TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 6 luglio 2019

7. Il declino delle corporazioni e la nascita del mondo moderno


    Clusone. Oratorio dei Disciplini. Trionfo della morte.

Il declino del mondo medievale e l'affermarsi del mondo moderno portano con sé la fine della istituzione corporativa. All'artigiano che conosce i segreti del mestiere, si contrappone il borghese che conosce i segreti del capitale. È una battaglia persa in partenza che pone le premesse, come vedremo nel prossimo capitolo, del passaggio in Inghilterra dalla Massoneria di mestiere medievale a quella filosofica moderna.

Giorgio Amico

Il declino delle corporazioni e la nascita del mondo moderno

Il fiorire del gotico segna il periodo di massimo splendore dell'associazione muratoria, per due secoli la corporazione vede crescere il proprio prestigio e le proprie fortune, poi con i primi segni della grave crisi che incombe sull'Europa, inizia improvviso il declino.

Nei primi anni del XIV secolo l'ondata espansiva dell'economia medievale iniziata con il Mille si arresta bruscamente. Il commercio ristagna, l'industria declina, l'incremento demografico si blocca, le città si spopolano nuovamente.

Il continente è devastato da spaventose catastrofi naturali e dalla terribile guerra dei Cent'anni che, protrattasi dal 1339 al 1459, mette in ginocchio i due paesi più prosperi: Francia ed Inghilterra.

La carestia che per tre anni, dal 1315 al 1317, devasta l'Europa, la peste nera, arrivata dall'Asia, che infuria dal 1347 al 1250 con virulenza inaudita, cancellano d'un colpo oltre un terzo dell'intera popolazione europea.

Passato l'incubo delle guerre e delle pestilenze, ne rimangono le tragiche conseguenze: bande di briganti terrorizzano le campagne, la fame del il freddo fanno strage degli abitanti delle città, ovunque dilaga la violenza.

È il mondo desolato che François Villon descrive in un pugno di versi:

En ce temps que j'ai dit devant,
Sur le Noël, morte saison
Que le loups se vivent de vent
Et qu'on se tient en sa maison
Pour le frimas, pres du tison...

In quel tempo che ho detto avanti,
Verso il Natale, morta stagione,
Quando i lupi vivono di vento
E ognuno in casa, in un cantone
Sta per il gelo, presso un tizzone... 46



La crisi del mondo tradizionale, giunto ormai al culmine della sua parabola, segna la nascita di un ampio antagonismo sociale. Scrive il Pirenne:

«Verso la fine del secolo il proletariato cominciò a formarsi anche all'interno di quelle piccole corporazioni artigiane, la cui organizzazione era diretta alla difesa dell'indipendenza economia dei membri. Tra i maestri artigiani e gli apprendisti e i compagni, che lavoravano alle loro dipendenze, l'intesa era durata finché fu possibile ottenere facilmente la qualifica di maestro. Ma dal giorno in cui, con l'arresto dell'incremento demografico, gli artigiani si videro costretti a rinunciare a sviluppare ulteriormente la loro produzione l'ascesa verso tale qualifica era diventata sempre più difficile. La tendenza a riservarla alle famiglie che già la detenevano si manifestò con ogni genere di disposizioni: prolungamento dell'apprendistato, aumento della tassa per ottenere il titolo di maestro, obbligo di eseguire un “capolavoro” a garanzia delle capacità dell'aspirante. In breve, ogni corporazione artigiana si trasformò in un gruppo egoista di padroni decisi a trasmettere ai figli o ai generi la clientela ormai numericamente ristretta delle loro piccole botteghe. Non c'è da stupirsi, quindi, se fin dalla metà del XIV secolo, tra gli apprendisti e specialmente tra i lavoranti che vedevano sfumare la possibilità di migliorare la propria condizione, affiorò uno scontento che si manifestò con scioperi e richieste di aumento salariale e infine con la lotta per partecipare insieme con i maestri al governo della corporazione è...]. L'identità di interessi e rivendicazioni che legava tra loro i lavoranti, fece presto sorgere fra di loro associazioni di mutuo soccorso e difesa, che si estesero a molte città. Si tratta dei compagnonnages o gesellenverbande, che apparvero dapprima in Francia e un poco più tardi in Germania, e il cui scopo fu quello di fornire lavoro ai membri e proteggerli contro lo sfruttamento dei maestri». 47

Nel 1420 il compagnonaggio appare in Francia ormai nettamente definito, In una ordinanza di Carlo VII ai compagni calzolai di Troyes si parla di

«Molti Compagni e operai del detto mestiere, di molte lingue e nazioni, che vanno e vengono per le città per apprendere, conoscere e sapere gli uni degli altri». 48

