Custode di misteri e
portatore di luce, San Giovanni è anche il santo della Libera
Muratoria che accomuna in un'unica simbologia l'Evangelista e il
Battista. Una storia che inizia nel Medioevo con i costruttori di
cattedrali.
Giorgio Amico
I fuochi di San
Giovanni
San Giovanni e la
Massoneria
Abbiamo già avuto modo
di notare come il carattere misterico della figura di San Giovanni
abbia da sempre attirato l'interesse degli esoteristi. In particolare
si è accennato al fatto che, allo stesso tempo custode di misteri e
portatore di luce, San Giovanni è anche il santo della Libera
Muratoria che accomuna in un'unica simbologia l'Evangelista e il
Battista e ciò da ben prima della nascita nell'Inghilterra del
Settecento della Massoneria moderna. La cosa può stupire: abituati
come siamo a pensare alla Massoneria come a qualcosa di lontano, se
non addirittura di avverso alla religione, viene immediatamente da
domandarsi cosa ci faccia un santo cristiano in una loggia massonica.
La domanda è legittima,
ma solo se ci si limita alla posizione di condanna della Chiesa
cattolica che nel 1738 con la bolla papale detta In Eminenti
Apostolatus Specula proibì ai fedeli l'adesione senza peraltro
spiegarne i motivi. (46) Ben diversa la situazione del mondo
protestante, tanto che uno dei padri della Massoneria moderna, quel
James Anderson autore nel 1723 delle Costituzioni massoniche ancora
oggi in vigore, risulta essere stato un importante esponente della
chiesa presbiteriana. E forse, come qualcuno ha ipotizzato, la
proibizione papale derivò proprio dal sospetto che la rapida
diffusione delle logge anche nel mondo cattolico fosse il frutto di
oscure manovre da parte della corte protestante d'Inghilterra. Ma se
si approfondisce la conoscenza dei principi massonici svanisce ogni
motivo di stupore. E' sufficiente la lettura del primo articolo delle
Costituzioni, quello «Concernente Dio e la religione». Il testo è
chiarissimo:
“Un muratore è tenuto
per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se intende
rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino
irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero
obbligati in ogni Paese ad essere della religione di tale Paese o
Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente
obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini
convengono, lasciando loro le loro particolari opinioni; ossia essere
uomini buoni e sinceri o uomini di onore ed onestà, quali che siano
le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui
la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare
sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste ad una perpetua
distanza.” (47)
La Massoneria e i
Collegia Fabrorum
Dunque la Massoneria
moderna, risposta all'intolleranza e al fanatismo che avevano a lungo
insanguinato l'Europa, non nasce né antireligiosa né
anticristiana. Essa si colloca in diretta continuità con la
Massoneria operativa medievale dei Maestri costruttori delle grandi
cattedrali gotiche, fiore e vanto dell'Europa cristiana, devotissimi
a San Giovanni come già i loro predecessori romani lo erano stati
nei confronti del dio Giano. E' ancora una volta René Guénon a
chiarire in uno studio, apparso nel 1938 sulla rivista Études
Traditionnelles, questa continuità millenaria :
“Giano presiedeva i
Collegia Fabrorum, depositari delle iniziazioni che, come in tutte le
civiltà tradizionali, erano legate alla pratica dei mestieri; ed è
molto notevole che si tratti di qualcosa che, lungi dall'essere
scomparso con l'antica civiltà romana, si è prolungato senza
soluzione di continuità nel cristianesimo stesso (…). La
successione degli antichi Collegia Fabrorum è stata del resto
singolarmente trasmessa alle corporazioni le quali attraverso
l'intero Medioevo, hanno conservato lo stesso carattere iniziatico, e
in particolare a quella dei costruttori; essa ebbe dunque
naturalmente per patroni i due san Giovanni, e di qui viene la ben
nota espressione di 'Loggia di San Giovanni', conservata dalla
massoneria, che è anch'essa precisamente la continuazione, per
filiazione diretta, delle organizzazioni di cui abbiamo parlato.
Anche nella sua forma 'speculativa' moderna, la massoneria ha
comunque sempre conservato, come una delle testimonianze più
esplicite della sua origine, le feste solstiziali, dedicate ai due
San Giovanni dopo esserlo state alle due facce di Giano; ed è così
che il dato tradizionale delle due porte solstiziali, con le sue
connessioni iniziatiche, si è mantenuto ancora vivo (…) fin nel
mondo occidentale moderno.” (48)
Questa filiazione diretta
dalle corporazioni muratorie medievali spiega perché
tradizionalmente le logge massoniche si chiamino “Logge di San
Giovanni” e anche il motivo per cui proprio sulla prima pagina del
Vangelo di Giovanni si aprano i lavori in grado di Apprendista con la
lettura del versetto che recita: “In principio era il Verbo. E il
Verbo era Dio. E il verbo era presso di Dio”. Coerentemente con
questa tradizione per secoli gli antichi Liberi muratori tennero le
loro più solenni riunioni nella giornata del 24 giugno, festa di San
Giovanni, come attestato da documenti inglesi del 1427, 1501 e 1561.
