TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 12 novembre 2014

Alberto Cane, Povera mia Liguria



Riprendiamo dal bel blog (che invitiamo tutti a visitare) di Alberto Cane, grande fotografo e amico di Vento largo, questo post che condividiamo interamente e che ci pare la cosa migliore per capire quanto accade oggi in Liguria. Altro che le dichiarazioni ridicole sull'abusivismo di un ministro fantasma, qui della cementificazione di un'intera regione con l'avallo di chi governa e di chi sta all'opposizione (PD-PDL) si tratta!

Alberto Cane

Povera mia Liguria

Ripubblico questo post del luglio 2008. Da allora qualche politico e qualche imprenditore citato nel libro ha varcato le patrie galere, da allora qualche porto in costruzioine è diventato una cattedrale nel deserto (umido), da allora la politica poco o niente ha fatto per combattere l'incultura criminale che saccheggia la Terra, la nostra terra di Liguria.

Quando frequentavo il liceo e prendevo la corriera per Ventimiglia, superato Camporosso mi appariva la visione del mare. Poi, condominio dopo condominio, non rimase nemmeno più un buco di azzurro. Cemento, nient'altro che cemento a formare una muraglia impenetrabile e odiosa. Il naturale skyline che avevo visto fin da piccolo si era trasformato in un artificiale skifoline. Sagome accatastate in maniera casuale senza capo né coda

Questo un'era fa. L'altro giorno viaggiavo sul treno che da Genova porta a Nizza e osservavo con interesse l'espressione di una giovane donna che sedeva di fronte a me. Dal finestrino scorrevano uno dietro l'altro anonimi palazzi su anonimi palazzi, distanti l'uno dall'altro sì e no un metro. Sembrava di essere nella brutta periferia di una qualsiasi metropoli. Lei si accorse che la stavo guardando e mi indicò quello spettacolo indegno con un dito. Non ci fu bisogno di parole.

Dopo essersi appropriati con i denti della rara terra vicino al mare, dopo aver sbancato, famelici, colline e colline più a monte, adesso i pescecani del cemento armato si stanno impadronendo del mare. Si sa che la voracità non ha limiti.

Proprio di questo parla un libro inchiesta uscito da pochi giorni, Il partito del cemento, scritto da due bravi giornalisti, Ferruccio Sansa e Marco Preve. E la storia documentata, punto per punto, dei maneggi che si svolgono nei retrobottega della politica frequentati da imprenditori e banchieri, quasi tutti prima o poi inquisiti, qualcuno passato anche per le patrie galere, che intrecciano con gli amministratori pubblici rapporti quantomeno dubbi e quantopiù indecenti e sul filo dell'illegalità. 

Non c'è differenza tra destra e sinistra, i veri inciuci sono questi, fatti sottobanco, molto più pericolosi per la democrazia di quelli dichiarati alla luce del sole che generano scandalo solo negli sprovveduti. 



Nel libro si parla delle furbate per aggirare le leggi, come quella, che sarebbe ridicola se non fosse troppo seria, delle torri antincendio che diventano ville, dello spregio cinico di questa classe dirigente per questa terra bellissima che ha trasformato, nell'arco di un cinquantennio, in una regione che si sta estinguendo. Si estingue nei posti di lavoro, nella popolazione, nella cultura, e rimane, di quello che era stata, solo uno struggente ricordo.

Vogliono impadronirsi del mare dunque. E lo fanno costruendo porti ovunque, grandi, medi, piccoli. I posti barca nel 2000 erano in totale 14.500, nel 2008 sono diventati 20.500 ed è già pronto un piano per altre ottomila imbarcazioni. Porti vuol dire anche appartamenti, centri servizi, centri commerciali, negozi. Follia pura. Chi frequenta queste coste conosce, solo per dirne una, i problemi snervanti dei parcheggi e delle code chilometriche sull'Aurelia, che esistono anche in quelle cittadine che il porto non ce l'hanno, come Ventimiglia, ma che fra un po' l'avrà anche lei e allora voglio proprio vedere dove metteranno le macchine. L'ho già detto e lo ripeto. Follia.

Il libro scava a fondo sui due potentissimi Claudii. Claudio Scajola, ex DC ora Pdl, ministro del governo Berlusconi, e Claudio Burlando, ex PCI ora Pd, presidente della Regione. Si scoprono così intrecci insospettati nelle varie amministrazioni pubbliche, nei cda della miriade di società, e legami di sangue che diventano ragnatele di un potere come al tempo del Medio Evo.

Dopo la lettura si potranno avere reazioni diverse. C'è chi disgustato si allontanerà definitivamente dalla politica visto il degrado infimo a cui è arrivata, c'è chi si indignerà come non mai e farà di tutto per diffondere le notizie che ha letto, e ci sarà anche chi si darà da fare per impedire questo scempio. Alla fine del libro c'è un capitolo ad hoc "Prontuario anticemento".