TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 27 maggio 2014

Dal Passo della Teglia al Passo della Mezzaluna alla ricerca di menhir e pietre sacre



Giorgio Amico

Dal Passo della Teglia al Passo della Mezzaluna alla ricerca di menhir e pietre sacre

Oggi siamo saliti al Passo della Teglia da dove le Alpi si specchiano nel mare. Forse non è la giornata giusta per salire fino a qui, il cielo è plumbeo, ma il panorama resta bellissimo. Da un lato le Marittime ancore coperte di neve, dall'altro grige nella luce caliginosa del mattino le case di Arma di Taggia.















Lasciamo l'auto e proseguiamo a piedi sul sentiero che attraverso la faggeta sale al Passo della Mezzaluna. Avanziamo lungo un cammino millenario, attraversando quello che resta del grande bosco di Rezzo, terra del lupo e del cinghiale.



Di qui salivano le greggi ai pascoli alti, al Passo della Mezzaluna alle falde del Monte Monega. Transumanze millenarie di cui restano tracce indelebili al Sotto di S. Lorenzo (1379 m.)



Su questa pietra i pastori si spartivano gli alpeggi, ma prima sacrificavano un agnello al dio della montagna.



Ancora ben visibile la coppa destinata a raccogliere il sangue della vittima che poi colava al suolo a fecondare terra e greggi.



I ruderi della chiesetta di S. Lorenzo testimoniano del tentativo di cristianizzare questo luogo magico.



Pochi ruderi, ma in alto, al Passo delle Porte, ancora svetta verso il cielo il menhir eretto in età immemorabile a celebrare la sacralità del luogo.



E ancora avanti, sul sentiero, verso il Passo della Mezzaluna, mentre dal Monega scende una nebbia sempre più fitta. Tra gli alberi filtrano suoni di campanacci, l'atmosfera è carica di magia. Avvolte della nebbia mucche al pascolo ci guardano passare.



Per un attimo la caligine si squarcia e un pallido sole ci svela la bellezza della fioritura.



Ma scende di nuovo la nebbia e ci costringe a tornare indietro. Lasciamo i pascoli e rientriamo nel bosco. Sopra di noi il dio della montagna avvolto in una coltre di nubi.


Siamo sospesi in un'atmosfera senza tempo.