TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 9 gennaio 2017

Joseph Conrad. Con Genova nel cuore


Giorgio Amico

Con Genova nel cuore

Sapevate che Joseph Conrad ambientò il suo ultimo romanzo (incompiuto) a Genova dove aveva soggiornato e navigato da giovane? Una Genova misteriosa, fatta di vicoli e di vento. Il luogo della nostalgia e del ricordo.

E' una storia quasi poliziesca. C'è un misterioso veliero, ormeggiato a un vecchio molo fuorimano, che non riesce a salpare a causa della mancanza di vento. Nessuno sa chi lo comandi e quale sia la sua vera destinazione. Un'aria di mistero lo circonda. In realtà è diretto all'Elba a recare armi, documenti e uomini a Napoleone Bonaparte che sta organizzando il suo rientro in Francia.

E c'è un inglese, esule volontario, all'inseguimento di un amore infelice, che scopre vicolo dopo vicolo, piazzetta dopo piazzetta che Genova è il luogo giusto per perdersi e ritrovarsi.

E poi c'è lei, la vera protagonista, Genova, miraggio bianco sul mare, bellissima come un sogno, angosciante come un incubo. Una città lacerata, siamo nel 1815, in attesa che le grandi potenze la consegnino ai Savoia che l'hanno sempre desiderata e mai potuta avere.

In questo tempo sospeso, in questo clima di incertezza, di indeterminatezza, di suspense si ambienta una storia cupa e misteriosa che riecheggia i toni della letteratura romantica di inizio Ottocento.

Un pezzo di bravura stilistica che Conrad non riuscì a terminare, ma che da questa incompletezza acquista ulteriore fascino.

Ne presentiamo qui di seguito il bellissimo incipit:



Un cupo rossore infuocava le facciate marmoree dei palazzi ammassati lungo le pendici di un'arida collina il cui spoglio crinale tracciava, alto sul cielo che imbruniva, un rigo luminoso e spettrale. Il sole invernale tramontava sul golfo di Genova.

Oltre la costa a oriente il cielo era come vetro scuro. Anche il mare aperto aveva un aspetto vitreo, e sulla sua superficie rossastra la luce della sera indugiava come incapace di staccarsene.

Le vele di alcune feluche alla fonda apparivano rosee e allegre, immobili nell'oscurità crescente. Tutte puntavano la prua verso la Superba.

All'interno del molo, che era lungo e terminava con una tozza torre rotonda, l'acqua del porto si era fatta nera.Un veliero più grande, a vele quadre, che stava per salpare e ne venne impedito dall'improvviso calare del vento, volgeva la prua al disco rosso del sole.




Joseph Conrad
Suspense
Il Canneto
14 euro