È da questa drammatica lacerazione del tessuto sociale medievale che, crediamo abbia avuto origine la leggenda di Hiram, maestro architetto del tempio di Salomone, assassinato da tre apprendisti gelosi. La leggenda, sconosciuta nell'antichità, riflette infatti la consapevolezza di una dualità maestro-apprendista, contrapposta al mito del Maestro simbolo di unità e di ordine. 49



Verso la metà del secolo le menti più acute della Libera Muratoria compresero che occorreva al più presto rilanciare l'associazione. Nel 1459 si svolse, sotto la protezione dell'imperatore Massimiliano, raffigurato in una incisione commemorativa dell'avvenimento con le insegne di maestro architetto, l'Assemblea Generale di Ratisbona della corporazione degli scalpellini e tagliatori di pietre della Germania.

Nel congresso, a cui parteciparono 19 maestri, venne deciso di redigere una nuova costituzione dell'associazione e di nominare Gran Maestro l'architetto del cantiere principale del Duomo di Strasburgo., Jost Dotzinger di Worms. Nonostante tutti questi sforzi, il corso della storia non poteva più essere deviato.

La ripresa delle corporazioni non fu di lunga durata. Le corporazioni edili perdettero via via i loro privilegi e per la maggior parte furono sciolte nel XVII secolo. A questo declino non fu estranea la rottura dell'unità culturale e religiosa d'Europa dovuta alla Riforma.

Nel 1495, ad esempio, nella fino allora tranquilla Inghilterra si registrò un brutale attacco alla Massoneria. Enrico VIII, accentratore e tirannico, sospettando che nelle confraternite si annidassero, proteggendosi con il velo del segreto oppositori e cospiratori cattolici, per sventare ogni possibile minaccia al suo potere, emanò un editto col quale si vietava ogni associazione fondata su riti e segni di riconoscimenti segreti.

Anche in Francia il clima non era più favorevole alle società iniziatiche: nel luglio del 1500 il Parlamento di Parigi vietò severamente ogni riunione di massoni sotto pena della confisca dei beni e del decadimento delle rispettive qualifiche professionali. 50

Di fronte alle persecuzioni della Chiesa e dei sovrani, le organizzazioni massoniche e compagnoniche furono costrette, per non interrompere i loro lavori, ad entrare in una specie di clandestinità e a celarsi sotto l'insospettabile facciata di innocue associazioni religiose.

In Inghilterra nel 1509 nasce la “Gilda dei costruttori” sotto il patrocinio di San Giovanni e la protezione della Chiesa. A Parigi, nel corso del XVII secolo opera una “Confraternita di san Giuseppe dei Compagni carpentieri”, con sede presso la chiesa dei canonici regolari al Faubourg Saint-Germain.

La natura religiosa dell'associazione copre il mantenimento delle pratiche segrete del compagnonaggio, allora proibite, come testimonia un'immagine sacra della Confraternita. L'illustrazione, risalente al 1677, rappresenta San Giuseppe al lavoro, la Vergine seduta e Gesù fanciullo impugnante un compasso. Ai lati panoplie d'utensili, fra i quali spiccano un compasso ed una squadra incrociati. 51



Se queste misure ebbero una qualche efficacia concreta, le condanne ecclesiastiche e le angherie dei despoti, poco o nulla valsero nei confronti della ben più grave insidia rappresentata dal nuovo spirito, emanazione dell'allora nascente borghesia, che a partire dal secolo XVI diede mano all'affossamento delle strutture politiche, culturali, religiose della società medievale. L'autunno del Medioevo recava inevitabilmente con sé il declino irreversibile dell'istituzione corporativa.

«Il commercio – scrive lo Jacq – si erge contro l'artigianato e comincia a prevalere su esso. Oramai non vi sono più “artefici” e “operativi”, bensì semplici “operai”, cioè persone considerate dei poveri diavoli senza intelligenza e che formano il più basso strato della società». 52

(Da: G. Amico, Dalla Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars Graphica, Savona 1980)

46. Cfr. François Villon, Poesie, feltrinelli, Milano 1966, p.3.
47. Cfr. Henri Pirenne, Storia economica e sociale del Medioevo, Garzanti, Milano 1967, p. 226.
48. Cfr. Geoges Allary, Le Compagnonnage, Métiers d'art, Paris 1978, p.19.
49. Cfr. J.C. Pichon, L'altra storia, Rosada, Torino 1972, p. 249.
50. Cfr. C. Jacq, La Massoneria. Storia e iniziazione, Mursia, Milano 1978, p. 113.
51. Cfr. Geoges Allary, cit., p. 24-25.
52. Cfr. C. Jacq, cit., p. 113-114.

Una precisazione è doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più recenti dei quali sono degli anni '70.

7. Continua