L'opera in cui la
corporazione muratoria trasfuse per intero il suo sapere iniziatico fu
la cattedrale gotica. In questo capitolo si accennerà al linguaggio
simbolico della cattedrale, ai suoi rapporti con l'alchimia e infine
al più spinoso dei problemi: il rapporto fra Liberi Muratori e
Templari.
Giorgio Amico
Il segreto delle
cattedrali
Abbiamo già visto come
per i cronisti medievali l'esistenza stessa della corporazione
muratoria fosse intimamente legata ad un grande, inesplicabile
segreto. Un segreto che resta tale ancora oggi. Mai, nel corso dei
secoli, un Maestro architetto tradì il giuramento tanto solennemente
prestato al momento dell'accoglienza nella confraternita. Mai,
nonostante le ricerche di generazioni di studiosi, fu possibile
rinvenire un solo documento che gettasse una qualche luce sui segreti
dell'associazione.
Attorno alla Massoneria
andò così condensandosi col trascorrere del tempo quell'alone di
mistero che ancora oggi essa di porta appresso e che ha costituito
nei secoli l'argomento preferito di chi, forte della credulità
popolare, intese intralciarne il cammino. E basi a questo proposito
il celebre episodio delle «rivelazioni» di Leo Taxil.
Eppure proprio coloro che
più si accanirono contro i presunti «misteri» della Massoneria ne
furono paradossalmente i depositari e i custodi.
Quasi per un'ironia della
storia, la Chiesa, per secoli accanita persecutrice dei Liberi
Muratori, custodì gelosamente, senza afferrarne l'intimo
significato, proprio l'opera in cui essi avevano trasfuso tutto il
loro sapere iniziatico. Quest'opera, meravigliosa e solenne al tempo
stesso, simile a un gigantesco libro di pietra, è la cattedrale
gotica.
In essa, chi sa leggervi,
ritrova intatto l'antico sapere degli iniziati del Medioevo: dai
rapporti rigorosamente numerici fra le sue parti, ai rosoni
alchemici, dai capitelli scolpiti riproducenti gli atteggiamenti
rituali, a motivi islamici, buddistici e perfino cinesi e tibetani,
giunti in Europa al seguito dei cavalieri crociati di ritorno
dall'Oriente.
Tutto il grande
patrimonio simbolico della Massoneria medievale è racchiuso dentro
al gran libro della cattedrale. Il fatto che la Chiesa sia sempre
costruita con l'abside rivolta a sud-est e la facciata a nord-ovest
risponde all'intenzione che i fedeli entrando nel luogo sacro da
Occidente (il regno delle tenebre) ,avanzassero verso l'Oriente, dove
sorge il sole e da dove proviene la Luce.
Così la pianta a forma
di croce latina con la semplice aggiunta di un'abside semicircolare o
elittica assume la forma e il valore simbolico della croce ansata,
l'ank sacro ai sacerdoti dell'antico Egitto, che indica la Via
universale nascosta nelle cose.
Così i labirinti
tracciati sul pavimento all'incrocio tra la navata e il transetto,
simboleggiano le asperità dell'Opera e l'impossibilità per l'uomo
privo di una guida sicura (la figura del grande iniziato – spesso
Salomone - effigiata al centro del tracciato dedalico) di trovare e
mantenere il retto cammino sulla via della perfezione interiore.
Chartres
Così le scale a
chiocciola, racchiuse all'interno delle torri della facciata,
alludono alla necessità nelle alterne vicende dell'avventura terrena
di mantenersi fedeli ad un asse centrale spirituale, il solo in grado
di attribuire significato al mistero dell'esistenza.
Così, infine, i rosoni e
le vetrate, tanto artisticamente cesellate, esprimono con i loro
vividissimi colori l'ansia di purificazione e di autoperfezionamento
che rendeva incandescente il sogno alchemico.
