TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 22 maggio 2014

Piero Simondo, Manica a vento























PIERO SIMONDO
Manica a vento
Balestrini
Centro Cultura Arte Contemporanea
Via Isola 40, Albissola Marina (SV)
24 maggio - 28 giugno 2014

INAUGURAZIONE:

Sabato 24 maggio 2014, ore 17.30
Orario di apertura della galleria nei giorni a seguire: 16.00 – 18.00
Domenica e lunedì chiuso Ingresso libero




Inaugura sabato 24 maggio, ore 17.30, al Centro Cultura Arte Contemporanea Balestrini (Albissola Marina - SV) “Manica a Vento”, mostra personale di Piero Simondo. Organizzata nei luoghi che accolsero il soggiorno nuziale dell’artista dopo il matrimonio con la moglie Elena nel giugno del 1957, la rassegna, curata da Sandro Ricaldone e Riccardo Zelatore, riunisce opere che a partire dagli anni ’50 documentano un quarantennio di attività. Fra queste la giovanile “Africa” (1950), dove già si rivela l’inclinazione verso un primitivismo di matrice espressionista che negli anni successivi troverà piena manifestazione nell’intensa produzione di monotipi, di cui pure sono esposti alcuni esempi (“Sovraimpresso bianco”, 1954; “Sul blu”, 1955, “Controtipo”, 1960). Al centro della mostra due lavori di grande dimensione: “Parvenze” (1962-67), una sorta di apparizione su uno sfondo cromaticamente acceso, e “Manica a vento” (1975), composito dipinto-assemblaggio creato su un supporto grezzo, a tratti perforato.

Il percorso prosegue con le “Ipopitture”, un “gioco del rovescio” in cui l’immagine viene stesa sul verso della tela e fatta filtrare sul recto con l’impiego di solventi, e i “Raschiati” degli anni ’70, dove il colore è steso e sottratto al tempo stesso con gesti rapidi e casuali, per chiudersi con “Piccolo ipofiltraggio”, una ulteriore elaborazione della tecnica sperimentata con le Ipopitture, realizzata su tela da materasso nel 1993, l’anno stesso della sua precedente mostra nello spazio di Franco Balestrini.

”Chi non ha percorso a quei tempi la linea Bra-Cavallermaggiore- Savona non può immaginare la bellezza dei vagoni con sedili di legno fine secolo. Su quegli scomodi e duri divanetti a tre posti, noi (Elena e Piero), in viaggio di nozze e di luna di miele, discettavamo in francese d’arte e d’avanguardia, con due fra i probabili migliori e relativamente ignoti avanguardisti culturali del momento (Asger e Guy) su cui iniziavano a soffiare lievi e variabili venti di gloria. In quel lontano inizio di giugno faceva un freddo autunnale e noi, gli sposini, attrezzati per l’estate tremavamo nel vento e nella pioggia. Si mangiava, quasi sempre in compagnia, in una delle trattorie del carruggio alle spalle e parallelo alla Via Aurelia lungomare (pasta al pesto e cozze alla marinara, di solito).

La frequentazione più assidua avveniva con Debord: partivamo, a piedi, per i cinque chilometri necessari a raggiungere il porto di Savona e il relativo luogo di sosta dove bevevamo un (e più d’uno) Australian rum, scoperto fra le bottiglie del bar portuale; pare che, par¬lando fra di noi in francese, io fossi stato identificato, dai locali, per i miei capelli cortissimi e biondi, come un probabile ufficiale di nave straniera (svedese, a quanto ricordo). Eravamo giovani e incuranti, più che insolenti; tutto ci divertiva e rallegrava”.

Così Piero Simondo ricorda il soggiorno nuziale ad Albissola nel giugno del 1957, dove poco meno di due anni prima, in occasione di una mostra con Pinot Gallizio nei locali della trattoria Da Lalla, avevano incontrato Asger Jorn e stabilito le basi per la fondazione, ad Alba, del Laboratorio Sperimentale del Bauhaus Immaginista. Anche in questa circostanza qualcosa bolliva in pentola: la creazione dell’Internazionale Situazionista, che giusto il mese successivo doveva nascere in casa Simondo a Cosio d’Arroscia dalla confluenza del M.I.B.I. (rappresentato da Pinot Gallizio, Asger Jorn, Walter Olmo, Piero Simondo ed Elena Verrone) con l’Internationale Lettriste (Michèle Bernstein e Guy Debord) ed il Comitato psicogeografico di Londra (Ralph Rumney). 

