Giorgio Amico
Savona operaia sotto il fascismo
A proposito di “Come si costruisce una dittatura” di Andrea Corsiglia
È convinzione diffusa che la resistenza organizzata al fascismo inizi solo nell'estate del 1943 dopo l'arresto di Mussolini e la caduta del regime conseguenti al voto del Gran Consiglio del 25 luglio e sul piano militare dopo l'8 settembre e l'occupazione militare tedesca. In realtà fin dalla marcia su Roma e poi dalla messa fuori legge dei partiti nel 1926 la resistenza al regime non cessò mai di covare nelle fabbriche anche negli anni del massimo consenso popolare. Una resistenza tenace, alimentata dall'estero dalla Direzione del Partito comunista che inviò, nonostante un duro confronto interno (vedi l'espulsione nel 1930 di dirigenti di primo piano come Leonetti, Tresso e Ravazzoli), costantemente suoi emissari in Italia per orientare e collegare i gruppi di militanti che spontaneamente nonostante la repressione sistematica e l'opera di controllo dell'OVRA continuavano a riformarsi nelle fabbriche.
A parte il lavoro più generale dello Spriano, manca ad oggi una storia sistematica di questo fenomeno che non ha eguali nei paesi retti da dittature fasciste. Certo, esistono numerosi riferimenti nei libri di memorie scritti da militanti, ma pochissime ricerche in merito.
È dunque con grande piacere che segnaliamo l'uscita di “Come si costruisce una dittatura”, ultimo lavoro di Andrea Consiglia, giovane e capace ricercatore già autore di numerose pubblicazioni fra cui “Noi eravamo tutto” sulla storia della Compagnia portuali di Savona.
Il libro, pubblicato a cura dell'Istituto Storico della Resistenza e dell'età Contemporanea di Savona e arricchito da una bella prefazione di Giosiana Carrara, direttore scientifico dell'ISREC, ricostruisce un episodio importante di questa lotta sotterranea al fascismo, avvenuto a Savona nel 1934 e che portò all'arresto di quaranta operai delle fabbriche di Vado L. e Savona e poi alla condanna di 28 di essi a pene varianti da tre a tredici anni di reclusione per ricostituzione del Partito comunista e attività sovversiva e antinazionale.
Il libro di Corsiglia, documentatissimo e frutto di minuziose ricerche d'archivio, si articola in quattro parti. Una riflessione iniziale sulla creazione del Tribunale speciale e sulla emanazione da parte del regime di un insieme di leggi e disposizioni che permettessero una efficace e capillare repressione di ogni forma di opposizione politica. Una seconda parte, sicuramente la più interessante per i lettori savonesi, in cui si ricostruisce il caso del marzo 1943 iniziato con la scoperta nell'armadietto di un operaio, Pierino Ugo, poi nel 1944 martire della Resistenza, presso le Officine Meccaniche di Vado Ligure di materiale di propaganda comunista e di alcuni numeri de l'Unità clandestina. Il caso è ricostruito attraverso i verbali di polizia che testimoniano eloquentemente dei mezzi, fisici e psicologici, usati dagli agenti della questura e dell'OVRA per estorcere confessioni. Segue un documento di grandissimo interesse: la lunga testimonianza dell'Onorevole Aldo Pastore, al tempo dei fatti bambino, sulla attività antifascista del padre, operaio anche lui presso le Officine Meccaniche di Vado Ligure e fra i principali imputati. Conclude il volume una ricca appendice composta prevalentemente dalle schede biografiche dei principali protagonisti della vicenda.
Un libro di grande spessore e valore storico, ma anche di facile e piacevole lettura come era da attendersi da Andrea Corsiglia che da buon insegnante ha la capacità di rendere facili e attraenti anche argomenti che a prima vista possono sembrare molto specialistici, come l'analisi del sistema giudiziario fascista.
Insomma, un libro da leggere, soprattutto da chi voglia comprendere meglio cosa sia stata durante gli anni del regime fascista la vita quotidiana in una città operaia come Savona. Un libro di cui si sentiva la mancanza e che ora finalmente c'è.