Il grande iniziato che si
cela sotto il nome di Fulcanelli ha scritto a questo proposito parole
ricche di poesia:
In seguito a questa
disposizione, uno dei tre rosoni che ornano il transetto e il grande
portico non è mai illuminato dal sole; è il rosone settentrionale
che s'irradia nella facciata del transetto sinistro. Il secondo
fiammeggia al sole di mezzogiorno; è il rosone aperto all'estremità
del transetto destro. L'ultimo si illumina ai raggi colorati del sole
che tramonta; è il grande rosone del portale, di gran lunga più
grande, per estensione e per bellezza dei suoi fratelli laterali. In
questo modo, sul frontone delle cattedrali gotiche si succedono i
colori dell'Opera, secondo un processo circolare che va dalle
tenebre, - rappresentate dall'assenza e dal colore nero, - alla
perfezione del colore rosso, passando per il colore bianco,
considerato come una media tra il nero e il rosso».35 [La nigredo,
l'albedo e la rubedo sono le tre fasi dell'opera alchemica. Nota
aggiunta a questa riedizione]
La costruzione delle
cattedrali segna anche il periodo di massimo splendore della
corporazione; infatti come nota il Lennhoff:
«I membri di questa
grande corporazione di Fraatelli, i costruttori dei monumenti gotici
erano altamente rinomati quali possessori di cognizioni e tradizioni
del tutto particolari, di nozioni che essi soli avevano e che
permettevano loro di innalzare le loro slanciate colonne, di tendere
le loro ampie volte ed i loro archi tanto tesi, di calcolare in modo
che fosse possibile che essi sostenessero il peso sovrastante e che
l'enorme pressione fosse esattamente ripartita». 36
I maestri architetti francesi girano l'Europa aprendo cantieri ovunque richiesti. Dalla
Spagna alla Polonia, dalla Scandinavia all'Ungheria il gotico porta
il suo linguaggio simbolico in ogni angolo del continente. In Germania le cattedrali di Strasburgo e Colonia si ispirano ai modelli
francesi di Reims ed Amiens; in spagna si costruisce a Toledo, Burgos
e Leon sulla falsariga di Bourges; in Olanda, in Scandinavia, in
Ungheria, in Italia, in Polonia, dove a Cracovia San Stanislao
riproduce fedelmente la pianta della cattedrale di Amiens, la Libera
Muratoria rivela, nella frantumazione degli angusti limiti nazionali,
la sua vera essenza universalistica.
D'altronde, secondo la
tradizione iniziatica ripresa da Fulcanelli, la stessa definizione di
arte gotica (art gotique) altro non sarebbe che una deformazione del
termine «argotique» con la quale si indicava nel Medioevo la lingua
segreta internazionale degli iniziati, una sorta di esperanto che
permetteva ai veri sapienti di ogni paese di comunicare fra di loro
al di là delle barriere linguistiche.
«I dizionari» argomenta
Fulcanelli «definiscono la parola “argot” come “il linguaggio
particolare di tutti quegli individui che sono interessati a scambiasi
le proprie opinioni senza essere capiti dagli altri che stanno
intorno”. È quindi, una vera e propria cabala parlata (…). Ancor
oggi si dice di un uomo molto intelligente, ma anche assai scaltro:
sa tutto, capisce l'argot. Tutti gli iniziati si esprimevano in
argot, anche i vagabondi della Corte dei Miracoli – Col poeta
Villon alla loro testa – ed anche i Frimasons o frammassoni del
Medioevo, che “costruivano la casa di Dio” ed edificavano i
capolavori argotiques ancor oggi ammirati».37
Negli ultimi anni, poi
l'attento esame dell'enorme patrimonio iconografico rappresentato dai
capitelli scolpiti, dalle decorazioni delle facciate e dei portali,
ha recato ulteriori argomenti a sostegno della tesi che nell'ambito
delle corporazioni muratorie si sarebbe celata una ultrasegreta
società esoterica depositaria della più antica tradizione
iniziatica.
