TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 14 ottobre 2018

Portella della Ginestra. Primo Maggio 1947



Lunedì 15 ottobre alle ore 18
presso la Libreria Ubik di Savona,
incontro con lo scrittore siciliano Mario Calivà
e presentazione del libro
Portella della Ginestra. Primo maggio 1947. Nove sopravvissuti raccontano la strage” (Navarra Editore).
Introduce Giorgio Amico

Il Primo maggio del 1947 duemila lavoratori del Palermitano, della zona di Piana degli Albanesi, di San Giuseppe Jato e di San Cipirello si riunirono a Portella della Ginestra per la Festa del Lavoro. Improvvisamente alcuni uomini, guidati dal bandito Salvatore Giuliano, spararono sulla folla, uccidendo dodici persone e ferendone più di trenta. È la strage di Portella della Ginestra, prima strage di Stato, evento spartiacque del dopoguerra che ha cambiato il corso della storia, da molti considerato il primo grande mistero dell'Italia repubblicana: mai sono stati accertati, infatti, il movente e i mandanti. Dell'eccidio di Portella della Ginestra si è scritto tanto, ma in questo lavoro di Mario Calivà parlano nove testimoni che hanno visto le vittime morire davanti ai propri occhi tra la folla festante. Un prezioso documento di storia orale che permette di andare al di là della storia ufficiale ed entrare nel vivo dei fatti, condividendo emozioni e riflessioni