Giorgio Amico
A proposito di elettrotecnici. Considerazioni serie e meno serie.
Un mio commento su Facebook relativo ai funerali di Lina Wertmuller ha suscitato qualche reazione, tanto che ne ho dovuto aggiungere un secondo. La cosa è minima, ma significativa di quanto siamo tutti linguisticamente e dunque concettualmente integrati nello stato di cose presenti.
Primo commento (non serio)
Ai funerali di Lina Wertmuller Giancarlo Giannini ha dichiarato che, se non l'avesse incontrata, sarebbe rimasto un perito elettronico e che di questa fortuna ringraziava Dio.
Dopo questa dichiarazione numerosi sono già stati i suicidi di periti elettronici, ancora in attività o in pensione, traumatizzati dalla scoperta improvvisa di aver sprecato la loro vita.
Secndo commento (serio)
Era già successo con Greta Thumberg. Noto ancora una volta come si possa ridere e scherzare su tutto, ma guai a toccare certi tasti. E allora, visto che lo scherzo non va bene, parliamo seriamente. Anche se involontaria, la notazione classista c'era e come. E' un dato oggettivo. Un perito elettronico non è paragonabile, né per visibilità né per tenore di vita, a un attore di successo e dunque Giannini ha tutte le ragioni di ringraziare Dio di avergli fatto incontrare la Wertmuller. Se fossi nella sua situazione direi esattamente la stessa cosa, che però, tradotta in italiano, significa: "Grazie, Signore, di non avermi fatto restare un poveraccio anonimo". Il che, lo ripeto, è verissimo, sarebbe strano che Giannini (o chiunque altro in quella condizione) la pensasse diversamente. Ma proprio l'essere vero e addirittura comprensibile conferma che la nostra è una società classista e che il lavoro di un perito elettronico non è certo il meglio che si possa sperare. Per farla breve, Giannini ha espresso un modo di pensare tipico di una società classista che vede il lavoro manuale come inferiore socialmente se non addirittura come una condanna ad una vita grigia e priva di soddisfazioni. Detto questo, il mio era uno scherzo e non voleva minimamente additare Giannini, che magari è pure di sinistra, al pubblico ludibrio. Per fortuna il moralismo della sinistra attuale, così come il suo voler essere sempre politicamente corretta, non mi appartiene.