Proprio in questo senso
l'Ambesi fa rilevare come «i Massoni operativi medievali riuscirono
ad infiltrare nelle raffigurazioni testamentarie ed apocalittiche
allegorie e simboli che nulla avevano a che spartire con
l'insegnamento della Chiesa di Roma, ma che si collegavano con
segreti nodi al preesistente mondo pagano e alla grande tematica
gnostica, d'elaborazione asiatica ripudiata dal Cristianesimo».38
È una tesi che porta
assai lontano e che si collega a chi, per spiegare il rapido fiorire
del gotico nei secoli XII e XIII, ha sostenuto l'ipotesi di una
filiazione della Libera Muratoria dall'Ordine del Tempio allora in
piena espansione. È il caso del francese Charpentier, la cui opera 39
contiene una massa di informazioni preziose mescolate purtroppo ad
altre che non possono che lasciare perplesso il lettore, quale la
asserita derivazione templare di alcuni miti delle civiltà
precolombiane del Centroamerica.
Ora è certo che
l'influenza delle crociate sulla cultura europea fu notevole e valse a
far riscoprire in Occidente «il fascino del misticismo orientale che
i secoli avevano sopito, i suoi segreti, le sue magiche formule
esoteriche».40 Così come è assodato che contatti anche stretti
intercorsero fra i templari e le associazioni di mestiere ed in
particolare quella muratoria,
dopo lo scioglimento
dell'Ordine e l'esecuzione dei suoi capi nel 1314, le confraternite
operaie accolsero nel loro seno i membri del Terzo Ordine del
Tempio, coloro cioè (sellai, fabbri, armieri, carpentieri, ecc.) che
nelle Case dell'Ordine assolvevano ai compiti non militari e non
religiosi. Essi erano degli operai altamente qualificati, che grazie
alla loro permanenza nelle fila templari, avevano potuto arricchire
il loro bagaglio professionale con tecniche nuove ancora sconosciute
in europa; è chiaro, quindi, l'impulso che da questo afflusso di
sangue nuovo venne all'avanzamento delle associazioni di mestiere.
Tutto ciò, se vale a
spiegare le persecuzioni di cui in seguito esse furono fatte oggetto
da parte delle autorità ecclesiastiche, non porta però alcun
sostegno documentabile all'ipotesi avanzata per la prima volta nel
Settecento, che i cavalieri superstiti ricostituissero al coperto
delle confraternite operaie o delle logge massoniche i capitoli
dell'Ordine.
Ciò che in realtà
turbava e turba ancor oggi molti, è il dover riconoscere le origini
operaie e democratiche della Libera Muratoria- Proprio a questo scopo
vennero introdotti nelle logge, a fianco degli umili simboli del
lavoro (la squadra, il compasso, la cazzuola, ecc.) una miriade
di altisonanti gradi cavallereschi, destinati a snaturare
irrimediabilmente l'antica semplicità della fratellanza.
A tutti costoro sfugge il
particolare concetto che il Maestro Massone medievale aveva del
lavoro, non subito «come un male necessario, un compito ingrato ma
obbligatorio, ma elevato all'altezza di un sacramento, trasmutato in
un atto d'amore, incluso nell'organizzazione di Dio, l'architetto
supremo».41
(Da: G. Amico, Dalla
Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars
Graphica, Savona 1980)
35 Fulcanelli, Il mistero
delle cattedrali, Mediterranee, Roma 1972, p. 53-54.
36 E. Lennhoff, Il Libero
Muratore, Bastogi, Livorno 1976, p. 36.
37 Fulcanelli, cit., p.
46.
38 Cesare Ambesi, Storia
della Massoneria, De Vecchi, Milano 1977, p. 90-92.
39 Louis Charpentier; I
misteri dei Templari, Atanor, Milano 1972, p. 234
40 Achille Pontevia,
Cattolicesimo e Massoneria, Atanor, Roma 1948, p. 46.
41 Georges Bordonove, Il
rogo dei Templari, Longanesi, Milano 1972, p. 234.
Una precisazione è
doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini
della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da
considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più
recenti dei quali sono degli anni '70.
5. Continua