Giorgio Amico
Ancora su Massoneria e
Costituzione
Avvicinandosi la data del
referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari si
infittiscono su Facebook le denunce di un presunto complotto
massonico mirante allo smantellamento della Costituzione. Ipotesi
deliranti, come ogni teoria complottistica, ma anche frutto di una
diffusa ignoranza su come la nostra costituzione è nata.
In genere si dice che la
Costituzione italiana sia stata soprattutto il frutto dell'incontro
delle due grandi componenti popolari comunista e cattolica. Il che è
vero, ma solo parzialmente. Quasi tutti ignorano infatti che
importante, a livello ideale perchè la Massoneria non è una entità
politica, fu anche il ruolo della Massoneria. Pochi infatti sanno che
dei 75 padri costituenti, 8 erano massoni a partire dal Presidente
della Commissione Meuccio Ruini, iniziato nel 1901 e perseguitato dal
fascismo proprio per la sua irriducibile fedeltà alla causa
massonica.
Meucci Ruini sintetizzò
così il lavoro della Commissione costituente da lui presieduta:
“Nello sforzo di
conquistare stabilmente la libertà e di ancorarla ad una sfera di
valori alti, convergono correnti profonde: dalle democratiche fedeli
agli ‘immortali principi’ e dalle liberali che invocano ‘la
religione della libertà’; alla grande ispirazione cristiana che
rivendica a sé la fonte eterna di quei principi ed all’impulso di
rinnovamento che muove dal Manifesto dei comunisti e che, per
combattere lo sfruttamento di una classe da parte di un’altra,
risale alla liberazione dell’uomo dal giogo dell’uomo; e cioè ai
suoi inalienabili diritti”.
Una dimostrazione di tolleranza e di democrazia a conferma di come
molti dei principi compresi nella prima parte della Costituzione
siano di diretta derivazione massonica e si ispirino appunto agli
“immortali principi” sintetizzati dal trinomio libertà,
eguaglianza, fratellanza, nato con la rivoluzione francese, che
campeggia in ogni loggia sopra lo scranno del Maestro Venerabile.