Giorgio Amico
Con Genova nel cuore
Sapevate che Joseph
Conrad ambientò il suo ultimo romanzo (incompiuto) a Genova dove
aveva soggiornato e navigato da giovane? Una Genova misteriosa, fatta
di vicoli e di vento. Il luogo della nostalgia e del ricordo.
E' una storia quasi
poliziesca. C'è un misterioso veliero, ormeggiato a un vecchio molo fuorimano, che non riesce a salpare a
causa della mancanza di vento.
Nessuno sa chi lo comandi e quale sia la sua vera destinazione.
Un'aria di mistero lo circonda. In realtà è diretto all'Elba a
recare armi, documenti e uomini a Napoleone Bonaparte che sta
organizzando il suo rientro in Francia.
E c'è un inglese, esule
volontario, all'inseguimento di un amore infelice, che scopre vicolo
dopo vicolo, piazzetta dopo piazzetta che Genova è il luogo giusto
per perdersi e ritrovarsi.
E poi c'è lei, la vera
protagonista, Genova, miraggio bianco sul mare, bellissima come un
sogno, angosciante come un incubo. Una città lacerata, siamo nel
1815, in attesa che le grandi potenze la consegnino ai Savoia che
l'hanno sempre desiderata e mai potuta avere.
In questo tempo sospeso, in questo
clima di incertezza, di indeterminatezza, di suspense si ambienta una
storia cupa e misteriosa che riecheggia i toni della letteratura romantica di
inizio Ottocento.
Un pezzo di bravura stilistica che
Conrad non riuscì a terminare, ma che da questa incompletezza
acquista ulteriore fascino.
Ne presentiamo qui di seguito il
bellissimo incipit:
Un cupo rossore
infuocava le facciate marmoree dei palazzi ammassati lungo le pendici
di un'arida collina il cui spoglio crinale tracciava, alto sul cielo
che imbruniva, un rigo luminoso e spettrale. Il sole invernale
tramontava sul golfo di Genova.
Oltre la costa a
oriente il cielo era come vetro scuro. Anche il mare aperto aveva un
aspetto vitreo, e sulla sua superficie rossastra la luce della sera
indugiava come incapace di staccarsene.
Le vele di alcune
feluche alla fonda apparivano rosee e allegre, immobili nell'oscurità
crescente. Tutte puntavano la prua verso la Superba.
All'interno del molo,
che era lungo e terminava con una tozza torre rotonda, l'acqua del
porto si era fatta nera.Un veliero più grande, a vele quadre, che
stava per salpare e ne venne impedito dall'improvviso calare del
vento, volgeva la prua al disco rosso del sole.
Joseph Conrad
Suspense
Il Canneto
14 euro