Non è il vino dell’enologo
Lessico di un vignaiolo che dissente
Corrado Dottori è un
vignaiolo che produce Verdicchio e non solo sulle colline
marchigiane. È approdato alla vigna dopo essersi licenziato da un
posto garantito in una grande banca internazionale. E da alcun anni
fa il contadino.
Cosa significa fare ed essere un agricoltore agli albori del Terzo millennio? Come si fa agricoltura? Cos’è un ambiente? Quali sono le relazioni tra un coltivatore e un sistema vivente quale la vigna? Quale vino produrre? Questo lessico per un’altra «contadinità» ne è la risposta.
Un viaggio dentro il mondo della vigna e dentro la vita di chi se ne prende cura. Che passa per la cantina e gli scaffali di vendita. Per la critica del gusto e la storia della produzione vitivinicola nel Novecento. Per l’enologia e Luigi Veronelli. Per le grandi fiere del vino e i terroir. Una riflessione lungo i sentieri che partono dalla «natura» e sfociano in un prodotto di «artificio» quale una bottiglia.Articolato nella forma di un lessico, questo libro è anche il racconto di ciò che definisce il mondo del vino ma che non trova spazio nelle guide o nei manuali sul bere. E per leggerlo, non serve essere esperti, conoscitori, bevitori o sommelier, basta lasciarsi andare alla linfa che scorre in queste pagine e che ci trascina da un tralcio di vite a una diversa visione dell’ambiente e della natura, a un’ecologia tutta da costruire.
Non è il vino
dell’enologo è un libro spartiacque per la nascita di una
sensibilità oggi diffusa che, a
partire dal vino e dalla
critica del gusto, ha proposto nuove forme di agricoltura e di
relazione con l’ambiente. Questa ne è la nuova edizione.
Una pagina
«È la vigna a
rispondere. Col suo aspetto, le sue forme, la sua vegetazione. I
tralci si distendono meglio, le foglie ingialliscono dopo, il vigneto
appare come un elemento vivente che è solo parte di un ambiente
naturale fatto di erbe e insetti e animali. E camminarci in primavera
è una meraviglia. Immagini le radici, nel buio della terra,
sensitive, cercare acqua e humus e minerale. Vedi i tralci che
iniziano a spingere verso l’alto, verso la luce, arrampicandosi in
direzione del cielo. E in mezzo le foglie che respirano. Creando
energia. Mutando acqua e anidride carbonica e luce in sostanze
nutritive. Qualcosa di straordinario che l’uomo, ancora, non è
riuscito ad avvicinare.
L’osservazione della
natura diventa allora qualcosa di esaltante, che trascende la
scienza. Non più l’uomo scisso dalla natura, scienziato, che
interviene e manipola. No. L’uomo nella natura. Parte della natura.
Com’è bella una foglia di vite. Com’è bella una coccinella
rosso sgargiante su una foglia di favino verde fosforescente. È
qualcosa di ancestrale a chiamarci. A rimettere in discussione le
nostre certezze di uomini progrediti.
Non vuole essere un
ritorno al passato. Al contrario. Quello che la crisi del mondo
industriale, finanziario, utilitarista, ci consegna è la domanda che
occupa tutta la fine del Novecento, dal ’68 in avanti: è possibile
fare in modo diverso? Come abita il pianeta l’uomo contemporaneo?
Come si relaziona con la natura? Qual è il senso del suo
stare-al-mondo nell’epoca del progresso tecnico?».
Corrado Dottori (1972)
vive e lavora a Cupramontana. È vignaiolo e consigliere comunale.
Laureato in economia politica, nel 2005 ha pubblicato Benin.
Economia, società e sviluppo etico (L’Harmattan Italia,
2005).
Corrado Dottori
Non è il vino dell'enologo
DeriveApprodi, 2019
15 euro