Dal Passo della Teglia al Passo della Mezzaluna alla ricerca di menhir e pietre sacre
Oggi siamo saliti al Passo
della Teglia da dove le Alpi si specchiano nel mare. Forse non è la
giornata giusta per salire fino a qui, il cielo è plumbeo, ma il
panorama resta bellissimo. Da un lato le Marittime ancore coperte di
neve, dall'altro grige nella luce caliginosa del mattino le case di
Arma di Taggia.
Lasciamo l'auto e proseguiamo a piedi sul sentiero che attraverso la faggeta sale al Passo della Mezzaluna. Avanziamo lungo un cammino millenario, attraversando quello che resta del grande bosco di Rezzo, terra del lupo e del cinghiale.
Di qui salivano le greggi
ai pascoli alti, al Passo della Mezzaluna alle falde del Monte
Monega. Transumanze millenarie di
cui restano tracce indelebili al Sotto di S. Lorenzo (1379 m.)
Su questa pietra i
pastori si spartivano gli alpeggi, ma prima sacrificavano un agnello
al dio della montagna.
Ancora ben visibile la
coppa destinata a raccogliere il sangue della vittima che poi colava al
suolo a fecondare terra e greggi.
I ruderi della chiesetta
di S. Lorenzo testimoniano del tentativo di cristianizzare questo luogo magico.
Pochi ruderi, ma in alto, al Passo
delle Porte, ancora svetta verso il cielo il menhir eretto in età
immemorabile a celebrare la sacralità del luogo.
E ancora avanti, sul
sentiero, verso il Passo della Mezzaluna, mentre dal Monega scende
una nebbia sempre più fitta. Tra gli alberi filtrano
suoni di campanacci, l'atmosfera è carica di magia. Avvolte della
nebbia mucche al pascolo ci guardano passare.
Ma scende di nuovo la nebbia e ci costringe a tornare indietro. Lasciamo i pascoli e rientriamo nel bosco. Sopra di noi il dio della montagna avvolto in una coltre di nubi.
Siamo sospesi in un'atmosfera senza tempo.