TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 31 maggio 2014

Soggiorno a Zeewijk. Il Ponente rivelato di Marino Magliani



Ci sono luoghi che danno spessore agli incontri. Ieri alla fiera del libro di Imperia, mentre girellavamo per le vie della memoria , abbiamo incontrato Marino Magliani. Non ci sentivamo da tempo. Ci ha raccontato del suo ultimo libro e di come la malinconia si possa tradurre in geografie, forme di luoghi che in realtà sono le stanze più segrete del nostro cuore.


Vittorio Coletti

Soggiorno a Zeewijk il Ponente rivelato di Marino Magliani

Marino Magliani presenta in queste settimane il suo ultimo libro, "Soggiorno a Zeewijk", pubblicato da Amos con tenerissime illustrazioni del suo amico olandese Piet Van Bert. Magliani potrebbe essere un personaggio di Francesco Biamonti. Ligure di entroterra (è di Dolcedo), silenzioso e schivo, dai lavori precari e solitari, torna sempre alla terra antica dopo aver viaggiato mezzo mondo, dal Sud America, alla Spagna all'Olanda, dove attualmente vive facendo il traduttore dallo spagnolo.

Magliani ha però, di suo, una leggerezza e una mitezza ironica che non si trova negli ombrosi personaggi del suo maestro di S. Biagio della Cima e un gusto del racconto che gli viene da un'attitudine a osservare più gli altri che se stesso. I suoi romanzi, racconti e favole hanno il passo calmo e meditativo del ligure e una immediatezza e voracità narrativa sudamericana.

Questo "Soggiorno a Zeewijk" è una piccola perla: Zeewijk è un quartiere di Ijmuiden, sobborgo di Amsterdam, che Magliani percorre spesso pensando alla sua Liguria di Ponente, anche per una singolare somiglianza della topografia (disegnata nel libro) di quella provincia d'Olanda con la nostra regione. Scrivendo questo libro per una bella collana che invita scrittori a guardare luoghi, Magliani esplora con timidezza e curiosità le vie del quartiere dai nomi stellari (Andromedastraat, Planentenweg, Orionweg) e spia educatamente abitudini e stili di vita degli olandesi, in una sorta di diario in cui dialoga col suo amico pittore e tenta un'improbabile seduzione parlando a cartelli in neerlandese elementare con una sconosciuta dietro i vetri.

I tragitti olandesi sono interrotti periodicamente da ritorni della memoria al borgo ligure natio, così diverso e lon- tano, in cui i luoghi si chiamano, con asciutta funzionalità, Case sottane o Case soprane. La piantina urbana e umana del popolare e nuovo quartiere olandese, in cui non c'è edificio che, dopo una decina d'anni, non venga demolito e sostituito con un altro, si sovrappone così alle vecchie e inalterabili mappe catastali della Liguria, in cui tutto, case e campagne, resta inalterato per secoli e l'unica innovazione è data dall'avanzata inesorabile dei rovi e delle erbacce negli orti trascurati e nelle case sfondate.

Ci sono pagine deliziose in questo libro, pieno di una curiosità gentile e senza rancori per il mondo, rallegrato da un italiano pidgin, mescidato (vi si mescolano spagnolo, olandese e dialetto ligure), che a volte traballa con la soavità di una leggera ebbrezza, restando però sempre miracolosamente in piedi.

La repubblica – 16 maggio 2014

Marino Magliani
Soggiorno a Zeewijk
Amos, 2014
14 euro




Marino Magliani

Soggiorno a Zeewijk



Cosa fanno gli abitanti di Zeewijk quando non riescono più a essere indipendenti, come succederà tra non molto a Piet?

Il luogo si chiama bejaarden huis. Ce ne sono almeno tre. Sono a rotazione, anch’essi, come ogni cosa di Zeewijk: ora costruiscono il ricovero in un posto e fra vent’anni in un altro. In questo modo, l’abitante di Zeewijk non riesce mai a identificarsi con un luogo, ma solo con l’idea di un ricovero. Questa destinazione vagamente ignota mette addosso una certa apprensione, si passeggia tra le costellazioni e si indaga, sarà qui sulla piazzetta dell’Acquarius, sarà in cima alla Pegasus?

Di solito questi ricoveri sono molto ben curati, un giardino minuscolo di modo che l’anziano non fatichi, giusto l’angolino di verde “privato”, un premio alla carriera, e la vetrata dalla quale guardare il passaggio della vita. I vecchi dei bejaarden huis sono sereni, possiedono il loro monolocale e là dentro hanno tutto: l’infermiera che passa a sorvegliare, la cucina, il bagno con le maniglie alle quali appoggiarsi, e persino la vista sui ciliegi in fiore.

Li trovo a giugno, seduti sulla sedia di plastica, fuori, alla brezza nordica. Sembra che controllino le ciliegie verdi e raggrinzite, in attesa che maturino, ma non maturano mai perché siamo in Olanda e i vecchi lo sanno. Chissà cosa pensano questi vecchi.

Forse, ci ha ragionato Piet, è come da voi in Liguria, là, in quel posto dove sei nato, che era un ospedale e dove ora la gente anziana seduta sulle sedie bianche guarda con un po’ di desiderio i grappoloni di datteri che non maturano mai.

Non lo so, ho detto a Piet. Non gli parlo mai troppo volentieri o a lungo dell’idea di un ricovero. Non sono la persona adatta, lo confesso, discorrere di un inizio e della fine mi confonde. Vorrei vedere voi se foste nati in un posto che ora ospita il tramonto.

(Da: Marino Magliani, Soggiorno a Zeewijk)