E' dunque in assoluta fedeltà alla tradizione dell'Arte che proprio
il giorno 24 giugno fu prescelto nel 1717 per la costituzione della
nuova Gran Loggia d'Inghilterra, “Loggia Madre” di tutte le
associazioni massoniche moderne.
San Giovanni e il
percorso iniziatico massonico
In un lavoro dedicato
proprio ai rapporti fra Massoneria e mito giovanneo, Louis Trebuchet,
alto esponente della Massoneria francese e autore di importanti
ricerche sulle origini dei miti e dei riti massonici, mette l'accento
più che sulle motivazioni storiche su quelle iniziatiche. Secondo
questa interpretazione la figura di San Giovanni simboleggia il
cammino verso la Luce, obiettivo fondamentale di ogni massone:
“Dai tempi più
antichi, e ben prima del celebre San Giovanni Battista del 1717, la
vita dei Liberi Muratori è ritmata dalle feste di San Giovanni: San
Giovanni Battista , il San Giovanni d'estate, il 24 giugno, e San
Giovanni Evangelista, il San Giovanni d'inverno, il 27 dicembre,
solstizio d'inverno e solstizio d'estate. Ancora oggi, oltre agli
aspetti storici, il nostro banchetto annuale e la nostra festa
solstiziale, ritmi e riti fondamentali del nostro anno massonico,
sembrano significare simbolicamente un ritmo fondamentale del nostro
lavoro massonico che giustifica pienamente il fatto che noi ci
ricolleghiamo alla Loggia di San Giovanni. I nostri due San Giovanni,
eredi del mito, antico come l'agricoltura, del Dio che muore col
grano al Solstizio d'inverno per rinascere con le messi al Solstizio
d'estate, ci indicano le due modalità del nostro cammino verso la
Luce, semenza e messi, morte e vita, pensiero e azione. L'una, festa
del Solstizio d'inverno, ci apre la via del Gabinetto di Riflessione,
dell'approfondimento interiore, dello spogliarsi dei metalli, il
lavoro silenzioso su se stessi; l'altra, festa del Solstizio
d'estate, ci porta a testimoniare, a agire, a costruire la nostra
opera. Ma come a San Giovanni d'inverno i giorni cominciano a
crescere annunciando il San Giovanni d'estate che condurrà poi di
nuovo al San Giovanni d'inverno, la vita del Massone non è
probabilmente che una interazione perpetua dell'approfondimento e
dell'apertura, come una respirazione fatta d'inspirazione e di
espirazione quando si apre davanti a lui il vasto ambito del pensiero
e dell'azione.” (49)
La Massoneria, nelle
forme in cui è oggi conosciuta e praticata dai Corpi regolari, nasce
dunque nel segno di San Giovanni, riprendendo miti, simboli e riti
delle antiche corporazioni muratorie medievali. Esistono addirittura
riti, come lo Svedese (codificato fra il 1775 e il 1811 su basi
neotemplari), che prevedono un grado esplicitamente gioannita, quello
di Illuminato confidente di San Giovanni. Il 27 dicembre e il 24
giugno, feste solstiziali dei due San Giovanni, rappresentano le
principali ricorrenze massoniche, celebrate con riti suggestivi
riguardanti i temi archetipali del fuoco e della luce. (50)
Particolarmente significativo il rituale utilizzato nella ricorrenza
del solstizio d'estate che si conclude con il dono ai convenuti di
una rosa, immagine della manifestazione dell'Uno che si dispiega nel
molteplice, simbolo del tempo che scorre, dell'eterno fluire della
vita. (51) Perché, come ha ben intuito il poeta Thomas Stearns
Eliot, il fuoco e la rosa sono manifestazioni dello stesso Principio:
“E tutto sarà bene, e
ogni sorta di cose sarà
bene
quando le lingue di fuoco
s'incurvino
nel nodo di fuoco in
corona
e il fuoco e la rosa sian
uno.” (52)
46. “Per giusti e
razionali motivi a Noi noti” è l'espressione utilizzata da
Benedetto XIV per motivare la promulgazione della Bolla.
47. Le Costituzioni del
1723: http://lamelagrana.net
48. Guénon, Simboli
della Scienza sacra, cit., pp. 213-215.
49. Louis Trebuchet, Les
deux Saint Jean, un mythe pluri-millenaire, in: “Les Mistères de
Saint-Jean”, Points de Vue Iniziatiques, n.134, Hiver 2004.
50. Per un
approfondimento della materia: Paul Naudon,Le Logge di San Giovanni e
la filosofia esoterica della conoscenza, Roma, Atanor, 1997.
51. Al simbolismo della
rosa, fiore mistico per eccellenza, Alfredo Cattabiani dedica
l'apertura del suo libro sul simbolismo dei fiori e delle piante. A.
Cattabiani, Florario, Milano,Oscar Mondadori, 998, pp. 15-42.
52. Thomas Stearns Eliot,
Quattro quartetti, Milano, Garzanti, 1994, p. 81.
6. Continua