica medievalista Chiara Frugoni dedica un saggio di grande spessore analitico arricchito da un imponente apparato fotografico.

Sono anni di discordie e di lotte: la città è divisa fra le famiglie dei Salimbene e dei Tolomei. Il potere cittadino vacilla. Anche la situazione economica è critica, le campagne fanno fatica ad alimentare la città, gli affari non sono più prosperi come nel passato, crescono debiti e usura.

Il Governo dei Nove, che regge la città, fa redigere dei  "nuovi statuti del Buon Governo”, sperando di frenare con una riforma politica la crisi che è prima di tutto di un modello economico-sociale in via di esaurimento.
Ma per avere successo la riforma deve coinvolgere i cittadini a partire proprio dalle "classi minute" quelle che più duramente pagano gli effetti della crisi. Come nelle chiese gli affreschi, la Biblia pauperum, possono servire.
 «La pittura commuove più che la scrittura. In effetti, attraverso la pittura l’evento è posto dinanzi agli occhi come se fosse visto accadere…» aveva scritto a questo proposito quarant'anni prima il vescovo Guglielmo Durante.

L’Allegoria del Buon Governo che riempie la parete nord della Sala della Pace, serve proprio a quello. Mostrare i vantaggi della pace sociale dovuta alla corretta amministrazione della città da parte dei "Nove".
Come negli affreschi religiosi alle delizie del Paradiso devono contrapporsi le pene crudeli dell'Inferno, a insegnamento e monito. 
E allora sulla parete di fronte un'altra serie di affreschi evidenzia i guasti della Tirannide. campi spogli, discordia, guerra, miseria, fame.

Siena è descritta con estremo realismo, il popolo deve riconoscersi nelle scene affrescate, deve ritrovare chiese, palazzi, persino le proprie case. Le immagini devono trasmettere il senso di appartenenza ad una comunità coesa al di là delle differenze sociali. 

"Nel Medioevo il diritto ad essere rappresentati spettava abitualmente a protagonisti della storia della Chiesa oppure a laici di primo piano di cui conosciamo il nome e i fatti. La grande novità degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti è che i rappresentati sono invece tutti anonimi, persone comuni che svolgono occupazioni comuni. Proprio uomini e donne senza storia per la prima volta sono i protagonisti ai quali è affidato il compito di illustrare la ridente vita assicurata dall’ottimo governo dei Nove, l’unico possibile. «Ridente»? Sappiamo, leggendo fonti, cronache, petizioni, trattati e poesie, che la realtà del tempo era ben diversa da quella affrescata: carestie, rivolte, violenza urbana, corruzione."  

La popolazione va "rassicurata e sedata". Nessuno deve sentirsi escluso. Tutti devono vedere come grazie alla concordia regnante in città,  gli affari prosperino, la miseria sia bandita, la vita si presenti nei suoi aspetti più lieti come evidenzia il particolare delle fanciulle che ballano e cantano spensierate. E tutto questo grazie al governo, illuminato e paterno, del Governo dei Nove e della sua riforma politica. 

Minuziosamente Chiara Frugoni esamina ogni particolare delle pareti dipinte, commentandone immagini e significati è dimostrando come più che di un'allegoria del buon governo, siamo di fronte ad un uso spregiudicato dell'arte ai fini del consolidamento del potere e dei rapporti sociali esistenti che nulla ha da invidiare alle nostre moderne tecniche di comunicazione di massa.
Un libro da leggere.


Chiara Frugoni
Paradiso vista Inferno
il Mulino, 2019