TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 27 giugno 2019

3. La nascita delle corporazioni


    Heidelberg. Portale della cappella del castello

Terzo capitolo del nostro libriccino sulla Massoneria medievale, Oggi parliamo della nascita e degli sviluppi delle corporazioni muratorie fra l'XI e il XII secolo.

Giorgio Amico

La nascita delle corporazioni

A partire dalla seconda metà dell'XI secolo, in stretta concomitanza con il rinascere impetuoso dell'economia urbana, si assiste nelle regioni socialmente più avanzate d'Europa (Inghilterra, Francia, Germania, Italia) al rapido sorgere ed affermarsi di confraternite raggruppanti i lavoratori delle varie professioni cittadine. Queste associazioni, nate con tutta probabilità ad imitazione delle più antiche gilde commerciali, rispondevano ad esigenze di ordine religioso ed economico. Erano, infatti, al tempo stesso società di preghiera e carità ed organismi di mutuo soccorso degli artigiani.

Chiamate in molti modi («officium» o «ministerium» in latino, «arte» in italiano, «metier» o «jurande» in francese, «ambacht» o «nering» in olandese, «amt» o «innung» o «handwerk» in tedesco, «craftgild» o «mistery» in inglese), le corporazioni appaiono in tutta Europa del tutto identiche nelle loro caratteristiche fondamentali, sì da essere definite «la più generale e caratteristica espressione dell'economia urbana» medievale.22

Le prime notizie certe risalgono alla fine dell'XI secolo. Nel 1099, infatti, si associano i tessitori di Magonza, nel 1106 i pescivendoli di Worms, nel 1218 i calzolai di Wurtzburg, nel 1149 i fabbricanti di trapunte di Colonia.

In Inghilterra le prome craftgild vedono la luce sotto il regno di Enrico I (1100-1135) a oxford, Huntington, Winchester, Londra, Lincoln per diffondersi presto in tutte le principali città del reame.

Quanto alla Francia, sappiamo che all'inizio del XII secolo i conciatori di Rouen formarono un gilda alla quale furono costretti ad appartenere tutti coloro che intendevano esercitare quel mestiere dentro le mura della città.

Quanto alle confraternite muratorie, la loro nascita deve essere stata, se non più antica, perlomeno contemporanea. Gli studi di Hervé Masson confermano questa ipotesi. Nel suo «Dictionaire Initiatique» (Parigi 1970) e gli scrive a questo proposito:

«In Germania i tagliatori di pietra o “steinmatzen” esistono già come associazione segreta dal XII secolo e possiedono logge, principalmente la Gran Loggia di Strasburgo che ne era tribunale supremo, ma vi erano anche altre importanti logge, come quella di Colonia, Vienna, Zurigo, ecc. Gli “steinmatzen” giuravano già sul compasso e la squadra, compiendo un viaggio tradizionale (Wanderjahre), nel corso del quale visitavano le diverse logge dell'impero. Avevano motti di riconoscimento e segni particolari». 23

    Coblenza. Portale di casa medievale di un Maestro muratore

Nel 1268 Luigi IX di Francia, reso inquieto dalla rapida crescita di prestigio delle corporazioni, diede incarico ad Etienne Baileau, prevosto dei mercanti di Parigi, di operare un vero e proprio censimento delle associazioni di mestiere raccogliendone gli statuti. Vide così la luce il “Libro dei Mestieri” nelle cui pagine vennero scrupolosamente censite tutte le notizie attinenti le corporazioni allora esistenti nel regno.

Riferendosi ai membri delle associazioni muratorie, per i quali usa l'espressione «i nostri Fratelli, i Framassoni del nostro tempo»,24 mastro Boileau afferma come essi si dichiarino detentori di un segreto attinente alla loro professione, segreto che, tuttavia, egli non sa o non vuole rivelare. Ricorda, invece, come i Maestri siano soliti festeggiare l'accoglimento rituale di un nuovo fratello con un grande banchetto.

All'incirca in questo periodo iniziano ad apparire le prime notizie storicamente accertabili. Veniamo così a sapere di un grande raduno muratorio, svoltosi a Strasburgo nel 1275, in cui, sotto la direzione del Maestro Erwin von Steinback, viene decisa la ripresa dei lavori per l'erezione della cattedrale cittadina. Convegno sanzionato da un atto dello stesso imperatore, Rodolfo I d'Asburgo, concedente particolari franchigie ai tagliatori di pietra impegnati nel cantiere.

Un altro documento, conservato nel cartulario di Notre Dame di Parigi e risalente al 1283, da invece notizia di un incidente occorso in una loggia di scalpellini.

Quanto al termine stesso “loggia”, esso, secondo il Jones, appare la prima volta proprio in quegli anni (1278), su carte riguardanti i lavori dell'Abbazia Reale di Vale. Sappiamo tuttavia che già nel secolo precedente l'erigenda cattedrale di Saint-Gatieu, in Francia, aveva annessa una «camera dei metalli» riservata ai costruttori.


    Coblenza. Portale di casa medievale di un Maestro scalpellino

Come si è già accennato le confraternite medievali non si limitavano a svolgere semplici funzioni di mutuo soccorso o sindacali, ma aspiravano ad essere qualcosa di assai superiore.

«si può anzi asserire» - scrive lo Jacq - «che il loro carattere fu soprattutto “aristocratico”, raggruppando solo artigiani altamente qualificati e che avevano dato inequivocabile prova delle loro virtù spirituali, morali e tecniche».25

Così le organizzazioni muratorie non riunivano che costruttori scelti: i semplici manovali non specializzati , impiegati in modeste opere di costruzione (case, fattorie, ecc.) o come semplice forza-lavoro nei grandi cantieri, ne erano rigidamente esclusi,

In Inghilterra i veri «massoni» davano loro il nome di «cowans», termine che ancora oggi designa nella Libera Muratoria britannica coloro che, pur non appartenendo all'Istituzione, tentano di spacciarsi per tali.26

(Da: G. Amico, Dalla Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars Graphica, Savona 1980)

22 H. Pirenne, Storia economica e sociale del Medioevo, Garzanti, Milano 1967, p. 197.
23 J.M. Angebert, Il libro della Tradizione, Mediterranee, Roma 1977, p. 328.
24 J.C. Pichon, L'altra storia, Rosada, Torino 1972, p. 35.
25 C. Jacq, La Massoneria. Storia e iniziazione, Mursia, Milano 1978, pp. 84-85
26 S. Hutin, La Frammassoneria, in “Storia delle religioni, vol. XII, Laterza, Bari 1977 p. 161.

3. Continua

Una precisazione è doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più recenti dei quali sono degli anni '70.