Oggi, mentre con l’inaugurazione della restaurata Casa Jorn ai Bruciati, con le mostre ospitate dalla Pinacoteca Civica di Savona e nelle rinnovate sale museali di Albissola Marina si celebra il centenario della nascita di Jorn, Simondo torna nel luogo dove il suo percorso si è incrociato per la prima volta con quello dell’artista danese, con una personale allestita presso il Centro Cultura Arte Contemporanea Balestrini.



CENNI BIOGRAFICI 

Piero Simondo nasce a Cosio d'Arroscia (Imperia) nel 1928. Allievo di Felice Casorati e di Filippo Scroppo all'Accademia Albertina di Torino, dopo aver intrapreso studi di chimica si laurea in Filosofia nell'ateneo torinese. Nel 1952 incontra ad Alba Pinot Gallizio, presso il quale soggiorna e che introduce alla pittura. Nel settembre del 1955 fonda ad Alba con Asger Jorn e Pinot Gallizio il Laboratorio di esperienze immaginiste del Mouvement Internationale pour une Bauhaus Imaginiste (M.I.B.I.) e pubblica il Bollettino del movimento, "Eristica". Nell'estate 1956 (2-9 settembre) Simondo organizza, sempre ad Alba, con Jorn, Gallizio ed Elena Verrone (che sposerà l’anno seguente), il Primo Congresso mondiale degli Artisti liberi sul tema "Le arti libere e le attività industriali".

Nell'estate del 1957 nella sua casa di Cosio d'Arroscia viene fondata l'Internazionale Situazionista, da cui fuoriesce nel gennaio successivo insieme a Elena Verrone e Walter Olmo, in polemica con Guy Debord. Nel 1962 fonda a Torino, con un gruppo di operai e intellettuali, il CIRA (Centro Internazionale per un Istituto di Ricerche Artistiche, 1962-1967) con il proposito di recuperare l'esperienza del Laboratorio di Alba. Con il CIRA progetta – fra l’altro – installazioni sui temi dell’alienazione e della natura dei media.

Nel 1972 entra all'Università di Torino per occuparsi dei laboratori di "attività sperimentali" presso l'Istituto di Pedagogia. Qui insegna poi, sino al 1996, Metodologia e didattica degli audiovisivi.



FRA LE SUE PUBBLICAZIONI

L’alba della logica – Torino, SEI, 1967
Ars vetus, ars modernorum – Torino, SEI, 1971
Spazi educativi e ricerca in situazioni di Laboratorio – Torino, Tirrenia Stampatori, 1981
Che cos’è stato il Laboratorio sperimentale di Alba – Genova, Libreria Sileno Editrice, 1986
La situazione laboratorio – Torino, Tirrenia Stampatori, 1987
Formazione e produzione di immagini – Milano, Franco Angeli, 1989
Il colore dei colori – Firenze, La Nuova Italia, 1990
A mo’ di prefazione, nel catalogo Jorn in Italia. Gli anni del Bauhaus immaginista – Torino, Fratelli Pozzo, 1997
Guarda chi c’era, guarda chi c’è. L’infondata fondazione dell’Internazionale Situazionista – Genova, Ocra Press, 2004
L’immagine imprevista. Rendiconti, opere, interviste, a cura di Sandro Ricaldone – Genova, Il Canneto editore, 2011

PRINCIPALI ESPOSIZIONI PERSONALI (DAL 1980)

1982 – Studio Rolla, Torino
1986 – Libreria Sileno, Genova
1988 – Fondation Musée Hébert, Grenoble
1993 – Centro Balestrini, Albissola Marina
1993 – Il Triangolo Nero, Alessandria
1994 – Studio Leonardi V-idea, Genova
1994 – Libreria Sileno, Genova
1994 – Studio Gennai, Pisa
2004 – Galleria Giampiero Biasutti, Torino
2004 – Studio B2, Genova
2005 – Galleria Peccolo, Livorno
2008 – Chiesa di San Domenico, Alba
2011 – Oratorio dei Disciplinanti, Finalborgo (Finale Ligure)
2012 – ArtGallery La Luna, Borgo San Dalmazzo
2012 – Fondazione Peano, Cuneo
2013 – Spaziobianco, Torino
2013 – Palazzo Ducale, Genova
2014 – Centro Balestrini, Albissola Marina